The Cold Summer of The Dead<small></small>
Derive • Avantgarde • dark-wave, elettronica, ambient

Junkfood The Cold Summer of The Dead

2014 - Trovarobato Parade/Blinde Proteus/Audioglobe/Digitalea

22/04/2014 di Christian Panzano

#Junkfood#Derive#Avantgarde #Elettronica #Ambient

Al pit stop di un lungo tour - li vedremo al Primavera sound di quest'anno - i Junkfood, quartetto bolognese nato sui banchi di scuola del Giovan Battista Martini, sono al secondo lavoro in studio dopo Transience debutto di due anni fa per Trovarobato. Recidivi sia per label che per indole, questo Cold summer of the dead rimarca, per chi ancora non avesse recepito l'antifona, l'estrema professionalità del gruppo.

Le otto tracce sono state tutte registrate in presa diretta e mixate alle Officine meccaniche dall'onnipresente Tommaso Colliva, specchio riflettente di tante distinte produzioni. Buoni i primi brani che, callosi e sul filo del rasoio, riescono a chiudere ogni provinciale rendendo metallici i guard rail ed elastiche le chiavi d'entrata con, e qui si nota la mano di Colliva, bestiali rumorismi sinfonici e cinematografico appeasement.

Specialmente momenti come Days are numbered o The maze sono in grado di sublimare il lavoro di scrittura, di palesare gli aghi puntuti della ritmica e, glissando da certi solipsismi soft free, di riscattare l'autonomia del fiatismo dentro una cornice pitagorica. La chitarra, sempre corrosiva, mai flemmatica sarebbe l'arto danzante della premiata ditta, in grado di reggere cementose scorie hard noise come sottili magheggi umorali folk tulliani o prog primi Goblin (As one, In circles).

L'aereo perde quota verso il finale però: pezzi come Below the belt e In circles si perdono la glacialità di quel silenzio padroneggiato in On canvas e The quiet sparkle; un silenzio militaresco, magari un po'sopra le righe e post-rock, ma degno di un indubbio gusto contemporaneo (l'andatura a requiem di quiet sparkle è da palati fini). Un brusio precario dona sapienza dove serve, però negli onorevoli intenti di drappeggiare il lotto di una ciclicità filosofica, la stoffa del tessuto si gonfia di troppi muscoli, troppa ciccia. 

 

 

Track List

  • in
  • days are numbered
  • the maze
  • on canvas
  • the quiet sparkle
  • as one
  • below the belt
  • in circles