Culla e tempesta<small></small>
Italiana • Folk • World Music, Etnica

Faraualla Culla e tempesta

2024 - Zero Nove Nove

05/06/2024 di Davide Bonamici

#Faraualla#Italiana#Folk #world music #Etnica

Un incontro vocale e sonoro tra musica tradizionale, geniali reinterpretazioni e l’innovazione di stili e metriche appartenenti ad epoche e mondi differenti. Prende forma così Culla e tempesta, nuovo album del quartetto vocale delle Faraualla.

Il disco si apre con un brano che sembra unire la Puglia alle tribù dei nativi americani: Un due tre amen! è un brano molto ritmato e che rimanda alle canzoni dei “pellerossa”, pur avendo un testo dialettale. Arriva poi una reinterpretazione, con una critica all’attuale condizione dei mari, del brano più famoso del classico Disney La Sirenetta: questa versione di In fondo al mar si contraddistingue per le sue sonorità roots rock, che strizzano l’occhio anche al reggaeton. Il mare è ancora protagonista con la filastrocca Canto delle sirene: le sirene stesse sbeffeggiano i marinai che passano nel loro territorio, forse ispirandosi anche alla loro apparizione durante il viaggio di Ulisse verso Itaca.

Arrivano due preghiere: la prima è Libera, un’invocazione per liberare l’anima dal male che alberga in lei. La seconda è Inno alla desolata, una preghiera rivisitata: infatti le voci di cui si compone la canzone, riprendono alcune strofe dell’originale Stava Maria Dolente. Una nuova reinterpretazione vola oltreoceano e raggiunge Tom Waits: Hell Broke Luce si compone di canti e suoni che rimandano alla tribalità, come nella prima canzone, e spiccano anche dei rimandi al latino e alle preghiere.

Un brano che risalta il quartetto è la title track, Culla e tempesta: all’inizio e alla fine dei rumori bianchi, simili a sospiri, accompagnano le voci. Nel mezzo c’è l’espressione del disco, si alternano un cantato dolce e uno più caotico, a rimandare ai concetti che rappresentano la culla e la tempesta. Dopo un brano molto complesso, ne giungono due, dove traspaiono umorismo e leggerezza: Gasolina diviene un elogio alla provolina e alla cucina pugliese, mentre Troglos è un brano composto da vocalismi e alterna momenti di giocosità ad altri in cui l’atmosfera diviene carica di solennità. La sperimentazione continua, in questa occasione unendo più lingue, in Non una di meno: brano che vede il dialetto miscelarsi ad altri insiemi linguistici, con un significato legato all’attualità, in cui le percussioni dell’Ars Ludi Percussion Ensemble accompagnano le voci.

Un altro featuring s’intravede con Élévation, in cui una poesia molto spirituale, recitata da Sonia Bergamasco, viene enunciata a cappella. Con Nell’estasi dell’onda il canto è in lingua francese, con una voce in primo piano e le altre in sottofondo. Il quartetto musicale omaggia la figura dei partigiani, con una versione intensa e carica, grazie alle percussioni, di Bella ciao. L’album si chiude con Useppe, in cui, dopo alcuni vocalismi nei primi secondi, una delle voci canta sopra alle altre che le fanno da sfondo sonoro.

Un disco che racchiude un viaggio, fatto d’incontro, di empatia verso il prossimo e di attenzione alla realtà, senza dimenticare l’uso pregevole della tecnica vocale del quartetto e il gioco linguistico messo in scena. L’album ha una forte carica evocativa, che rende ancora più unico e audace il lavoro del gruppo.

Track List

  • Un due tre amen!
  • In fondo al mar
  • Canto delle sirene
  • Libera
  • Inno alla desolata
  • Hell Broke Luce
  • Culla e tempesta
  • Gasolina
  • Troglos
  • Non una di meno
  • Elevation
  • Nell&rsquo;estasi dell&rsquo;onda
  • Bella ciao
  • Useppe