Riccardo Tesi e Claudio Carboni Un ballo liscio vol.2
2024 - Egea Records
#Riccardo Tesi e Claudio Carboni#Italiana#Folk #Liscio #World
Minore non è considerato, però, dal celeberrimo organettista Riccardo Tesi, che ha già affrontato la materia in passato, e con notevole succcesso, perché sa che, dentro a ogni valzer, mazurca, tango, polka o paso doble c'è l'ispirazione di artisti che hanno saputo interpretare il sentimento del loro popolo e della loro cultura. E Tesi ha radunato di nuovo, dopo venticinque anni, un gruppo di eccellenti musicisti, con qualche ospite prestigioso, per proporre Un ballo liscio vol.2, per l'illuminata etichetta Egea Records, col sostegno - e c'era da aspettarselo - della Regione Emilia Romagna, che ha fatto del liscio un segno inconfondibile di riconoscimento nel mondo e uno stile di vita.
Coadiuvato dalla produzione di Claudio Carboni, anche sassofonista e arrangiatore, insieme al pianista e fisarmonicista Massimo Tagliata, Tesi fa sì che la maestria di artisti come Nico Gori (clarinetto), Maurizio Geri (chitarra e voce), Roberto Bartoli (contrabbasso), Gianluca Nanni (percussioni) e degli archi del Quartetto Alborada dipingesse un quadro ancor più completo, vivido e ricco delle infinite sfumature di un genere che conserva sempre una sorpresa in serbo per chi lo sa ascoltare con animo sgombro da pregiudizi.
Le danze si aprono subito con una versione intensa, originale, moderna eppure rispettosa, della celeberrima Romagna mia, interpretata con voce nostalgica e perfetta di una Tosca in stato di grazia, protagonista anche dello struggente tango Cielo azzurro, e l'ascoltatore viene subito coinvolto in un clima in cui prevalgono l'umanità delle storie raccontate, la purezza dei suoni proposti, la varietà dei ritmi, che sia nel piccolo capolavoro Verde luna, con un Maurizio Geri dalla voce appassionata, o nel delizioso cameo del grande Paolo Fresu nel dolcissimo valzer lento Laguna addormentata. Ma non mancano incursioni nei territori del liscio tradizionalmente inteso, con infuocate polke, il classicissimo paso doble di España cañí, venature jazz e mazurche dell'Appennino bolognese.
Chi si avvicinerà a questo lavoro troverà conferme e sorprese: conferme della bravura tecnica e interpretativa di tutti gli artisti, e sorprese per l'approccio poliedrico, dinamico e ricco di echi, con cui il gruppo si avvicina ai diversi brani; una sorta di viaggio musicale, non solo in terra emiliano romagnola, e non solo nello spazio, ma anche nel tempo, per costruire un ritratto quanto più preciso e variegato di un genere che ha saputo accogliere al proprio interno suggestioni molteplici, per lanciarle con nuova linfa nel terzo millennio.