
Matteo Castellano Solo la punta
2018 - Incipit
E il ritorno discografico segna anche il ritorno dello stile di Castellano, scanzonato, canzonatorio e di facile impatto ma che nasconde alle sue spalle un lavoro certosino di composizione e produzione, in cui nulla è lasciato al caso, ma curato nel minimo dettaglio.
L'iniziale Voglio lavorare negli hamburger, con il suo incedere simil-reggae ci porta nel mondo del cantautore piemontese, un mondo di precari che sognano di fare lavori spesso presi in giro, creando un contraltare davvero riuscito. Contento, con vaghi accenni a la Marta sui Tubi, parte come un'innoqua canzone pop per deragliare nel mezzo in divagazioni acide totalmente inaspettate. Con Festa in maschera ci si allontana dallo stile dei primi brani per andare verso un elettro-pop veramente ben fatto.
Un pop di stampo abbastanza classico è il tracciato principale del disco come dimostrano le successive Rubi e Solo la punta. Via Bianzè con Sabrina Pallini è una piccola perla, che abbandona il mood del disco per lasciarsi andare a un lenta ballata con un testo che racconta di una storia di coppia sui generis. Sicily Seaside deraglia totalmente in divagazioni musicali e testuali mentre la finale Non me la sento mette in scena il talento di Castellano nel raccontare storie, in questo caso un primo appuntamento raccontato da entrambi i protagonisti.
Matteo Castellano ha fatto attendere questo nuovo lavoro per oltre un lusto ai suoi fans. E c'è da dire che l'attesa non è stata vana in quanto questo lavoro è ispirato e realizzato alla perfezione. Le idee sono messe in scena chiare e senza fronzoli, i testi sono divertenti e profondi. Un disco che farà venir voglia di sentire altro materiale dell'autore, sperando di non dover aspettare come l'ultima volta.