First Rain<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Nordico

Emiliano D`Auria First Rain

2023 - Losen Records

16/11/2023 di Vittorio Formenti

#Emiliano D`Auria#Jazz Blues Black#Jazz

Nativo di Ascoli Piceno Emiliano D’Auria, pianista e compositore a forte ispirazione poetica e melodica, dà vita a un lavoro immerso nelle liriche del Nord Europa, così come si evince già dal titolo e dall’art cover del disco.

A confermare questa matrice c’è anche la discografica che, per l’occasione, è la norvegese Losen Records.

Con Giacomo Ancillotto (chitarra elettrica), Luca Aquino (tromba, flicorno), Dario Miranda (contrabbasso) e Ermanno Baron (batteria) crea questo First Rain, registrato all’inizio dell’anno nel contesto dell’isola di Giske, dalla quale più che il vigore selvaggio della tradizione vichinga si recupera il senso del panorama crepuscolare e sconfinato dell’arcipelago scandinavo.

Quando ci si riferisce al jazz nordico si richiamano elementi fondanti quali il senso della melodia rarefatta, il ritmo rigorosamente downtempo, le armonie aperte, gli echi che legano i vari passaggi, la narrazione onirica e una visione di paesaggi ampi, sparsi anche se non sfuggenti.

Un’estetica che ha costituito una proposta alternativa al free tedesco o all’avanguardia inglese e che, in questo caso, richiama anche spunti di accademia contemporanea pur senza rilevarne eccessi cervellotici, recuperando anche spunti folk non scadendo in versioni salottiere alla ECM.

La cifra principale del lavoro in questione sta nell’interpretazione del mood / sound, che propone inevitabilmente una certa intensità mediterranea reperibile in passaggi melodici e in cadenza ritmiche che sfuggono all’astratto sentire delle terre fredde (a tale proposito si ascolti Social Melancholy). Il disco è giocato principalmente su pagine scritte, a tratti quasi classiche, in cui il senso del notturno si bilancia con la poesia delle frasi brevi, reiterate ma anche variate con addirittura qualche ricorso al rock. Esemplificativo da questo punto di vista è Birth and Rebirth of the Birds, armonicamente semplicissimo (quasi ossessivo) con una dosata distorsione della chitarra e una ripetitività del piano decisamente orientate a una logica post-rock, anche se poi la conclusione riprende la dolce tematica melodica dell’inizio. Un’interessante caso di esposizione, sviluppo e conclusione intrecciato con umori molti differenti.

L’improvvisazione è lasciata ai tre episodi Entr’Act, nei quali interviene anche l’uso dell’elettronica come elemento di sostegno creativo; si tratta di cammei che tuttavia ottengono un ottimo effetto nel variare lo sviluppo del discorso.

Nel complesso quindi un lavoro suggestivo che probabilmente ha qualcosa da insegnare ai classici interpreti del Nord, per via della ricchezza e della libertà degli spunti che rendono un fascino tutto proprio all’ascoltatore. Non si tratta di avanguardia ma certamente di chiara personalità propria, in grado di esercitare un’attrazione trasversale; ottimo per gli appassionati di jazz così come per i fans dell’ambient (quello serio), senza trascurare i sensibili alla contemporanea e verso certe sonorità degli anni ’90.

Track List

  • First Rain
  • Dead Ice
  • Momento
  • Looking for Love
  • Entr`Act #1
  • Social Melancholy
  • The Man Without Nose
  • Entr`Act #2
  • Birth and Rebirth of the Birds
  • Entr`Act #3
  • The Unexpected
  • The Storm Around Stillness