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Jazz Blues Black • Jazz • Etnico

Michele Fazio World Trio Infinity

2023 - Abeat for Jazz

20/09/2023 di Vittorio Formenti

#Michele Fazio World Trio#Jazz Blues Black#Jazz

Combo a forte valenza etnica questo World Trio composto dal pianista (e leader) pugliese Michele Fazio, dalla violinista e cantante giapponese Aska Maret Kaneko e dal contrabbassista argentino Carlos “el tero” Buschini.  Completa il parterre come ospite il fisarmonicista Fausto Beccalossi, il cui intervento in tre tracce enfatizza ancor più un meticciato tra pop di classe, world latino e semantica base jazz.

La sintesi tra queste tre dimensioni è favorita del curriculum degli artisti, le cui collaborazioni d’eccellenza internazionale hanno toccato queste sponde con una logica di incontro più che di esposizione commerciale. 

Nel suo complesso il lavoro offre una dimensione preponderantemente melodica, accogliente e distesa. Il canto di Aska si stacca dalla tradizionale forma canzone offrendo un approccio legato alle sue radici, vicine ad una sensibilità recitativa ed evocativa in simbiosi con la dimensione strumentale. Non neghiamo che questa impressione è facilitata anche dall’incomprensibilità della lingua, che alle nostre orecchie appare più una sequenza di fonemi che un testo compiuto. Sia voluto o meno l’effetto è comunque efficace nel rendere una dimensione strumentale complessiva tutt’altro che introversa.

Gli echi orientali si fermano comunque qui, lasciando spazio a influenze mutuate da riflessi tangheri particolarmente adatti alla sensibilità ritmica del gruppo e sinergici al contributo dell’accordion di Beccalossi. In questo senso esemplificativo è La Festa nel quale si rilevano un po’ tutti gli ingredienti della ricetta: ritmo vivace, racconto folk della fisa, sostegno armonico del piano e un lavoro dinamicissimo del violino che tra cavate, glissandi, staccati e legati espone tutte le valenze tecniche della strumentista giapponese la quale, come molti suoi connazionali, dimostra di aver ben assimilato una certa lezione occidentale senza dimenticare la propria matrice.

Il gioco tra le varie componenti funziona molto bene mantenendo a tratti un’ambiguità affascinante basata su tensioni non risolte in via definitiva, est e ovest che fanno capolino senza imporsi ma anche senza contraddirsi. A dare valore aggiunto è la cifra dell’esecuzione tecnica, eccellente in tutte le componenti ma con particolare rilievo al violino per via della sua assoluta incisività, piuttosto lontana dall’immaginario collettivo che a questo strumento associa in generale una ruolo di poesia cameristica. In questo caso c’è di tutto, soprattutto un disinvolto recitar suonando tra diverse coordinate.

Da sottolineare il fatto che l’organico non prevede l’intervento di batteria o percussioni. La ricaduta in senso ritmico è importante ed interessante. Il ruolo sulle cadenze e sul marcare la metrica è distribuito in modo democratico su tutti gli strumenti; l’effetto porta l’ascoltatore a percepire un corpus unico pulsante.

Non da meno è la qualità della registrazione, un marchio di fabbrica della discografica in questione alla quale va un convinto plauso per l’attenzione che dedica a questo fattore, decisivo per poter apprezzare appieno un’opera meritevole per le sue molteplici sfumature.

Da ascoltare con attenzione e, possibilmente, con un buon impianto; se ne ricaverà un’esperienza tutt’altro che scontata.

Track List

  • Infinity
  • Secret Love
  • Jazmin
  • La Festa
  • Profumo di Luna Crescente
  • El Paso del Lagarto
  • Instinct
  • Kujira no Yume
  • Torre delle Stelle
  • Sunrise