Straight From The Heart<small></small>
Jazz Blues Black • Blues

Kenny Neal Straight From The Heart

2022 - Ruf Record

19/06/2022 di Silvano Brambilla

#Kenny Neal#Jazz Blues Black#Blues

Ah già, lui è il figlio del celebre…Alzi la mano chi non ha mai esclamato questa frase davanti ad un artista dal cognome assai noto. Poi per alcuni casi si prosegue con i raffronti del tipo, molto meglio suo padre, oppure, perché cerca sempre di imitare suo padre e non trova una sua strada, ecc, ecc. Siamo consapevoli che non deve essere facile per figli/e, una volta intrapreso la carriera del padre e/o della madre, costruire una propria identità senza paragoni familiari. Prendiamo Kenny Neal, chitarrista/cantante da Baton Rouge, suo padre è Raful Neal, ex armonicista/cantante scomparso nel 2004, considerato, a ragione, uno dei fondamentali del blues della Louisiana radicato nella tradizione dalle tipiche sonorità rilassate, dondolanti ma penetranti. Il figlio Kenny, oggi sessantenne, ha iniziato sì la carriera da ragazzo con il genitore, con Slim Harpo e Buddy Guy, ma da grande,  ha guardato dentro quel melting pot stilistico dello stato meridionale degli States, creando così un suo idioma di blues, certamente, ma anche di soul, r&b, zydeco dove, senza mai scalfire la tradizione, ha dato una ragionevole spinta contemporanea nel tempo apprezzata un po’ ovunque fra dischi e concerti.

Il senso di appartenenza ad un popolo, ad una comunità, ad una cultura è un alto valore e Kenny Neal con questo nuovo disco lo ha voluto evidenziare, è successo che per la prima volta ha registrato nella sua Baton Rouge, ha coinvolto una ventina di musicisti perlopiù autoctoni e ha dato ulteriore vitalità alla sua multiforme geografia stilistica con il contributo del missaggio di Boo Mitchell fatto ai Royal Studios di Memphis. E qui non possiamo sottacere al fatto che il suddetto tecnico del suono è anche lui un figlio d’arte, suo padre è stato una figura iconica della musica soul e r&b, Willie Mitchell, musicista, produttore, talent scout, fondatore dei suddetti studi di registrazione e della storica etichetta Hi Records. Al Green, Ann Peebles, O.V. Wright, Otis Clay, Syl Johnson, bastano questi nomi per capire dove è stata scritta una parte della storia della black music e non solo?

Veniamo al disco, sono undici i pezzi che lo compongono e il primo ha un titolo eloquente, Blues Keep Chasing Me (il blues continua a darmi la caccia) e Kenny Neal, seguito dalla sezione fiati, si fa “catturare” volentieri con un bel passo medio lento, per poi rendere omaggio a B.B. King con Mount Up On The Wings Of The King, con sempre i fiati, un accompagnamento vocale femminile e il giovane chitarrista ospite, Christone “Kingfish” Ingram.  Da un Re ad un altro, da B.B. a Albert King, la rivisitazione di, I’ll Play The Blues For You,vive di un buon passo perché nessuno alza i toni, tutto è fluido e, pur essendo un classico, questa versione si fa riascoltare. Con, Louise Ana, è tempo di zydeco dall’andamento lento, c’è Rockin’ Dopsie Jr all’accordion con i suoi The Zydeco Twister, mentre Kenny Neal canta e suona l’armonica che poi sostituisce con la chitarra e, con lo stesso schieramento di cui sopra, dà ritmo a Bon Temps Rouler. Non poteva mancare il riferimento al dondolante blues di suo padre Raful e di Slim Harpo, riprende dunque l’armonica e con l’aggiunta dei fiati presenta, It’s Been So Long, per poi chiudere con la soul/blues ballad, Someone Somewhere  e con il tipico ritmo sincopato di New Orleans, intitolato come la città.

Non vuole essere un disco di presuntuosa contemporaneità, è un atto d’amore verso le sue radici e vista la sincerità insita non è poco! 

Track List

  • Blues Keep Chasing Me
  • Mount Up On The Wings Of The King
  • I ‘ ll Play The Blues For You
  • Two Timing
  • Louise Ana
  • It Don ‘ t Cost Nothing
  • Bon Temps Rouler
  • It ‘ s Been So Long
  • Someone Somewhere
  • I Got To Tell Somebody
  • New Orleans