Palazzina Liberty<small></small>
Italiana • Alternative

Officina Della Camomilla Palazzina Liberty

2016 - Garrincha Dischi

05/05/2016 di Carlotta Garavaglia

#Officina Della Camomilla#Italiana#Alternative



 

La prima cosa che viene in mene ascoltando Palazzina Liberty, il nuovo disco de Officina della Camomilla uscito per Garrincha Dischi, è che sia un lavoro più vicino all' audio/arte, per scimmiottare la video/arte, che ad un canonico disco musicale. Ergo può piacere o lasciare spiazzati non capendo esattamente quello che si sta ascoltando.

 

Palazzina è un luogo fisico: mille delle palazzine liberty disperse tra Piemonte, Liguria e Lombardia. E' un luogo in particolare, la palazzina Liberty in viale Umbria a Milano riabilitata da Dario Fo e Franca Rame a centro culturale. E' un luogo simbolico e allucinogeno come quello in cui ci troviamo a vagare ascoltando questo disco.

 

Sei stanze collegate da sei corridoi che finiscono, a me piace pensare, in un enorme giardino segreto. In tutto sono tredici pezzi che compongono Palazzina Liberty, il primo album di soli inediti di Francesco De Leo, uscito dopo la trilogia di Senontipiacefalostesso.

 

La differenza tra i pezzi di oggi e queli di ieri è nettissima. Ascoltando Palazzina Liberty bisogna dimenticarsi del genere indie-pop e abbandonarsi a una continua sperimentazione in cui convergono più o meno la maggior parte dei generi musicali a noi noti.

E' un disco che contiene al suo interno una marea di contraddizioni sonore. Interessanti sono i salti musicali, soprattutto quelli che si trovano a metà del disco, dove passiamo da Mio fior pericoloso, un waltzer alla Capossela, a Triangolo industrial un pezzo strumentale molto vicino alla deep house, per poi tornare ai suoni pop di Ex darsena. Abbiamo poi la new wawe si Underpass, la lounge di Exit e reali suoni metallici in Macchina metallica.

 

Il disco si apre con un intro che protrebbe essere la colonna sonora di una fiaba felice raccontataci da Tim Burton: Intro omni. Subito dopo la title track, un pezzo più strumentale che cantato, in cui il testo è , come nelle restanti canzoni, un susseguirsi di frasi senza un apparente filo logico.

 

Quello che ha voluto esprimere Francesco De Leo sono sensazioni e luoghi della mente più che concetti. Cosi che Penelope è l'euforia, quasi da assunzione di Lsd, di un sentiero della riviera ligure, Ex darsena una zona morta di una qualsiasi città italiana. Soutine Twist, il pezzo che preferisco e già titolo di un lavoro solista del 2014, sono frammenti di ricordi di un rapimento. A chiudere Signora del mareUna dea dell'apocalisse. Che viene a donarci la morte del mondo reale, per celebrare finalmente il nuovo mondo illusorio”.

 

La voce è lontana ed effettata mentre le musiche, evocative, sono piu complesse e piene di strumenti diversi rispetto al passato tanto che la formazione, per i live, si è dovuta ampliare di molti componenti.

 

In Palazzina Liberty le melodie e i testi non sono immediati il che risulta di difficile comprensione. Non è un disco fatto per piacere ma per evocare qualcosa. Penso però che Francesco De Leo abbia fatto il passo più ungo della gamba cercando di creare un disco sperimentale che, alla lunga, suona piuttosto come un esercizio ben lontano da un opera d'arte come potrebbero essere gli antri misteriosi di una palazzina liberty.

 

 

 

 

 

 

 

Track List

  • Intro omni
  • Palazzina liberty
  • Underpass
  • Penelope
  • Exit
  • Mio fior pericoloso
  • Triangolo industrial
  • Ex-Darsena
  • Macchina metallica
  • Soutine twist
  • Noise sull`oceano
  • Signore del male
  • Altri posti

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