Birthday Blues Bash<small></small>
Jazz Blues Black • Blues

John Hammond Birthday Blues Bash

2024 - New Shot Records

30/03/2024 di Aldo Pedron

#John Hammond#Jazz Blues Black#Blues

John Paul Hammond conosciuto anche come John Hammond Jr. (New York, 13 novembre 1942) è un noto chitarrista e cantante, figlio del ben più celebre fondamentale e potente produttore John Hammond (1910-1987), quest’ultimo attivo dagli anni Trenta agli anni Ottanta. Ricordato soprattutto per le sue abilità di talent scout, aiutando moltissimi cantanti a diventare tra le figure più importanti della scena musicale del XX secolo, è stato uno dei responsabili di talent scouting per la Columbia Records per vari decenni.

John Hammond figlio ha seguito le orme del padre, ma, come artista, cantante e bluesman, viene considerato a suo volta uno dei maggiori esponenti della scena mondiale. In attività dal 1962, ha pubblicato quasi 40 album a suo nome per le maggiori case discografiche esistenti, come la Vanguard Records, la Atlantic Records e Columbia Records. Ammirevole esempio di dedizione al blues tradizionale e di coerenza, di feeling e di adeguate capacità tecniche e stilistiche, da più di 60 anni resta uno dei pochissimi bianchi in grado di far sopravvivere il country blues originale. Ha suonato, collaborato o inciso con i più grandi: Jimi Hendrix, Eric Clapton, Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Duane Allman, Ray Charles, Rolling Stones, Mike Bloomfield, John Lee Hooker, Charlie Musselwhite, J.J. Cale, The Band, Bob Dylan, Tom Waits, Dr. John, The Blind Boys of Alabama, David Hidalgo e i Nighthawks, per citarne soltanto alcuni. Resta famoso anche per aver fatto suonare insieme nella sua band Jimi Hendrix e Eric Clapton nel 1960, senza purtroppo registrare nulla. Nel 1965 collabora con The Band, il gruppo storico di Bob Dylan, con i quali partecipa a un lungo tour mondiale. Nel 1970 scrive le musiche per il film Il Piccolo Grande Uomo (Little Big Man) diretto da Arthur Penn e con Dustin Hoffman.

Più che autore, predilige essere interprete eccellente, cantando uno sterminato repertorio di cover di artisti e bluesmen come Son House, Blind Lemon Jefferson, Lightnin’ Hopkins, Robert Johnson, Big Bill Broonzy, Furry Lewis, Blind Boy Fuller, Sonny Boy Williamson, Sleepy John Estes, Big Joe Williams, Bukka White, Mississippi John Hurt, Willie Dixon, Arthur Crudup, Little Walter, Mose Allison e decine di altri ancora.

Impeccabile nel tocco e nel gioco chitarristico, è dotato di una voce vigorosa dalle inflessioni nere. Straordinario nel proporre brani di grande carica e dal riguardevole livello tecnico, viene supportato anche dal suo modo unico ed eccellente di suonare l’armonica a bocca. È stato definito il Robert Johnson bianco, forse il più bel complimento si possa ricevere. Oltre ad aver vinto alcuni Grammy Awards, nel 2011 è stato inserito nella “Blues Hall of Fame” nel corso di una bellissima cerimonia organizzata dalla Blues Foundation a Memphis. John è parte di quella ristretta schiera di uomini capaci di far suonare una chitarra e un'armonica come un'orchestra. John Hammond è uno che di miglia ne ha percorse parecchie, superando di gran lunga i 6 mila concerti in ogni parte del mondo, da solo (prevalentemente con la sua chitarra National Resophonic Delphi D-160 e l’armonica), con una full band, in duo o in trio. Il più longevo e illustre portavoce bianco della tradizione neroamericana, John Hammond è stato più volte in Italia: nel 1985, 1995, 2001, 2011, 2013 ad esempio.

John Hammond – Birthday Blues Bash, ora pubblicato dalla intraprendente New Shot Records di Renato Bottani e Marco Melzi in compact-disc, è una testimonianza vera e propria del concerto dal vivo alla Sala Consiliare di Sesto Calende (VA) del 12 novembre 2001 (la notte del suo 59° compleanno)! Concerto prettamente acustico, con 18 pezzi con il solo John Hammond (voce, chitarra, armonica) e soltanto nel brano finale, Heartattack And Vine, con ospiti Radoslav Lorkovic al piano e Paul Rigby al mandolino.

L’iniziale Ridin’ In The Moonlight è di Chester Bennett, così come Phonograph Blues, Come On Into My Kitchen e Walking Blues appartengono al repertorio del mitico Robert Johnson. Get Behind The Mule e Fannin Street sono firmate da Tom Waits con Kathleen Brennan, ma ancora più sorprendente nella scelta dei brani da proporre ci sono altri 3 pezzi: Gun Street Girl, Jockey Full Of Bourbon, dall’album Rain Dogs del 1985, e Heartattack And Vine di Tom Waits, quest’ultima ripresa dall’omonimo e suo settimo album solista del 1980. Preaching Blues di Son House è qui di oltre 6 minuti, mentre, in I Wish You Would di Billy Boy Arnold, ancora una volta sia la voce, sia i preziosismi e virtuosismi di chitarra e d’armonica, risaltano in maniera straordinariamente impeccabile. Mother-In Law Blues è un pezzo di Little Junior Parker, un singolo di blues su Duke Records del 1956, qui con una performance di John Hammond (chitarra e voce) incredibilmente brillante e la National Resophonic (slide) che viaggia su e giù per le corde magnificamente. 

“Il Blues” in persona come non è mai stato così ben raffigurato, rappresentato ed espresso. Voce scintillante, chitarra a velocità supersonica e armonica a toccare profondamente gli animi e i palati dei più scettici, schizzinosi o più sofisticati. 

Concerto di grande intensità di 23 anni fa, ancora oggi vivo, attuale, intenso ed emozionante.

Track List

  • Riding In The Moonlight
  • Phonograph Blues
  • Get Behind The Mule
  • Drop Down Mama
  • Hard Times
  • Mother-In-Law Blues
  • Come On In My Kitchen
  • Homeless Blues
  • Some Day Baby Blues
  • Gun Street Girl
  • I Wish I Could
  • Found Love
  • Fannin Street
  • Walking Blues
  • Love Changing Blues
  • Jockey Full Of Bourbon
  • Preaching Blues
  • Heartattack And Vine