Start from Scratch<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Cameristico

Livio Bartolo Variable Unit Start from Scratch

2022 - DODICILUNE

22/01/2024 di Vittorio Formenti

#Livio Bartolo Variable Unit#Jazz Blues Black#Jazz

L’incontro tra il camerismo radicale e la musica improvvisata ha spesso prodotto risultati di estremo interesse, come nel caso del presente lavoro.

Livio Bartolo è un chitarrista e compositore pugliese, diplomato col massimo dei voti in chitarra jazz al Conservatorio di Monopoli; il suo stile ben rappresenta l’unione delle due dimensioni sopra accennate, integrate da un approccio molto vicino all’accademia contemporanea e, si potrebbe anche aggiungere, a una certa visione derivante dal post rock anni ’90, espresso da artisti quali David Grubbs, Jim O’Rourke e David Pajo (giusto per fare qualche esempio).

Livio guida il suo progetto Variable Unit con Anais Drago, interessantissima violinista già ospite in testata con lo splendido Solitudo (2021), Francesca Remigi (batteria), Andrea Campanella (clarinetto, clarinetto basso), Aldo Davide Di Caterino (flauto) e Pietro Corbascio (tromba).

L’organico dell’ensemble rende già evidente la natura dell’opera, questo per via della miscela tra strumenti tipici del jazz ed altri più vicini alla musica “colta”.

La prima impressione si rivela corretta fin dal primo ascolto.

Start from Scratch, che significa “ripartire da zero”, in realtà non annulla i retroterra del genere e dell’educazione degli artisti ma ben esprime la natura non derivativa delle composizioni, tutte a nome del leader.

Il riferimento a Henry Threadgill proposto nelle linee presentative del disco appare convincente anche se impegnativo. La ricerca parallela tra combinazioni strumentali e linee geometriche è l’elemento che risalta maggiormente, specie per l’aspetto creativo che va al di là del puro fatto teorico e concettuale.

Il ricorso a intervalli particolari, fuso con un gioco corale delle voci, con un’impostazione poco tonale e con strutture labili, porta a un esito apparentemente astratto (cosa tra l’altro certamente non negativa); tuttavia l’impatto complessivo tiene desta l’attenzione per via della molteplicità dei linguaggi che vengono richiamati e per le originalità timbriche, utilizzate con risalto quasi fisico.

La logica è quella di una suite a più movimenti, come evidenziato anche dai titoli della scaletta che suddividono il disco in cinque parti nominate in sequenza. Ciascuna di queste ha una sua propria caratteristica che va da echi progr a riflessi di inizio Novecento, dal jazz europeo a richiami di una certa avanguardia americana.

Passaggi esemplificativi se ne trovano in diversi punti.

Da sottolineare la seconda parte, con le ricche interazioni dei fiati giocate sulle inerzie del clarinetto basso, la dolcezza del flauto e la verve quasi militaresca della tromba; qui si manifesta in tutta evidenza una delle cifre principali del lavoro, consistente nell’intreccio scheletrico, analitico e corale sostenuto dal preciso punteggiato del violino e della chitarra.

La sezione conclusiva conduce a elementi più strettamente europei, meno indirizzata ad improvvisazione e più evocativa di contesti ed ambienti.

Un’eccellente sintesi tra ricerca, narrativa e sapienza organizzativa.

L’ascolto richiede attenzione ma il risultato sarà certamente gratificante, specie per l’indubbia originalità complessiva del progetto.

Track List

  • Part One (Start)
  • Part Two (From)
  • Part Three A.L.F.F. (Scratch)
  • Part Four (Scherzo)
  • Part Five (Ending)