Whitemary Radio Whitemary
2022 - 42 Records
Ho avuto il piacere di scoprire Whitemary durante la seconda serata dello Spring Attitude. Dietro il nome anglofono si cela l’abruzzese Biancamaria Scoccia, ormai romana di adozione e componente di Poche, collettivo elettronico femminile fondato da Elasi e Plastica. La formazione jazz dell’artista emerge nell’impeccabile ricerca del ritmo, e si fonde con l’essere insegnante di music technology. Il risultato è un suono irresistibile, che ben si sposa con il “gran casino di sentimenti, condivisi e condivisibili” alla base del disco.
Anche le parole in Radio Whitemary hanno il loro perchè, e lo si capisce già dal titolo: la radio non è solo musica, è anche rubriche, confidenze. I testi sono piccoli mantra e diventano un tutt’uno con i loop sonori. L’iniziale Non lo sai è una dichiarazione d’amore, ma appena sussurrata,come se ci si stesse svegliando da un torpore prima di tutto interiore.
Brano dopo brano c’è un progressivo crescendo, un risveglio anche fisico, un tornare a ballare dopo tanto. Niente di regolare è un lavoro di cesello su un beat in 4/4; Chi se ne frega è perfetta per il dancefloor, alternando rarefazioni e accelerazioni. Interessante è tutto l’aspetto tecnico dietro Radio: ci sono diversi sample di Esperanza Spalding, Moses Sumney, Disclosure e Mac Miller ricantati alzando il pitch da Whitemary stessa. E alzare il volume della radio diventa un modo per uscire dalla monotonia, mettersi a ballare è un gesto liberatorio.
Il disco si muove sempre tra sensualità, come in (Intervista), ispirata alla visione di un'intervista a Grace Jones, introspezione, come in Mi sento, ritmica pulsante e una certa compostezza compositiva. È come se portassimo una statua greca in discoteca, tanto per rendere l’idea, e così capirete che vi troverete davanti qualcosa di bello, ma che non potrà non stupirvi. E incantati dallo splendore del marmo e la purezza delle forma, potrete scatenarvi in pista.
Anche le parole in Radio Whitemary hanno il loro perchè, e lo si capisce già dal titolo: la radio non è solo musica, è anche rubriche, confidenze. I testi sono piccoli mantra e diventano un tutt’uno con i loop sonori. L’iniziale Non lo sai è una dichiarazione d’amore, ma appena sussurrata,come se ci si stesse svegliando da un torpore prima di tutto interiore.
Brano dopo brano c’è un progressivo crescendo, un risveglio anche fisico, un tornare a ballare dopo tanto. Niente di regolare è un lavoro di cesello su un beat in 4/4; Chi se ne frega è perfetta per il dancefloor, alternando rarefazioni e accelerazioni. Interessante è tutto l’aspetto tecnico dietro Radio: ci sono diversi sample di Esperanza Spalding, Moses Sumney, Disclosure e Mac Miller ricantati alzando il pitch da Whitemary stessa. E alzare il volume della radio diventa un modo per uscire dalla monotonia, mettersi a ballare è un gesto liberatorio.
Il disco si muove sempre tra sensualità, come in (Intervista), ispirata alla visione di un'intervista a Grace Jones, introspezione, come in Mi sento, ritmica pulsante e una certa compostezza compositiva. È come se portassimo una statua greca in discoteca, tanto per rendere l’idea, e così capirete che vi troverete davanti qualcosa di bello, ma che non potrà non stupirvi. E incantati dallo splendore del marmo e la purezza delle forma, potrete scatenarvi in pista.
