Motel Chronicles<small></small>
Italiana • Alternative • spoken word

Emidio Clemente e Corrado Nuccini Motel Chronicles

2023 - 42 Records

19/04/2023 di Arianna Marsico

#Emidio Clemente e Corrado Nuccini#Italiana#Alternative

Con Motel Chronicles, Emidio Clementi (Massimo Volume) e Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) traducono e rielaborano in musica l‘omonima opera di Sam Shepard. Un’operazione che per certi versi può ricordare quella fatta da Fabrizio De Andrè con Non al denaro, non all'amore nè al cielo rispetto all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

Se l’opera deandreiana però procedeva nella narrazione attraverso tante piccole storie personali, Motel Chronicles, prodotto dal fidato Giacomo Fiorenza, si muove in una dimensione spersonalizzata, come il non luogo per eccellenza da cui prende il nome, il motel.

Le canzoni sono frammenti di un’America spietata, nella quale sembrano distendersi immerse praterie di grigiore. Prendete Si era perso col camion in un posto chiamato Plains. Il protagonista si trova in una camera che “puzzava di disinfettante, anche se era difficile capire da dove provenisse l’odore. Forse dalla moquette. Le pareti erano rivestite di velluto rosso”. Il velluto rosso, spesso considerato in qualche modo sinonimo di lusso, diventa lo scenario decaduto in cui prende vita tutta la desolazione dell’umanità, facile preda di abili predicatori/predatori (non solo religiosi in realtà).

La narrazione precisa e che riesce a volare alto su tanta assenza di vita (Ho trovato un uccello morto in mezzo a un parcheggio) della voce di Emidio Clementi si dipana su un suono a tratti Bristol anni ’90, comunque asciutto, che sembra non voler tradire emozioni. Che però in Portavo il ghiaccio a Nina Simone sembrano fare capolino, timide pronte a ritrarsi, dinanzi a colei che “Interpretava quella canzone con un senso di profonda rivalsa, come se avesse scritto lei stessa le parole. Il suo spettacolo mirava alla gola di un pubblico bianco. Poi al cuore. Era una raffica mortale a quei tempo”.

Anche se la spersonalizzazione e la solitudine sono in qualche modo i collanti tra i diversi frammenti narrativi, il disco nella sua realizzazione sembra una celebrazione della collaborazione e dell’amicizia tra artisti, troviamo Francesca Bono (voce), Emanuele Reverberi (tromba e violino), Stefano Pilia (basso e chitarra elettrica), Fabio Rondanini (batteria) Laura Agnusdei (sax), Francesca Baccolini (contrabbasso), Jonathan Clancy (voce e ai cori), Zoisai (cori) e infine la sezione d’archi Concordanze (Pietro David Caramia, Elena Maury, Alessandro Savio, Mattia Cipolli, Elisa Bognetti, Alberto Condina).

Come se solo questa orchestra di musica e amicizia possa costituire un argine contro l’abisso che avanza, contro l’asfalto che cancella ogni cosa, contro quel “punto che diventa pericoloso oltrepassare” (Ero sprofondato in mezzo a cento ettari di pascolo).

Motel Chronicles è un disco da leggere, quasi un audiolibro. Ascoltatelo con i testi davanti, immergetevi in questa dimensione straniata, nella quale però, in fondo in fondo, troverete sempre una luce.

Track List

  • A Rapid City
  • Ricordo di aver cercato di imitare il sorriso di Burt Lancaster
  • Sistemava la gabbia dei canarini
  • Si era perso col camion in un posto chiamato Plains
  • Mexico City Organ
  • Ho trovato un uccello morto in mezzo a un parcheggio
  • Portavo il ghiaccio a Nina Simone
  • E` una notte di delitti efferati
  • Uomini che si pettinano in macchina
  • Se ne sta immobile accanto alla valigia sfasciata
  • Petaluma, CA
  • Ero sprofondato in mezzo a cento ettari di pascolo