Picasso Cerveza Paura dei Caccia
2023 - ADA Music Italy
Paura dei Caccia è l’album che segna il debutto dei Picasso Cerveza, band che nasce nel 2014 tra Molfetta, Bisceglie e Andria. Pubblicato per ADA Music Italy, vuole essere una collezione di storie e aneddoti vissuti negli ultimi anni.
Le corde di chitarra aprono Paleena, su cui un'asettica voce proveniente dalla segreteria telefonica si insinua, e poi cade la chiamata. Sono anni che non vede una persona con cui vorrebbe almeno prendere un caffè e scambiare quattro chiacchiere, così prende forma un dialogo composto dalle solite frasi di circostanza. Piano e tromba tendenti al jazz si spalmano sul beat dal tempo lento; nel ritornello si prende atto che spesso le parole servono per ribadire concetti importanti, mentre in altri casi servono a ben poco. L’alba, e con essa il ritorno della lucidità, diventano un’arma che lo ferisce senza recare dolore; vorrebbe scusarsi di un fraintendimento, ma si è arreso.
Anticonvenzionale riesce a incanalare quell’impulsività adolescenziale spinta dall’impazienza di un amore che ancora fa fatica a trovare stabilità. La scelta di un arrangiamento un po’ psichedelico e funk restituisce tutta la frenesia dell’esperienza descritta.
Molto più dolce è Faccia a faccia, il cui soggetto è una vecchia Fiat Panda appartenuta ad un componente del gruppo. Dal linguaggio romantico vuole riprendere tanti episodi relativi ai loro primi anni di attività come gruppo, raggiungendo la massima nostalgia nel ritornello con “quei misteri di te/che non capirò mai”.
In Di Domenica si lasciano ispirare da quei amori platonici vissuti tra rassegnazione e quel solito rancore che porta un sentimento non corrisposto. Sullo sfondo vi è la realtà di un ragazzo poco più che ventenne vissuta alla giornata e senza fare troppi progetti; le atmosfere si rifanno al cantautorato anni ’80 e ’90 con frammenti di contemporaneità.
Con Fragile si ritorna verso il jazz appena sfiorato e pizzicato, con un dialogo con una ragazza che cerca il conforto di un amico. Così la sensuale voce di EIBI chiede di non fare caso a ciò che è adesso, perché le sue mani hanno toccato luoghi in altri emisferi, esperienze diverse che l’hanno segnata.
Si termina con Siamo Liberi, pezzo in cui è predominante la componente rock; “Siamo vivi? / Siamo liberi? / da chi ?”: queste sono le domande poste all’ascoltatore e che non smettono di cercare risposte.
Paura dei Caccia spazia tra differenti sonorità, risultato di anni di sperimentazione: dall'hip-hop al pop passando per il jazz, per culminare infine in un rock liberatorio.
Le corde di chitarra aprono Paleena, su cui un'asettica voce proveniente dalla segreteria telefonica si insinua, e poi cade la chiamata. Sono anni che non vede una persona con cui vorrebbe almeno prendere un caffè e scambiare quattro chiacchiere, così prende forma un dialogo composto dalle solite frasi di circostanza. Piano e tromba tendenti al jazz si spalmano sul beat dal tempo lento; nel ritornello si prende atto che spesso le parole servono per ribadire concetti importanti, mentre in altri casi servono a ben poco. L’alba, e con essa il ritorno della lucidità, diventano un’arma che lo ferisce senza recare dolore; vorrebbe scusarsi di un fraintendimento, ma si è arreso.
Anticonvenzionale riesce a incanalare quell’impulsività adolescenziale spinta dall’impazienza di un amore che ancora fa fatica a trovare stabilità. La scelta di un arrangiamento un po’ psichedelico e funk restituisce tutta la frenesia dell’esperienza descritta.
Molto più dolce è Faccia a faccia, il cui soggetto è una vecchia Fiat Panda appartenuta ad un componente del gruppo. Dal linguaggio romantico vuole riprendere tanti episodi relativi ai loro primi anni di attività come gruppo, raggiungendo la massima nostalgia nel ritornello con “quei misteri di te/che non capirò mai”.
In Di Domenica si lasciano ispirare da quei amori platonici vissuti tra rassegnazione e quel solito rancore che porta un sentimento non corrisposto. Sullo sfondo vi è la realtà di un ragazzo poco più che ventenne vissuta alla giornata e senza fare troppi progetti; le atmosfere si rifanno al cantautorato anni ’80 e ’90 con frammenti di contemporaneità.
Con Fragile si ritorna verso il jazz appena sfiorato e pizzicato, con un dialogo con una ragazza che cerca il conforto di un amico. Così la sensuale voce di EIBI chiede di non fare caso a ciò che è adesso, perché le sue mani hanno toccato luoghi in altri emisferi, esperienze diverse che l’hanno segnata.
Si termina con Siamo Liberi, pezzo in cui è predominante la componente rock; “Siamo vivi? / Siamo liberi? / da chi ?”: queste sono le domande poste all’ascoltatore e che non smettono di cercare risposte.
Paura dei Caccia spazia tra differenti sonorità, risultato di anni di sperimentazione: dall'hip-hop al pop passando per il jazz, per culminare infine in un rock liberatorio.
