Kettle Of Kites Arrows
2019 - Costello’s Records
Ascoltando brani come Orchid emerge chiaro il tema del paradiso perduto, che è questa terra ormai devastata. Tra fantascienza e ambientalismo versi come “Maybe we're the last to be witness to this paradise Before the architects fist hammers down in the still of night” sembrano soccombere tra martellate sonore e reali che gradualmente prendono la scena, dopo un inizio dall’incedere quasi fiabesco. Giants esalta sia i pionieri narrati da Asimov che i giganti gassosi del sistema solare, che rappresentano una placida ed imperturbabile frontiera lontana. Vibrante e composto al contempo è il cantato di Tom Stearn.
Il disco si chiude con Oliver. Oliver è un robot, e in un’epoca in cui si parla molto di intelligenza artificiale e automazione, spesso in modo acritico, il brano si permette di insinuare dubbi: “Stood statued, metal muse/ Born into and born from human logic/Three rules justify the right move, but it's not enough/The stars like dust murmur of a fourth /But where do two worlds collide? Morality and logic never coincide”.
Arrows è un lavoro ipnotico ma non immediato. Va ascoltato più volte, per estraniarsi dalla confusione del traffico mattutino o della metropolitana affollata e riuscire a viaggiare almeno con la fantasia come se si fosse astronauti.