Old futures gone<small></small>
• Cantautore, Rock

John Gorka Old futures gone

2003 - RED HOUSE RECORDS

12/03/2004 di Simone Broglia

#John Gorka #Cantautore #Rock

John Gorka è un artista che non ha bisogno di presentazioni. Purtroppo poco noto in Italia, ma di sicuro uno dei massimi esponenti del cantautorato d’oltreoceano dopo quindici anni di carriera e otto album, è uscito con un disco che conferma e avalla la sua posizione sia all’interno della scena di Boston (condivisa con Paul Ellis e David Wilcox) sia nel mondo della musica americana.
“Old futures gone” non è niente di innovativo a livello sonoro: è basato sull’impostazione espressiva che caratterizza tutti i suoi album e risulta forse in lieve calo rispetto allo stupendo disco precedente “The company you keep” al quale aveva collaborato Ani Di Franco.
Un folk particolare fonda la musicalità dei dischi di Gorka che si basa sulla tradizione “urbana” lasciata da James Taylor e da Ludon Wainwright, riscritta e adattata alle proprie esigenze canore.
Rispetto ad altri album, come “Land of the bottom line” in cui la vicinanza ai cantautori sopracitati era più evidente, la chitarra acustica rimane spesso in secondo piano, quasi fosse lì solo per sostenere, come un bastone, una voce bassa e pulita quel tanto da essere passionale e matura come l’artista.
Fondamentale è lo “scambio d’aiuti” intrapreso con Lucy Kaplansky (harmony vocal). Non nuova anche lei alle scene: ormai decennale è il suo ingresso nel mondo della musica, ed è uscito da poco anche il suo ultimo album da solista, “The red thread” con la partecipazione di Gorka.
La suadente voce di Lucy spezza e allo stesso tempo armonizza i percorsi vocali delle tonalità di John come in “Lay me down” o in “Always”. Stesso discorso, ma con minore evidenza, si può dire per le altre harmony vocals che compaiono nel disco: Alice Peacock, Kathleen Johnson e Joel Sayles.
Gli arrangiamenti fatti dalla band e dal produttore (Rob Genadek) sono ottimi, come si può notare ascoltando “Trouble and care”, dove Gorka imbraccia un banjo e l’andamento cantilenante porta alla mente dell’ascoltatore una rivisitazione del purismo melodico che caratterizzava Woody Guthrie o Peter La Farge.
Il risultato offerto è quello di un disco meditato, spiritualmente decantato e molto intenso per la gemellarità emotivamente comunicativa delle canzoni. Forse non il migliore fra i lavori di Gorka, ma, di sicuro, ancora un ottimo album, modellato da un artista che meriterebbe più attenzione e più riconoscenza per aver rivitalizzato a metà degli anni ottanta il Greenwich Village.

Track List

  • DOGS AND THUNDER|
  • ALWAYS|
  • LOOK THE OTHER WAY|
  • OUTSIDE|
  • TROUBLE AND CARE|
  • MAKE THEM CRAZY|
  • OLD FUTURES|
  • LAY ME DOWN|
  • SHAPES|
  • SOLDIER AFTER ALL|
  • POOR SIDE|
  • WAR MAKES WAR|
  • IF NOT NOW|
  • RIVERSIDE

Articoli Collegati

John Gorka

True In Time

Recensione di Gianni Zuretti