Post Meridian Soul<small></small>
Emergenti • Alternative • indie-rock

March Division Post Meridian Soul

2014 - Autoprodotto

13/01/2015 di Dario Moalli

#March Division#Emergenti#Alternative #Indie-rock

Quando schiacci play, a scatola chiusa, e raggiungi, più o meno,  il terzo brano di Post Meridian Soul sei ormai convinto che da qualche parte in Inghilterra girino questi boriosi ragazzi, vestiti Fred Perry che si incontrano alle cinque di pomeriggio per il consueto the con i biscotti chiamandosi Sir. Invece no, e procedendo per stereotipi, questa band è tutta pasta, pizza e mandolino. Con Andy Vitali in veste di scrittore, produttore e chitarrista, Emanuele Platania ai vari drums, con Mattia Passavini alle keyboards, e Stefano Lai al basso, questi ultimi due coinvolti anche nella produzione. 

Il secondo album dei March Division è un bell’ ibrido di elettronica e rock, che segna un svolta rispetto al sound presente nel primo Radio Daydream molto più indie rock. Una nuova veste musicale che ti coinvolge dall’inizio alla fine, con testi che parlano di amore in scenari da guerra post atomica, fallimenti della società, ricordi di gioventù. Il tutto cadenzato con un bel ritmo che ti fa gustare tutto il disco, non ti stanca. Sempre, alla base, una bella struttura elettronica riempie il brano, lo infarcisce di suoni, poi in un secondo momento entra tutto il resto, ed è forse solo questo a limitare un po’ tutto il disco. L’altro piccolo difetto sono le linee melodiche un po’ troppo simili una all’altra, e dove questa cambia, vedi Old Man Knocking e One of Ten, saltano fuori due bei pezzi, che insieme a Sell By Date e Suburban Rust sono i più riusciti di tutto l’album.

Qualcuno potrebbe dire che alcuni possibili punti di riferimento sono troppo evidente, come i Kasabian o i New Order, e questo può essere vero, ma solo nei risvolti positivi.  Nel sound, un po’ li ricordano, ma quello che più accomuna queste band è la raffinatezza della produzione, del suono e degli arrangiamenti. Quello dei March Division è un album molto curato, e anche se praticamente autoprodotto rivaleggia con le produzioni delle major. Questi ragazzi sanno il fatto loro, e hanno concepito un lavoro coerente e molto interessante soprattutto se calato nella realtà musicale italiana, fregandosene dell’eredità cantautorale italiana per dare uno spirito tutto d’oltre manica alla loro musica. E del resto se fossero stati inglesi sarebbero già in radio da un bel po’.

Track List

  • Night Fare
  • Suburban Rust
  • Friday Will Come
  • Dig It
  • Downtown Evil
  • Right On My Way
  • Rust’n’dust
  • Hi-Volt
  • Old Man Knocking
  • One Of Ten
  • Morning Junk
  • Time Won’t Wait
  • Sell-By Date
  • Water

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