I Inside the Old Year Dying<small></small>
Rock Internazionale • Songwriting

PJ Harvey I Inside the Old Year Dying

2023 - Partisan Records

15/07/2023 di Laura Bianchi

#Rock Internazionale#Songwriting

Bentornata, Polly Jean Harvey, regina delle visioni, della poesia in musica e dell'inesausta ricerca di una comunicazione sempre diversa col mondo fuori da sé. Stavolta, per il suo nuovo disco, I Inside the Old Year Dying, la cantautrice, scultrice, attrice, scrittrice, lo scorso anno, ha fatto anticipare la sua uscita da Orlam, poema in dialetto – e sulla mitologia – del Dorsetsuggerendo al fedele pubblico di cultori una pista sulla quale avviarsi per il nuovo percorso di ascolto.

Abbandonato l'impatto cronachistico dell'opera in versi precedente, ispirata a reportage da Afghanistan e Kosovo, PJ Harvey in Orlam narra la storia di una bambina, Ira-Abel Rawles, che vive nel Dorset (il territorio inglese di cui Harvey è nativa), vicino a un santuario presieduto da Orlam (l'occhio di un agnello morto), e che cerca di evocare gli spiriti positivi e lottare contro quelli malvagi, per fare nascere una sorta di regno, utile a fuggire dall'insensatezza del mondo. La pista è quindi tracciata: e le dodici canzoni costituiscono altrettanti segni, per inoltrarci anche noi in un mondo onirico, nel senso allucinatorio del termine, in un continuum guidato dalla voce, educata a trasformarsi in modo cangiante, dal sussurro al grido, in una tensione continua: si ascolti, ad esempio, Autumn Term, dal falsetto quasi irreale, straniato dall'uso dell'elettronica. 

Se l'intento della cantautrice è sempre stato, come aveva confidato a Rolling Stone nel 2004, provare a esplorare un nuovo terreno e mettermi alla prova per imparare”, ora, ormai cinquantaquattrenne, Harvey può affermare di averlo raggiunto, e questo disco ne è un'ulteriore prova. Non solo per l'uso del dialetto del Dorset, che crea ulteriore impenetrabilità in alcuni passaggi del testo, anche se l'artista ha incluso un glossario per aiutarci nell'orientamento, ma soprattutto per la scelta, supportata – e forse anche condizionata – dai due pards John Parish e Flood, di modulare la voce in accordo con gli arrangiamenti, ricchi di accostamenti fra strumenti folk e registrazioni deformate, con toni ora sommessi, ora vicini al noise, e spesso nello stesso brano, come in A Noiseless Noise.

E, se l'intensa, brevissima title track sembra riportarci a Let England Shake, in altri pezzi Harvey ci sfida, abbinando temi eterei ad altri densi di elettronica folk, ed evocando il fantasma di Elvis non solo nel nome di un personaggio, ma anche in una canzone che potrebbe rappresentare tutto il mondo di HarveyLwonesome Tonight, dal testo ricco di riferimenti al King, ma anche al Vangelo: "Are you Elvis? Are you God? Jesus sent to win my trust?" "Love Me Tender" are his words /  As I've loved you, so you must / Thrice she draws her lips to kiss / Mouthing for his mouth in vain / Thrice her lwonesome kisses miss "My love, will you come back again?" 

Altra pista: i riferimenti letterari. Harvey ha deciso di arrivare al cuore dell'ascoltatore attraverso la sua mente; così, si addensano grandi nomi della letteratura, che hanno trattato il coming of age (perché il disco tratta di questo, dei suoi sogni, delle pulsioni e delle paure), come Flannery O’Connor, Robert Louis Stevenson, e soprattutto il William Blake di Songs of Innocence, e spingono il disco in una nuova tappa del viaggio dell'autrice verso sempre nuove frontiere di interazione fra musica, poesia, arte in generale.

Disco complesso, non immediato, ma che, una volta sedimentato, non ci abbandona più.

Bentornata, Polly Jean Harvey

Track List

  • Prayer at the Gate
  • Autumn Term
  • Lwonesome Tonight
  • Seem an I
  • The Nether-edge
  • I Inside the Old Year Dying
  • All Souls
  • A Child`s Question, August
  • I Inside the Old I Dying
  • August
  • A Child`s Question, July
  • A Noiseless Noise