When It All Began<small></small>
Emergenti • Alternative • indie-folk, indie-rock, dream-pop, psych

Saint Huck When It All Began

2023 - Overdrive/L'Eretico/Believe

06/01/2024 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Saint Huck#Emergenti#Alternative #psych folk #Indie-folk

A otto anni dal disco d’esordio come solista, Broken Branches, Saint Huck, ovvero il cantautore e polistrumentista Livio Lombardo, già chitarrista in band come Fräulein Alice, Mapuche e Silent Carnival, è tornato con un nuovo EP, intitolato When It All Began.

Il lavoro è un concept incentrato su alcuni temi biografici: si parte dalla perdita della propria madre, che l’artista ha subito nei giorni del suo decimo compleanno, rievocata nel ricordo dei particolari più crudi e impressionanti che un bambino non riusciva neanche a tratti a decifrare bene, o nei rituali del funerale. Poi si racconta l’incontro con la musica, con le canzoni che la madre stessa in qualche modo ha fatto sedimentare dentro di lui, per permettergli di custodire per sempre quell’alba che era diventata ormai crepuscolo, o di incontrarsi sulla luna: se lei non aveva mai cantato per lui, ora sarà lui a intonare versi per lei.

Musicalmente l’EP rappresenta un’evoluzione che, pur partendo dal terreno dell’indie-folk, si avventura su strade meno battute. Il disco accoglie così synth luminescenti e agrodolci e crescendo musicali che ricordano quasi certe armonie psych di Jonathan Wilson, anche se tra i numi tutelari di Lombardo vi è soprattutto il cantautorato introspettivo di Sparklehorse, lo spessore e l’intensità di Eels e la scena indie-folk americana con certi arrangiamenti ricchi di sonorità chiare di Kurt Vile e con il forse più intimista Devendra Banhart. Tali punti di riferimento appaiono in controluce nei brani appunto più folk, dove pure brillano piccole luci sintetiche e malinconiche, mentre certe ritmiche a volte fanno venire in mente anche un certo indie-rock emozionante e “siderale” come quello dei Grandaddy.

In altri momenti, si ascoltano ritmiche che pulsano dolceamare e quasi ossessive, carezze di mellotron, cori dotati di una certa solennità nella loro dimensione collettiva, chitarre elettriche morbide, oppure i synth diventano sognanti, evanescenti, quasi scie liquide come lacrime dal cielo alla terra e viceversa, tra dream-pop, psych e space. Un ritorno molto gradito.


Track List

  • Wander
  • Final Greetings
  • Next Days
  • Present
  • Moonlight

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