Francesco Piu and The Groovy Brotherhood Live in France

A ovviare alla - si spera provvisoria - mancanza, pensa un outsider del blues, non solo italiano, che nel giro di un decennio ha conquistato una dimensione internazionale: il  chitarrista e cantautore Francesco Piu, dalla Sardegna con amore. Piu ha una lunga frequentazione dei palchi di tutta Europa, e in particolare francesi: e proprio  Live in France si intitola l'ultimo lavoro, che raccoglie il meglio delle atmosfere blues, create da lui e dai suoi tre pards, per l'occasione raccolti in un progetto che è tutto un programma: Groovy Brotherhood. Il disco celebra non solo il ritorno sul palco dopo lo stop dovuto al Covid, ma anche la brotherhood, ossia la fratellanza nel nome del blues con i tre artisti e amici, ognuno dei quali fornisce un apporto sostanziale alle sonorità del progetto.

Il legame di Piu con i palchi francesi è decennale, poiché inizia nel 2010, con la sua partecipazione a festival importanti come il Cognac Blues Passions, Blues Sur Seine, Blues en Bourgogne, Salaise Blues e molti altri. L'atmosfera, fatta per creare il groove "croccante" (come Piu è solito definire il proprio blues) del live, emerge da ogni traccia, che sia un grande classico o un brano originale, e non solo per i numerosi "Merci beaucoup!" rivolti al pubblico, ma anche per alcuni momenti in cui si potrebbero indovinare i gesti coinvolgenti del bluesman, che è anche efficace performer.

 

Nella splendida Jesus is on the mainline, ad esempio, Piu si allontana dal microfono per sollecitare il clapping e il sing along dei presenti, oppure, in una versione torrenziale e sorprendente della dylaniana Gotta serve somebody, a un certo punto lo si sente esclamare "Come on, mes amis, come on!", subito seguito da un assolo da urlo.

 

I suoi compagni lo seguono con convinzione e competenza: il quartetto sciorina una performance compatta ed energetica, ricreando la varietà di tinte musicali che il blues è capace di esprimere, se è suonato da veri cultori del genere. Così l'ascolto passa dalle suggestioni meditative del capolavoro di Vera Hall, Trouble so hard, in cui l'armonica di Davide Speranza dialoga con la voce autenticamente  "black" di Piu, al clima sospeso di Overdose of Sorrow, con un intrigante intreccio fra le due chitarre, di Piu e del fuoriclasse Roberto Luti, mentre il versatile Silvio Centamore sottolinea il tutto con efficaci percussioni, e gli echi dell'armonica donano un effetto quasi psichedelico.

 

Non mancano anche le derive funky, come in In the cage of your love, né le cavalcate rock, come in Hold on o in Black Woman, in cui le parole di Martin Luther King, Jr, nel celeberrimo discorso I have a Dream, tenuto davanti al Lincoln Memorial di Washington nrl 1963, lasciano spazio alla slide di Luti, che sembra davvero il grido del black people, e alla voce di Piu, che canta a cappella, chiudendo una suite di quasi sette minuti che toglie il fiato.

Il bis, agognato dal pubblico plaudente, è anche un augurio per il nuovo periodo che abbiamo davanti: Trouble no more, che vede i quattro impegnati a darsi totalmente e con entusiasmo coinvolgente.

 

Un'esperienza che diremmo immersiva, e che presenta il meglio non solo della pur notevole produzione di Piu, ma anche del blues di ogni tempo, interpretato con gusto, energia e amore da artisti superlativi, che conoscono a memoria l'alfabeto del groove.

Per ripetere l'esperienza, stavolta dal vivo, attendiamo con trepidazione i concerti dei quattro.

 

Ecco le prossime date:

18 Marzo - Stranpalato - Brescia

21 Marzo -  Calypso - Fombio (LO)

23 Marzo - Blues en Mars - Wattrelos (FRANCE)

24 Marzo - L’Orangerie - Montéléger(FRANCE)

25 Marzo - La Parqueterie - Fresselines (FRANCE)