Mundo Solo<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Brazilian, elettronica

Fabiano do Nascimento Mundo Solo

2023 - Far Out Recordings

24/11/2023 di Luca Di Pinto

#Fabiano do Nascimento#Jazz Blues Black#Jazz #Brazilian

La fortuna e il privilegio di abbeverarsi alla fonte di certa arte non ha eguali. Fabiano do Nascimento merita un plauso anche solo per questo, deliziandoci con due uscite nell’arco di uno stesso anno discografico (giungendo così all'ottava fatica in solitaria), cesellate entrambe con i drappi più pregiati del suo idioma: elettronica, jazz, samba, bossa nova e svariate sfumature di classicismo in un contenitore di plurime fragranze trattato con i guanti. 

Musicista sopraffino nato a Rio de Janeiro, attualmente di stanza fra Los Angeles e Tokyo, il Nostro non pone limiti alla sua sapienza artistica. E grazie ad essa è stabilmente in auge nel moderno olimpo del parterre di artisti quali SessaLucas Santtana e Thiago Nassif (l'indiscusso sperimentatore nelle grazie di Arto Lindsay).

“Archiviati” con Das Nuvens gli intrighi fra chitarra classica brasiliana e pattern elettronici (non a caso disco in adozione Leaving Records, label di appeal sperimentale, un po’ affine a Gerra G e al suo Nucleo Gatopardo), Mundo Solo si inclina più ai tropicalismi sotto il segno Far Out Recordings, nuovo nido cui si consegna il buon carioca, e anche quest’anno sugli scudi tra fresche uscite (Grupo Um, Nicola Conte) e ristampe attese (Visions Of Dawn griffato Moreno/Vasconcelos/Maestro).

In questa “nuova” bolla, do Nascimento si sublima e cala l’asso: imbraccia una chitarra a 6, 7 e 10 corde, ripassando a modo proprio la stoffa in decacorde di Egberto Gismonti (i virtuosismi in CPVM e le sincopi di Txaii, il plettro esuberante di Agua De Estrellas, l’esercizio “sporco”, stoppato e sgangherato, di tecnica squisita, in Paperstrings).

A tratti il respiro è corale (c’è del Verocai sparso), con anche licenze di nostalgia cinematica (qua e là lambelli della placida alchimia centro-sudamericana di Inarritu/Santaolalla). 

Il disco, registrato in unica ripresa durante il lockdown fra le mura domestiche losangeline del musicista, tira a lucido il mood meditativo, già apertamente sbandierato nel doppio passo che avvia il disco: in Abertura, scale e pennate tracciano il solco su cui adagiare il balsamo d’effetti di Curumim 2, tacito invito a proseguire i discorsi più avanti, tra soft pads (Coisa), un velluto di arpeggi in 6/8 (Coisa 2) e ghiribizzi sugli armonici (De Manhã).

Giunge poi in Bari un’avvisaglia new age, presa così una freddura, ma si passi il messaggio: tinteggi brazilian fluentemente chill-out, pastelli di chitarra e nubi sparse di riverberi.

Come non bastasse, un tuffo al cuore col gran pathos autenticato Thelonious Monk (Meianoite) e lo spanto puzzle samba di Leo Brouwer (Etude 1).

Poi il finale prolungato, in una stretta di armonie (Dormenor), versate a tutto spiano su effettistiche toccanti (risaie di effusioni fra loop station e infinite guitar).

Mundo Solo rinsalda e rifinisce un linguaggio colto e trasversale, di cui non si è mai sazi.  Musica che strega, grembo che consola. Pagine di un libro aperto con dedica al cuore, e preso a sfogliare i più nivei petali dell’anima.  

Track List

  • Abertura
  • Curumim 2
  • Paperstrings
  • Agua De Estrellas
  • Bari
  • Etude 1
  • Meianoite
  • Reflections
  • Coisa
  • Coisa 2
  • CPVM
  • Txaii
  • Tempo
  • De Manh&atilde;
  • Dormenor