NuovoNormale due
2024 - Baracca e Burattini / The Orchard / Sony Music
Non fatevi comunque fuorviare dalle mie impressioni di fruitore nostalgico di musica di molti anni fa; se parlo di similitudini non è per sminuire il valore che permea questo disco: qui siamo di fronte ad un prodotto che si ispira, ma che non copia. E per questa ragione diventa tutt'altro che semplice dare una collocazione precisa a questo lavoro; con una tromba che cesella in maniera originale e definisce il sound di questa band; un disco ben suonato (persino spinto verso orizzonti prog, tra chitarre che mi fanno pensare a certe invenzioni di Robert Fripp e Adrian Belew) e arrangiato con cura.
E poi, come se non bastasse: interessanti i testi, mai banali, a tratti dolenti e potenti. Bella l’apertura con il brano Cosa ne avrebbe detto Erik?(canzone da dimenticare); menzione speciale per Bombe, lucida e minimale; apprezzabile l’omaggio a Dino Campana di Il più lungo giorno; incantevole la cover di Rock'n’Roll Robot di Alberto Camerini e la già ascoltata La promessa di un uomo; il cerchio infine si chiude con Preghiera, ispirato canto di speranza, illuminata preghiera laica.
Ma fondamentalmente non c’è una sola canzone in tutto l’insieme che mi sentirei di cassare; e questo accade fatalmente quando si lavora su un progetto e non semplicemente su un pugno di canzoni. Certamente la luce prevale sull’ombra in ogni dettaglio che compone il mosaico assemblato dai NuovoNormale, e, in un panorama musicale spesso deprimente, è già una buona boccata d’aria.
Dire che i ragazzi si faranno è davvero una considerazione banale (visto e considerato che parliamo del loro secondo album): i cinque musicisti si sente che sono già belli e fatti. Così come la loro dimensione naturale è quella del concerto.
Bravi.