Shellac To All Trains
2024 - Touch & Go Records
#Shellac#Rock Internazionale#Alternative #Shellac #Steve Albini #Chicago
Gli Shellac sono l’ultimo in ordine di tempo dei progetti musicali voluti e concepiti da Albini, prima dei quali vengono alla luce Big Black e Rapeman. Steve si prodiga nelle sue molteplici attività dividendosi tra studi di registrazione e palchi come produttore, ingegnere del suono e musicista.
La sua immensa opera è centrale nell’evoluzione della musica indipendente americana, a lui si deve una fetta enorme di merito per il successo, l’apertura al grande pubblico della musica alternativa di fine Novecento, infatti nei vent’anni che concludono il secolo, Albini, trasforma e modella il sound di dischi epocali oltre a quelli delle sue creature, tra i tanti, Surfer Rosa – Pixies (1988), In Utero dei Nirvana (1993), Ride Of Me di PJ Harvey sempre nel ’93 e ancora tutta la saga legata alla Touch & Go Records dei concittadini alfieri del noise-rock The Jesus Lizard, Pod dei The Breeders, l’avanguardia post-rock Slint dal Kentucky. Steve si distingue perché spazia dai Low ai sperimentali The Jon Spencer Blues Explosion fino a lavorare con i precursori catanesi Uzeda o i beniamini dei college britannici The Wedding Present. Tutto il mondo alternative e indie ai suoi piedi.
Anche negli anni Duemila trova tempo e modo per cimentarsi con band in rampa di lancio, plasma il loro modo di approcciare in studio, i gallesi Mclusky ad esempio o il gruppo dell’Ohio, Cloud Nothings.
La sua inaspettata, tremenda dipartita rende To All Trains il testamento involontario di una mente illuminata, un istantanea sonora fresca, moderna ed emozionale come qualsiasi altre opera di Albini. Un genio del suono che non hai smesso di ricercare nel rumore attimi di eternità senza compromessi, senza sconti, integralista di matrice hardcore in tutto e per tutto.
To All Trains, epitaffio di una band selvaggia che vede oltre alla chitarra e voce di Albini, Bob Weston al basso e Todd Trainer alle pelli. Un mix di fuoco e sporcizia, noise autodefinito “rock minimalista” che il trio dell’Illinois regala per l’ultima volta esaltando lo stile del produttore fatto di ferocia e distorsione. Ogni brano si presenta teso, grezzo, brevi lampi a comporre una vera tempesta di circa ventinove minuti, il miglior saluto possibile. To All Trains distilla il meglio dell’attività artistica Shellac quasi come fosse una raccolta, una premonizione: I’m so sorry for your loss, Steve.