![Even Odds<small></small>](/foto/musica/recensioni/big/6928-tetrad-quartet-even-odds-20240124220334.jpg)
Tetrad quartet Even Odds
2023 - Filibusta
Armando Iacovella (chitarra), Gianluca Manfredonia (vibrafono), Alessandro Del Signore (contrabbasso) e Alessandro Forte (batteria) compongono un insieme in cui tutto risulta condiviso. Gli interventi solistici appaiono più come tessere di un mosaico che come bassorilievi personali; uniti ad una fluidità ritmica e ad una omogeneità timbrica danno vita a un ordito che scorre delicato e raffinato, una narrazione che molto ha di poetico e di spontaneo.
Pur essendo le composizioni a firma dei diversi musicisti il risultato è omogeneo proprio per via di quella condivisione sopra richiamata. Strumenti generalmente “in evidenza” quali la chitarra e il vibrafono rimangono qui allo stesso livello del basso, spesso sapientemente suonato con l’archetto, e di una batteria più soffusa che marcante il beat.
La matrice jazz emerge nella ricerca del suono e in alcuni passaggi di improvvisazione, sempre dosati ed alternati a pagine scritte e programmate. L’effetto è attraente o, più specificamente, “alluring”, come un grande quale Hamid Drake definisce la musica del gruppo nelle note presentative del disco.
L’aggettivo, specie nella sua sfumatura anglosassone, è perfettamente calzante. L’ascoltatore rimane attratto dall’eleganza delle sonorità, che richiamano alcuni momenti di un Bill Frisell non avanguardista o di Ralph Towner, e dalla flessibilità metrica che gioca tra tempi pari e dispari a conferma del titolo del lavoro.
Esemplificativa in questo senso è la title track. Democrazia strumentale, poliritmia e metrica variata, timbri ipnotici della chitarra e del vibrafono, ritmica sparsa, struttura lineare, dinamiche estremamente contenute per un brano che si apre a una logica tra il progr e il jazz-rock più essenziale. Da quest’ultimo appare ereditata l’attitudine al lavoro corale, in cui ogni strumento lavora in parallelo agli altri senza affidarsi a chorus ma sviluppando un percorso proprio sovrapposto a quelli dei compagni, ottenendo un effetto “orchestrale” sinergico.
Tenendo presente che si tratta di un esordio non si può non sottolinearne la maturità e, allo stesso tempo, la potenzialità per evoluzioni certamente interessanti.