Arrows<small></small>
Emergenti • Alternative • folk - pop

Kettle Of Kites Arrows

2019 - Costello’s Records

25/01/2020 di Arianna Marsico

#Kettle Of Kites#Emergenti#Alternative

Davvero originale è la formazione dei Kettle Of Kites. Si incontrano il folk e il cantautorato britannico portato dal cantante, lo scozzese Tom Stearn (che ritroviamo anche alla chitarra e al banjo a cinque corde) con quel calore che può venire solo dal mare, quel soffio di vitalità e a volte caos che viene dai porti. E non può essere quindi un caso che Marco Giongrandi (chitarra elettrica), Pietro Martinelli (basso elettrico, contrabbasso e synth) e Riccardo Chiaberta (batteria, pad elettronico e percussioni) siano di Genova. Arrows, secondo disco della band dopo Loan (2015), ha come tema il cosmo ed è ispirato all’immaginario di Isaac Asimov. Eppure il sound ha ben poco di etereo e spaziale e molto di terreno, pur nella sua delicatezza. Sembra di accarezzare la sabbia del deserto, una sabbia finissima che si insinua nelle pieghe della pelle, sembra quasi di immaginarsi Thom Yorke che cantando vi si muove. In fondo però la superficie di Marte ha qualcosa di desertico, forse spazio e terra in Arrows poi non sono così in antitesi come si potrebbe essere portati a pensare.

Ascoltando brani come Orchid emerge chiaro il tema del paradiso perduto, che è questa terra ormai devastata. Tra fantascienza e ambientalismo versi come “Maybe we're the last to be witness to this paradise Before the architects fist hammers down in the still of night” sembrano soccombere tra martellate sonore e reali che gradualmente prendono la scena, dopo un inizio dall’incedere quasi fiabesco. Giants esalta sia i pionieri narrati da Asimov che i giganti gassosi del sistema solare, che rappresentano una placida ed imperturbabile frontiera lontana. Vibrante e composto al contempo è il cantato di Tom Stearn.

Il disco si chiude con Oliver. Oliver è un robot, e in un’epoca in cui si parla molto di intelligenza artificiale e automazione, spesso in modo acritico, il brano si permette di insinuare dubbi: “Stood statued, metal muse/ Born into and born from human logic/Three rules justify the right move, but it's not enough/The stars like dust murmur of a fourth /But where do two worlds collide? Morality and logic never coincide”.

Arrows è un lavoro ipnotico ma non immediato. Va ascoltato più volte, per estraniarsi dalla confusione del traffico mattutino o della metropolitana affollata e riuscire a viaggiare almeno con la fantasia come se si fosse astronauti.

Track List

  • Supernova
  • Lights Go Out
  • Looking Down At It
  • In The Dome
  • Orchid
  • Giants
  • Caves
  • Weathervane
  • Olive