Sparks<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Cameristico - world

Ludovica Burtone Sparks

2023 - Outside in Music

04/12/2023 di Vittorio Formenti

#Ludovica Burtone#Jazz Blues Black#Jazz

Violinista friulana emigrata negli USA Ludovica Burtone è un’artista dalla formazione classica che ha poi saputo integrare la sua educazione con esperienze aperte al jazz e al world, in un tipico schema che caratterizza le nuove declinazioni di certa musica contemporanea.

Suoi compagni di viaggio in questo lavoro sono Fung Chern Hwei (violino), Leonor Falcon Pasquali (viola), Mariel Roberts (violoncello), Marta Sanchez (pianoforte), Matt Aronoff (contrabbasso) e Nathan Elmann-Bell (batteria); la base resta cameristica, imperniata sul quartetto d’archi a cui è affidato il grosso dell’impegno, mentre alla sezione ritmica è, se vogliamo dirla così, consegnato lo stampo di meticciato.

Ospiti come Sami Stevens (voce in Altrove), Melissa Aldana (sax tenore in Awakening), Leandro Pellegrino (chitarra in Sinhá), Roberto Giaquinto (batteria in Incontri) e Rogerio Boccato (percussioni in Sinhá) arricchiscono la palette interpretativa portando a un risultato timbrico di deciso rilievo.

Cinque brani originali e uno ripreso dal patrimonio carioca di Chico Buarque e Joao Bosco compongono un progetto sintetico, quasi un EP, con il grande vantaggio della sintesi; i contenuti infatti sono molteplici, esprimendosi su di una durata limitata che aiuta certamente l’ascoltatore alla fruizione.

Si inizi dalla già evidenziata matrice cameristica del disco. I due violini, la viola e il violoncello conducono la narrazione melodica ricorrendo a note spesso prolungate e cavate con decisione, aspetto che elimina qualsiasi leziosità nell’estetica di immediato impatto. Se a questo si aggiungono riflessi di altre musiche (world, per dirla in termini più immediati) l’esito complessivo esprime una evidente modernità.

Interessante inoltre il ricorrere di elementi poliritmici, introdotti soprattutto dal pianoforte e dalla sezione ritmica strettamente intesa (basso e batteria), che giocano su tempi veloci in dialettica con i profondi legati degli archi creando sovrapposizioni emozionanti.

La dimensione jazz è normalmente rappresentata dalle modulazioni ritmiche di cui sopra ma affiora con tutta evidenza nell'intervento di Melissa Aldana al sax, impetuoso alla Coltrane, sostenuto da uno splendido piano e in grado di trascinare gli archi in modo empatico in una logica di improvvisazione.

L’elemento world spicca nel riarrangiamento di Sinha, proponendo una versione che abbandona l’aspetto cantautorale originale, complice l’assenza della parte cantata, sostituendolo con una rielaborazione elegante, non caramellosa, decisa (di rilievo gli ostinati degli archi), comunque rispettosa delle idee melodiche e armoniche di base con un intermezzo quasi astratto che ne scuote in modo imprevisto la struttura.

In generale inoltre, per quanto il lavoro sia stato realizzato negli Stati Uniti con un organico multinazionale, ricorre quel senso melodico di fondo tipico della sensibilità mediterranea.

Un disco affascinante che suggerisce aggregazione ed ampie visioni, magnificamente suonato e gradevolissimo all’ascolto. Quando la vita, la cultura e il talento si fondono la sinergia tra le parti diventa trascinante; questo è l’effetto primo che chi deciderà di ascoltare Sparks potrà apprezzare.

Track List

  • Blazing Sun
  • Sinha
  • Altrove
  • Awakening
  • Stelutis
  • Incontri