The Best Things in Life Are Free<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Contemporaneo

Stefano Battaglia Standards Quartet The Best Things in Life Are Free

2022 - Emme Records

14/03/2022 di Vittorio Formenti

#Stefano Battaglia Standards Quartet#Jazz Blues Black#Jazz

Quartetto di livello internazionale quello formato da Stefano Battaglia (basso), Marcello Alluli (sax tenore), Daniele Germani (sax alto) e Marco Valeri (batteria).
Strumentisti tutti dal curriculum importante per studi e collaborazioni che si uniscono in questo lavoro in un tributo alla musica di Ornette Coleman e di Paul Motian, senza dimenticare anche due brani a firma propria (traccia 6 di Battaglia e 7 di Germani) peraltro in piena sintonia col mood generale delle composizioni.

Lo scandaglio si muove dalla fine degli anni ’50 fino agli anni ’80 in un riesame di alcune delle basi fondamentali del jazz moderno non tanto in chiave filologica quanto come progetto che definiremmo “post moderno”; si rispetta il legame con la storia ma si mantiene una libertà propria che nulla ha a che vedere con il revival o la replica.

L’ascoltatore ha la netta impressione di trovarsi davanti a una proposta figlia dei giorni nostri; se non conoscesse i titoli in scaletta potrebbe tranquillamente pensare a lavori originali, certamente debitori di influenze terze ma generati da una nuova sensibilità.

L’estetica e la grammatica di Coleman sono chiaramente rintracciabili nelle esecuzioni che si appoggiano a elementi melodici brevi e reiterati, a visioni armoniche oblique e mondi sonori non “ortodossi”. Tuttavia il suo staccato spigoloso e acido viene sostituito da legati e fluidità che, per certi versi, spostano gli accenti da una certa afroamericanità urbana a una sensibilità più italiana, e la cosa non può stupire.  

Questo aspetto è evidente fin dal brano di esordio; senza le parti vocali di Asha Puthli e la cornetta di Don Cherry il combo decide di sfruttare i fraseggi delle ance e, soprattutto, un approccio ritmico sparso grazie anche a un sapiente uso dell’arco per il contrabbasso.

Anche il mondo di Motian, richiamato nel celebre Dance, è rievocato ma non copiato. Il drumming rispetta la lezione del maestro con l’adozione di schemi estesi, quasi melodici a mascherare la sintesi del ritmo. Suonato all’unisono, elemento non così usuale nel jazz del tempo (se si escludono certe lezioni di Mingus),  e senza approccio accordale si distende in modo più continuo con una coralità che abbandona l’estetica degli anni ’70 (il brano è del 1977) a miglior espressione del combo come unità organica.

L’organico strumentale mette a disposizione i timbri corposi del sax tenore e del basso, sapientemente sfruttati a vantaggio di un ascolto accogliente arricchito dalla polifonia col sax alto che colora in modo vivace le performances. La batteria non indugia sul beat ma stende un tappeto fluido, a tratti gradevolmente magmatico, quasi fosse un filo continuo che lega l’ordito del tessuto; molto più vicina a Motian che a De Johnette.

Che il combo sia ben entrato in simbiosi con l’eredità artistica a cui si riferisce lo si evince dai due brani originali; per quanto di nuova scrittura questi si fondono perfettamente con il resto del programma.

Nel suo Hymn Battaglia propone echi orientali in una logica melodica colemaniana, con un gran lavoro della parte ritmica nella quale sia il basso che la batteria sostengono un riff. Ammaliante perché coniuga la sintesi di ingedienti Coleman (cenni motivici, progressioni, circolarità) con aperture alla Motian e perché consegna al basso una maggior presenza a beneficio di una solennità adatta al titolo. 

Germani in Medoro recupera spunti di ballata  e di post bop; ricorda a tratti approcci alla Joe Lovano pur mantenendo cromatismi e cenni motivici alla Coleman. Anche qui gli intrecci dei fraseggi tra le ance sono ricchi e in prima evidenza. 

In definitiva, un felicissimo incontro tra storia (moderna) e attualità.

 

Track List

  • 1. What Reason Could I Give
  • 2. Broadway Blues
  • 3. Dance
  • 4. Kathelin Gray
  • 5. Round Trip
  • 6. Hymn
  • 7. Medoro
  • 8. When Will the Blues Leave?
  • 9. Circle Dance
  • 10. The Best Things in Life Are Free