K-ANT Cenere
2023 - Trulletto RecordsBelieve Digital
Dal 4 aprile è disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo album di K-ANT, rapper pugliese che risponde al nome di Antonio Cappelluti, intitolato Cenere, pubblicato per Trulletto Records e distribuito da Believe Digital.
Si parte con Syracard, termine presso in prestito della serie de Il trono di spade, ma al contrario: infatti la parola “Dracarys” altro non è che l’ordine per infuocare tutto; in questo caso si vuole bruciare per ottenere un nuovo indirizzo. Facendo riferimento al fatto di essersi riaffacciato sulla scena musicale dopo una pausa, si dice cambiato dentro e fuori. Questo viene impresso sopra un beat oscuro e scorbutico, in cui la batteria risulta solida e di spessore.
Un piano pungente apre la title track che gira intorno al concetto di mancanza e di ritrovare ciò che si è perso. La batteria parte lentamente, per poi subire una brusca accelerazione durante il ritornello, in cui fanno capolino altri suoni sintetici; vorrebbe trasformare in cenere la persona verso cui sente una profonda lontananza al fine di portarla sempre con sé. Si tratta di un pensiero che brucia la mente: anche se l’aveva riposto in un cassetto, cerca sempre una maniera per fuoriuscire.
Si passa così a Ma maison, in cui la casa diventa il luogo accogliente per eccellenza dove sentirsi al sicuro; sullo scorrere di piatti e tamburi si possono avvertire dei fiati malinconici. La traduzione del ritornello francese recita: “Cerco casa/Ma la mia casa non è nel mio cuore”; forse ha capito che, prima di fare entrare qualcun altro, nella propria vita bisogna fare un po’ di ordine.
Pulsar viene introdotta da una raffinata tromba, titolo che trae ispirazione dall’esplosione delle stelle, mentre collassano dall’interno; così, nonostante cerchi di scappare da paure ed amori, se li trova sempre sul suo cammino. Quando la vede arrivare, non sa resisterle e viene travolto dai brividi di gioia: ora capisce come mai gli è impossibile chiudere quella porta, quella possibilità.
In Fai la muta si sfoga contro quelle persone che mostrano, magari improvvisamente, quella che è la loro vera indole. Il brano ha un’atmosfera dai tratti rockeggianti per bassi e batteria, pestata rabbiosamente come lo scorrere della vita, quando si piega alle leggi ingiuste; ma ora che la sua pelle è colma di ferite, errori e traumi, non gli resta che abbattere la muta. Si è accorto delle menzogne udite e si è lasciato andare.
Si cambia totalmente registro con Non ci pensare, accompagnata da dolci suoni di batteria e piano. Il tema di fondo è l’imprevedibilità dell’amore, un sentimento che è in grado di provocare emozioni contrastanti ed opposte.
L’ultima canzone è Chi osa, che si presenta come un insieme di pensieri, esperienze ed insegnamenti acquisiti.
In ciascun brano emergono pensieri accumulati in un silenzio lungo sei anni: dal lato sonoro il punto di partenza rimane un hip-hop di stampo nu-soul, ma lungo la strada talvolta si devia verso elettronica, funk, rock ed un pop riflessivo.
Si parte con Syracard, termine presso in prestito della serie de Il trono di spade, ma al contrario: infatti la parola “Dracarys” altro non è che l’ordine per infuocare tutto; in questo caso si vuole bruciare per ottenere un nuovo indirizzo. Facendo riferimento al fatto di essersi riaffacciato sulla scena musicale dopo una pausa, si dice cambiato dentro e fuori. Questo viene impresso sopra un beat oscuro e scorbutico, in cui la batteria risulta solida e di spessore.
Un piano pungente apre la title track che gira intorno al concetto di mancanza e di ritrovare ciò che si è perso. La batteria parte lentamente, per poi subire una brusca accelerazione durante il ritornello, in cui fanno capolino altri suoni sintetici; vorrebbe trasformare in cenere la persona verso cui sente una profonda lontananza al fine di portarla sempre con sé. Si tratta di un pensiero che brucia la mente: anche se l’aveva riposto in un cassetto, cerca sempre una maniera per fuoriuscire.
Si passa così a Ma maison, in cui la casa diventa il luogo accogliente per eccellenza dove sentirsi al sicuro; sullo scorrere di piatti e tamburi si possono avvertire dei fiati malinconici. La traduzione del ritornello francese recita: “Cerco casa/Ma la mia casa non è nel mio cuore”; forse ha capito che, prima di fare entrare qualcun altro, nella propria vita bisogna fare un po’ di ordine.
Pulsar viene introdotta da una raffinata tromba, titolo che trae ispirazione dall’esplosione delle stelle, mentre collassano dall’interno; così, nonostante cerchi di scappare da paure ed amori, se li trova sempre sul suo cammino. Quando la vede arrivare, non sa resisterle e viene travolto dai brividi di gioia: ora capisce come mai gli è impossibile chiudere quella porta, quella possibilità.
In Fai la muta si sfoga contro quelle persone che mostrano, magari improvvisamente, quella che è la loro vera indole. Il brano ha un’atmosfera dai tratti rockeggianti per bassi e batteria, pestata rabbiosamente come lo scorrere della vita, quando si piega alle leggi ingiuste; ma ora che la sua pelle è colma di ferite, errori e traumi, non gli resta che abbattere la muta. Si è accorto delle menzogne udite e si è lasciato andare.
Si cambia totalmente registro con Non ci pensare, accompagnata da dolci suoni di batteria e piano. Il tema di fondo è l’imprevedibilità dell’amore, un sentimento che è in grado di provocare emozioni contrastanti ed opposte.
L’ultima canzone è Chi osa, che si presenta come un insieme di pensieri, esperienze ed insegnamenti acquisiti.
In ciascun brano emergono pensieri accumulati in un silenzio lungo sei anni: dal lato sonoro il punto di partenza rimane un hip-hop di stampo nu-soul, ma lungo la strada talvolta si devia verso elettronica, funk, rock ed un pop riflessivo.
