A Third Stream Project<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz

Journey Into Jazz A Third Stream Project

2023 - Notami Jazz / IRD

12/05/2023 di Franco Bergoglio

#Journey Into Jazz#Jazz Blues Black#Jazz

Questo disco evoca, fin dal titolo A Third Stream Project, atmosfere legate a quella
terza corrente che, in un preciso momento storico dell’evoluzione del jazz, aveva
inteso unire il jazz e la classica in una sorta di terzo soggetto. Il termine third
stream era stato coniato nel 1957 dal compositore Gunther Schuller (1925-2015)
per indicare questa fusione tra i generi e lui stesso avrebbe successivamente
composto svariati lavori ispirati a questo stile. Schuller è stato cornista,
compositore, didatta, scrittore e per tutta la vita ha promosso incessantemente il
jazz, contribuendo alla costruzione della sua percezione come forma d’arte.

Journey Into Jazz è un brano esteso per narratore, gruppo jazz e orchestra
filarmonica. Nelle note Stefano Zenni racconta brevemente l’importanza di
Schuller e fornisce una lettura del lavoro che ne valorizza il valore documentario.
La composizione risale al 1962, un periodo nel quale il jazz correva a rotta di collo
e, tra tante innovazioni quasi quotidiane, un lavoro del genere era destinato a
rimanere in secondo piano. Nelle intenzioni dell’autore, si trattava di una sorta di
Pierino e il lupo in chiave jazz, dove il protagonista della storia, un bambino, si
accostava alla tromba, finendo per diventare, dopo varie peripezie, un jazzista. Il
giovane innamorato della tromba (e rappresentato musicalmente da questo
strumento) dialoga con l’orchestra che fornisce il contrappunto alle vicende
raccontate dal narratore e con i musicisti di un piccolo combo jazz, in particolare
con il sassofono del gruppo. Gli strumenti diventano personaggi-attori della storia.

La versione italiana vede la voce recitante di Stefano De Bernardin raccontare le
vicende del giovane trombettista, tradotte da Patrizia Ferroni. Il Libretto è opera
dello stesso Schuller, coadiuvato da uno specialista come Nat Hentoff. Il quale -
va ricordato-, oltre a essere un critico jazz e un giornalista dal grande afflato
sociale e politico, dopo questa prova pubblicò un romanzo, Jazz Country (1965)
dove affrontò la storia di un giovane adolescente della borghesia bianca che sente
il richiamo della foresta per il jazz e decide di non frequentare il college con
grande scorno dei genitori. Gli amatori più agguerriti possono trovarlo in edizione
italiana pubblicato con il titolo I giorni del blues (Il Saggiatore, 1969).

Il libretto per la composizione sembra un versione semplificata della storia elaborata
successivamente da Hentoff. Il viaggio jazz proposto dall’accoppiata
Schuller/Hentoff è quello tipico di ogni romanzo di formazione, ma anche quello
compiuto da moltissimi musicisti: si parte dall’amore per la musica, dallo studio
approfondito dello strumento e si passa per le frustrazioni nel confronto con altri e
con le difficoltà dell’arte, fino alla realizzazione finale come musicisti. La storia,
come si vede, è semplice, anche ingenua se vogliamo, ma la musica è
teneramente evocativa e accompagna la crescita di questo giovane virgulto del
jazz. Tenera è la scenetta che si ripete del suo ritorno alla cameretta a studiare,
perché “non è ancora pronto”, per suonare con un vero gruppo. Seguono due
originali e una rilettura inventiva di In a Mist di Bix Beiderbecke. In tutto il disco si
 apprezza il raffinato lavoro del trombettista Fulvio Sigurtà e dei sassofonisti-
compositori Filiberto Palermini e Marco Postacchini. L’orchestra, la Filarmonica
 del Piceno, è complice brillante di tutte queste situazioni musicali e brilla sia nel
 Journey di Schuller sia nella riproposizione di In a Mist, un bozzetto sonoro intriso
di poesia che Bix aveva registrato al pianoforte nel 1927, quasi cento anni fa!

Track List

  • Journey Into Jazz
  • The Perfect Family
  • Morning Sunrise
  • In a Mist