Jump for Joy<small></small>
Americana • Songwriting

Hiss Golden Messenger Jump for Joy

2023 - MERGE Records /Goodfellas

18/11/2023 di Laura Bianchi

#Hiss Golden Messenger#Americana#Songwriting

Quanti alter ego ha M.C. Taylor? È possibile che Hiss Golden Messenger, il nome del collettivo di cui è leader dal 2008, sia esso stesso un moniker, e che serva a Taylor per celare ansie e speranze all'interno di una sorta di maschera? Può essere: infatti in Jump for Joy, il nuovo disco, Taylor ha inventato Michael Crow, un personaggio semi-autobiografico, un adolescente che scrive le canzoni dal punto di vista proprio, o in dialogo con una voce narrante più anziana e presumibilmente più saggia.

Ci sono problemi? Taylor sembra esserne cosciente, tanto che apre l'album cantando “There’s no such thing as a simple song"; eppure, il disco non sembra complicato, ma piuttosto frutto di una decisione, netta e deliberata, di scegliere un approccio positivo alla vita, dopo aver sofferto la pandemia, stemperando la propria con un ritmo più fitto, ricco comunque di sentimento, come si può ascoltare in Shinbone, in cui il testo sembra non essere supportato dall'arrangiamento apparentemente leggero, eppure che rivela proprio il messaggio di proattività di cui si parlava: "Taking chances You go where you're called Some people hear it Taking chances If you lose it all Can you love what's left?".
 
La title track, per esempio, con i suoi agili poliritmi di New Orleans, è un omaggio alle leggende del jam-rock, come Little Feat o Doctor John, oppure il denso funk di Nu-grape e California King può evocare anche i Grateful Dead, anche se  il bassista Alex Bingham e il chitarrista Chris Boerner, il batterista Nick Falk e il pianista Sam Fribush sembrano più concentrati a seguire le intenzioni del loro leader che a improvvisare; ne emerge comunque un piacevole senso di jam, che dovrebbe rendere bene anche live (per ora solo negli USA).

Anche i testi seguono la traccia comunicativa, che parte proprio dalla scelta di un punto di vista giovane e ingenuo, e spinge Taylor ad abbandonare immagini criptiche, per restituirci espressioni colloquiali, anche banali, ma tutte incentrate sulla positività e sulla freschezza, per costituire una meditazione su una vita vissuta con l'arte e sui modi in cui speranze, sogni e decisioni si scontrano o si fondono con la realtà, come nella solare California King, in cui la preghiera si tinge di suoni lievi e quasi psichedelici: "I've been praying, Sweet Maria These words of little faith But in these days of suffering It's good to have a plan ready".

La vocalità di Taylor emerge comunque potente ed espressiva, e lascia in ogni brano una traccia forte di sé: all'impatto rock di Sunset of the Faders, comunque, noi preferiamo il dolcissimo blues di My Old Friends, nostalgico ed equilibrato il giusto, suonato in punta di chitarra e sussurrato con grande partecipazione. Un buon sigillo per un disco forse interlocutorio, ma ugualmente affascinante.
 

 

Track List

  • 20 Years and a Nickle
  • Alice
  • I Saw the New Day
  • Shinbone
  • Little Pink Church
  • Jesus is Bored
  • Nu-grape
  • Feeling Eternal
  • Jump For Joy
  • Wondering
  • Palo Santo Cloud Mesa
  • California Kings
  • My Old Friends
  • Sunset on the Faders

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