Mind Fuel<small></small>
Derive • Avantgarde • Impro

Tabozzivil Mind Fuel

2012 - Setola di Maiale

20/05/2012 di Gianpaolo Galasi

#Tabozzivil#Derive#Avantgarde #Impro

In Italia il rapporto tra creatività e territorio in cui essa sorge è spesso, e fortunatamente, disimmetrico, più che dialettico. Si incontrano musicisti capaci di slanci creativi che, messi in relazione con ciò che li contiene, hanno quanto meno del sorprendente. Dopo il primo stupore, un ascolto attento mostra spunti di riflessione importanti, per mettere tutto in una, almeno provvisoria, prospettiva.

Utku Tavil classe 1988, è un giovane percussionista, artista audiovisivo e sound designer di origine turca. All’età di tredici anni inizia a studiare percussioni con il batterista di origine malaysiana Senol Küçükyidirim, tutt’ora attivo nel panorama avant jazz di Istanbul e con in curriculum la musica di Cecil Talyor, John Cage, Raphe Malik e Avishai Cohen, per poi dedicarsi a composizione e musica elettroacustica. Nel 2007 si trasferisce a Torino, dove studia architettura e musicologia.

Attivo in tutta Europa, pubblica per Setola di Maiale il secondo album, a due anni di distanza dal precedente Abc of banging hard col chitarrista Fabrizio ‘Bozzi’ Fenu, parte, sempre con Tavil, del quintetto H.D.Y., completato dall’altro chitarrista Chris Iemulo, dal sassofonista Eros Guggia, e dal clarinetto basso di Beppe Molisano, autori di una musica dalle trame più rarefatte e a campiture più sottili, e responsabile dell’album NEVERmETbEFORE, dove le chitarre, gli oggetti e i loop di Bozzi e Iemulo interagiscono col violino di Morgane Houdemont. Una significativa fotografia di una fetta almeno della scena impro torinese, e delle loro ramificazioni e contatti.

Ascoltando questo corpo di opere recenti, tutte edite tra il 2009 e questo primo scorcio di 2012, il progetto Tabozzivil emerge come quello dal più ampio margine di interesse e per merito proprio di Kavil, la cui perizia tecnica, e di abilità nel giocare con le sfumature espressive, è senz’altro di livello superiore alla media - anche per la giovane età - e per la varietà delle sue due uscite. Laddove il precedente extended era più destrutturato e giocato sull’acustico, il nuovo capitolo Mind Fuel è invece incentrato sulle dinamiche di elettricità e saturazione del suono, pur con un’attenzione alle dinamiche che allontana le tre tracce dell’album da ogni rigidità.

L’impressione è di una potenzialità enorme da sviluppare. Fabrizio Fenu ha come strumentista ampi margini di crescita, l’ascolto dei differenti progetti dimostra un musicista in uscita dai clichè, sia in acustico che in elettrico. Se in questo progetto i suoi fisiologici limiti sono meno evidenti (frasi, loops, accenni di riffs, stratificazioni sono giocate con ottimo gusto, e l’ascolto del materiale mostra chiarissimi semi di evoluzione) è perché il lavoro con un compagno così solido sta probabilmente dischiudendo nuove possibilità.

Kavil ha una profondità, un respiro e un piglio notevoli: se l’iniziale First(ing) regala sincopi, frasi, accentazioni, battute altre rispetto all’espressività non idiomatica tanto che si può parlare di avant metal, Greater Kailash ha una qualità più estatica combinata con una telluricità subliminale, per quanto con accenni ad atmosfere ‘chic’ di marca Ecm che speriamo non scivolino nella maniera. Mind Fuel gioca con una stratificazione meno dialettica, a più strati, e potrebbe aprire scenari interessanti in futuro, ci dovesse essere un lavoro che dalla sfumatura passi alla struttura; qui si limita a chiudere un trio di composizioni che, classicamente, passa dalle tinte forti a quelle tenui, per poi chiudere con un elemento di riequilibrio.

Sarebbe interessante, proseguendo su questa strada, vedere cosa potrebbe succedere in futuro se determinati linguaggi venissero incorporati, invece di essere estratti – o astratti – nella pratica della improvvisazione. Pratica che, ormai divenuta lingua franca anche largamente al di fuori di Stati Uniti ed Europa da più di quarant’anni rischia, oggi, di diventare pura tattica diversiva e ansiogeno, aprioristico rifiuto di confrontarsi col mondo della ‘forma’. 

 

Track List

  • First(ing)
  • Greater Kailash
  • Mind Fuel