Fly Down<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Fusion

Mariano Colombatti Fly Down

2019 - Emme Record Label

07/03/2020 di Davide Formenti

#Mariano Colombatti#Jazz Blues Black#Jazz

Ascoltando Fly Down, progetto musicale del chitarrista Mariano Colombatti pubblicato nel 2019, si ha l’impressione che non ci sia bisogno della macchina del tempo per viaggiare tra un briciolo di passato e anche un bel po’ di futuro. Pare che la città di Rovigo (sede del complesso nato prima come laboratorio/studio di composizione contemporanea e poi come organico fisso) diventi per 45 minuti circa un anfratto territoriale che, come nei videogiochi gdr, racchiude in sé una fonte di originalità musicale (“mana musicale” ndr. ) da non sottovalutare.

Il complesso si avvale del chitarrista seguito da Marco Zago (pianoforte, tastiere e synth), Alessandro Arcolin (batteria) e Alberto Zuanon (contrabbasso e basso), in cui figurano ospiti: Valentina Frezza (voce in Another Mistake) e Federico Cassandro (anche lui alla batteria).

L’impressione che si ha è quella di un flusso continuo che accompagna gli 8 brani della tracklist caratterizzato da diverse memorie e altrettante fantasie sperimentali che convivono nella stessa cornice musicale.

Si parla di videogiochi non a caso: nel cd sono presenti microspazi melodici (come l’intro di Mental Misstep) che riaccompagna a dei classici videoludici degli anni 90/00 dove si iniziava a spingere verso una sperimentazione fusion/jazz dettata dalla necessità di avere una colonna sonora “eclettica”.

In altri frammenti più lunghi (utile citare Redirect) si sente in lontananza un sussurro, una referenza musicale delicata, dolciastra a tratti un po’ eterea che ricorda gli album di Pat Metheny o di altri grandi del contemporary jazz/fusion degli anni 80/90.

Questi però sono solo esempi e non è tutto così facilmente riassumibile, anzi.

Nel progetto l’ensemble di Colombatti cerca di fare da cupido tra mondi apparentemente differenti, atmosfere che connettono parte di un passato fondamentale color seppia del mondo fusion con la sperimentazione di un futuro a tratti melodico, a tratti complesso e (molto spesso) non diatonico.

Tutto ciò avviene attraverso l’utilizzo di improvvisi assoli di contrabbasso particolarmente dinamici, velatamente noir concatenati a stacchi più “lounge” che ritornano poi con un synth a richiamare alcuni classici delle colonne sonore videoludiche precedentemente citate (prima parte di Fabiola), seguiti da un costante incatenamento del flusso musicale in un’ennesima e differente sperimentazione. Quest’ultima è sempre nuova e, a volte più melodica altre volte più dissonante, cerca di analizzare i limiti di ciò che fino ad ora c’è e ciò che, come nella fantascienza, ancora c’è da scoprire.

Va fatta una menzione particolare ai vari ospiti che si assumono l’incarico di dare altrettante sfaccettature con ritmi che si contraggono e si ampliano in maniera organica rispetto al progetto stesso, aggiungendo contrasti con vocalizzi o con ritmi insoliti.
 
In conclusione Fly Down appare da un lato come un filo rosso che rimbalza da un punto all’altro di una curiosa e originale bacheca, dall’altro una catena robusta e resistente dove ogni anello non è mai uguale al precedente.

In fondo tutto questo, da dizionario, dovrebbe trovarsi metaforicamente sotto la voce “Evoluzione”.

 

Track List

  • Fly Down
  • Mental Misstep
  • Inlays
  • Distance
  • Redirect
  • Bedrooms
  • Another Mistake
  • Fabiola