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Jazz Blues Black • Jazz • Hard bop

Massimo Urbani Quintet 30

2023 - Red Records

13/10/2023 di Vittorio Formenti

#Massimo Urbani Quintet#Jazz Blues Black#Jazz

Normalmente i nostri articoli sono dedicati a uscite di nuovo conio, siano esse di esordienti o meno, ma comunque generalmente non ristampe.

Questo caso costituisce un’eccezione per due motivi: il primo, fondamentale, è che in questo caso non ci troviamo di fronte a una riedizione, bensì ad una pubblicazione di materiale inedito, quindi in qualche modo una novità. Il secondo è legato all’indiscutibile valore del materiale e dell’artista in questione, che, a nostro avviso, merita la massima attenzione.

Massimo Urbani (sax alto) ha rappresentato uno dei vertici del jazz nazionale, non temendo sfide anche da colleghi di livello internazionale. Grande interprete, che ha fuso la lezione di Coltrane, Parker, Coleman e Ayler in un magma emozionale intensissimo, frutto di una vita vissuta sotto la pressione di fantasmi da cui non è mai riuscito ad allontanarsi, se non a tratti, proprio tramite la sua arte fino a quando ha potuto. Da questo dramma personale ha ricavato, per puro istinto, unito a un talento unico, la forza di una espressione che più che ricerca comunicava uno sfogo, uno sforzo verso un tentativo di liberazione, purtroppo finito male.

Una vita alla Charlie Parker, che ha lasciato in eredità un patrimonio importante, del quale questo 30 costituisce un tassello, offerto dalla meritevolissima azione, che la discografica Red Records continua a sviluppare per mantenere viva la memoria di artisti del jazz indipendente.

Il lavoro in questione è una registrazione di un concerto tenutosi a Bologna nel 1981 in quintetto insieme a Pietro Tonolo (sax tenore), Riccardo Zegna (piano), Luciano Milanese (contrabbasso) e Gianni Cazzola (batteria); concerto in pieno stile post bop, nel quale energia, irruenza ed improvvisazione la fanno da padroni.

La scaletta è basata su composizioni di giganti del jazz (De Paul, Coltrane, Gillespie, Henderson e H. Mobley) con le quali il combo nel suo complesso si confronta senza alcun timore reverenziale. I diciassette minuti di Blue ‘n’ Boogie permettono una manifestazione di assoli, sia del sax alto (Urbani), sia del tenore (Tonolo), travolgenti. L’istrionismo del compositore originale (Gillespie) viene riparametrato in un flusso quasi selvaggio, con fraseggi basati su cellule elementari sempre diverse, ribattute e poi variate con un impulso basato sull’istinto; la base ritmica è un deciso walking del basso e un drumming alla Blakey, tutti tirati sui piatti in doppio tempo. Un vero e proprio “stream of consciousness” che toglie il fiato.

Per quanto intitolato a Urbani, il disco offre in realtà un’esecuzione paritetica tra tutti gli strumentisti, con in particolare evidenza la naturale integrazione e alternanza delle ance e un piano che ricorda Powell e Silver, un basso alla Chambers e una batteria alla Blakey. Ma non si tratta di una riedizione dei Messenger, la verve è tutta del proprio tempo, proprio grazie a quella componente istintiva, e quindi personale ed originale, a cui si è fatto cenno.

Anche negli standard teoricamente più morbidi, come la traccia di esordio (brano del 1941, quindi prima del bop), l’interpretazione è incisiva, secca; pur mantenendo la partitura perfettamente riconoscibile, lo swing e i chorus proposti sono lontani dal senso di romanza dello standard; anche nei passaggi apparentemente più delicati si percepisce una forza a tratti compressa e a tratti rilasciata, una tensione latente e poi sfogata.

Un disco che vale assolutamente la pena di recuperare, un’opera che conferma lo spessore di quello che è stato il maggior sax alto del jazz italiano, al quale è difficile rivolgere un pensiero senza un filo di commozione. Ma sempre con grande gratitudine.

Track List

  • I&rsquo;ll Remeber April
  • Blue Train
  • Blue &lsquo;N&rsquo; Boogie
  • Recorda Me
  • Snappin&rsquo; Out