Songs Two<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • bebop

Phil Woods Songs Two

2015 - Philology / IRD

04/12/2015 di Fausto Gori

#Phil Woods#Jazz Blues Black#Jazz #bebop #Jazz #Phil Woods #Vic Yuris #Tony Marino

La scena bebop-jazz anni 50 aveva nel sax soprano alto di Phil Woods una delle sue figure più rappresentative, il suo stile musicale lo portò ad essere definito addirittura “The New Bird”, ma in realtà il musicista di Springfield aveva un talento sufficientemente personale per non essere ingabbiato in nessun mito del suo tempo. Tra le sue prestigiose esperienze professionali di quegli anni si ricordano in particolare quelle con Dizzy Gillespie, Quincy Jones e Benny Goodman; non meno rilevanti si ricordano i sondaggi annuali dei lettori del Downbeat che lo premiavano continuamente come miglior sax alto in circolazione e in tempi più recenti le inusuali collaborazioni con nomi legati al mondo del rock, tra cui Steely Dan e Paul Simon.

Proprio ad inizio Settembre di quest'anno, quasi a chiusura del cerchio, Phil Woods ha partecipato ad un tributo dedicato a Charlie “Bird” Parker ma purtroppo, il 29 dello stesso mese, questo grande sassofonista jazz se n'è andato all'età di ottanta quattro anni per complicazioni dovute ad un enfisema.

Appena un mese dopo è uscito Songs Two, l'ultimo progetto in trio con il pregevole chitarrista jazz del New Jersey Vic Yuris (ancora presente nei sondaggi sui migliori chitarristi jazz attuali) e il contrabbassista Tony Marino (spesso alla corte di David Liebman); un disco che riassume in modo sentito e divertito le coordinate di una lunghissima carriera musicale e quindi che ha, nel suo epilogo, i tratti del testamento artistico. Ascoltando le tracce del disco stupisce ancora l'effervescente brillantezza del sax di Woods, la chitarra di Yuris sembra non voler mai prendere la scena ma ne diventa parte rilevante proprio per questo, per le capacità di integrazione e di una tenue, aggraziata improvvisazione mai sopra le righe. Nonostante gli anni la godibilità e la formalità bop sembra non aver lasciato nulla per strada, anzi stupisce la freschezza di una musicalità che sembra rimasta ibernata, “vero jazz” per puristi imbiancati che ancora oggi non lo baratterebbero con nient'altro al mondo.

In questo senso pezzi standard come l'iniziale bop I've Got Your Number, i delicati sapori farciti di bossa che permeano Lost April, la splendida cadenza blues di Black Coffee (forse la vetta espressiva del trio) o il fresco romanticismo di I Remember You parlano la stessa ispirata lingua sulle orme di un jazz riconoscibile e senza tempo.

Di contro si rimane un po' perplessi davanti alla tenerezza nostalgica di Humpty Dumpty Heart, unico pezzo cantato dove una voce spezzata e stanca sembra far scorrere i tanti anni vissuti in ogni fragile vibrazione vocale.

Il degno congedo bebop di questo Songs Two conferma, se ce ne fosse bisogno, le risapute qualità tecniche, interpretative e l'anima nobile, inesauribile di un Phil Woods sempre fedele ad un percorso musicale consumato e ammirato per quella soffice variopinta leggerezza jazz che purtroppo, adesso, solo noi abbiamo il privilegio di far vivere ancora.

 

Track List

  • I`ve Got Your Number
  • Lost April
  • Humpty Dumpty Heart
  • Shadow Woman
  • Did I Remember
  • Only The Lonely
  • Black Coffee
  • A Lovely Way To Spend an Evening
  • To Love and Beloved
  • I Remember You
  • What Is the Thing Called Love