Our Favorite Ellington<small></small>
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Lazzeri - Zorn - Fabbri Our Favorite Ellington

2021 - Barnum for art

31/01/2022 di Vittorio Formenti

#Lazzeri - Zorn - Fabbri#Jazz Blues Black#Jazz

Se per fascino si ritiene quella capacità che un qualcosa ha di attrarre e di mantenersi legati ebbene questo lavoro rappresenta un’ottima esemplificazione di questo concetto.

Angelo Lezzeri (chitarra), Guido Zorn (contrabbasso) e Alessandro Fabbri (batteria) danno vita a un interessantissima indagine nell’universo Ellington seguendo percorsi inusuali e “secondari”, con tutto il valore aggiunto che il non scontato ha.

La gigantesca figura di Duke, uno dei massimi geni della musica in generale (tanto che ne ebbe le lodi anche del piuttosto spocchioso Pollini), pone infatti dei problemi a chi intende farne un riferimento.

Il trio in questione affronta in modo saggio e decisamente stimolante l’impresa pescando nella zona meno conosciuta del patrimonio del grande compositore ottenendo così due vantaggi: evitare il risaputo e disporre di una maggior libertà di azione.

Il risultato è decisamente di rilievo. Il combo viaggia libero nelle sue interpretazioni consapevole che, non essendo un’orchestra, deve giocare con altre regole. Si sceglie quindi non un interplay classico ma uno schema di collettivo che vede sempre in azione i tre strumentisti, a favore di un ascolto che conserva l’impressione di un ensemble allargato e ben organizzato nei ruoli.
I brani sono inoltre offerti con una visione moderna, ben lungi dalla ricapitolazione scontata di un New Orleans ( o di un New York, o di un Jungle…) buona per archeologi.

Basta ascoltare Blues Of The Vagabond, scomposto in quattro parti con arrangiamento analitico e sparso, per apprezzare la visione moderna di un cespite ereditato dal passato. Nessuna replica dello schema “un – due” della fine degli anni ’20 (il brano è del 1929) ma una vera e propria riprogettazione ritmica e armonica.

La timbrica della chitarra elettrica ridisegna gli effetti degli originali evolvendo da un’adesione allo schema originale a pronunce tutte attuali; a questo riguardo si cita Old King Dooji dove il lavoro della sei corde è di tutto rispetto e sfocia in effetti quasi rock.

Il trio rielabora anche un brano arrangiato dal grande Billy Strayhorn (Day Dream) proponendone una visione più cadenzata e slanciata che ben manifesta la passione degli artisti per questo lascito.

Un progetto che ha un bel valore aggiunto ricreando la storia in attualità. Nemmeno un grammo di patina del passato; se non fosse per il titolo il lavoro parrebbe una composizione originale figlia dei giorni nostri.

 

Track List

  • Blues Of The Vagabond &ndash; part 1
  • Day Dream
  • Morning Glory
  • Blues Of The Vagabond &ndash; part 2
  • Azure
  • I Didn&rsquo;t Know About You
  • Jump For Joy
  • Blues Of The Vagabond &ndash; part 3
  • Old King Dooji
  • Serenade To Sweden
  • Blues Of The Vagabond &ndash; part 4
  • Pyramid
  • Paris blues