DUNBO Colpa nostra
2023 - Autoprodotto
Il 24 novembre dello scorso anno è stato pubblicato il primo album del rapper ligure DUNBO, per l’anagrafe Mattia Girasole, classe ’98, dal titolo Colpa Nostra.
Si parte con Colpa tua, un breve, ma intenso incipit in cui prende atto di tutta la difficoltà che può scaturire quando si devono ammettere le proprie responsabilità. Paragonando la verità a una bella donna, rivela la difficoltà di rimanere deluso dalla sua bocca. La sua arte viene sprecata come sangue e adesso sta per morire dissanguato. Come tappeto sonoro vi è un delicato piano distorto che in seguito lascia spazio al beat cadenzato. L’ascoltatore può anche stringergli la mano e complimentarsi, ma in fondo non si vuole prendere la sua parte di colpa.
Delle corde di chitarra sono le protagoniste di Pazzo, testo che vuole ripercorrere la storia di una reazione tossica. In un mondo di ombre vince chi risulta più forte e sopporta meglio il dolore, le due parti confondono ciò che meritano e, con gli occhi lucidi, sono costrette a guardare in faccia la realtà. Nel ritornello esplode il pianto: pur riuscendo il personaggio a gridare in faccia che è fuori di testa, comunque gli fa più paura fare a meno dell'altra persona.
Ne La ballata della fortuna il genovese si rivolge direttamente alla dea bendata, che a volte gli sorride e invece altre lo prende a schiaffi. Con un arrangiamento essenziale in cui emerge la chitarra, è alla costante ricerca di un pizzico di buona sorte sulla sua strada.
Con Gabri e Chiara vuole evidenziare tutte le problematiche importanti a cui le nuove generazioni sembrano essere ormai abbonate, dall’insonnia all’alcolismo, dalla violenza al dover rincorrere i sogni di altri. Non parlando con nessuno di tutto questo, rischia di esplodere. Così si passa a Chiara, un' autolesionista innamorata della sua immagine, che, prima di uscire, prova mille jeans. Sarà proprio dall’incontro di questi due personaggi che nascerà un amore che però non riuscirà a far dimenticare il caos che si portano dentro, separandosi presto. Chitarra, batteria e synth sono molto spensierati, così da contrastare le tematiche cupe del testo. Sul finale si prende atto che l’amore è diventato come una droga e che sarebbe bello ritornare bambini per non avere troppe complicazioni.
Ne Il mio riflesso l’artista si trova a fare i conti con ciò che è diventato, non trovando una corrispondenza. Si incolpa delle scelte fatte, accorgendosi di essere solo e calpestato. Anche in questo caso il suono della chitarra è preponderante e si unisce al resto della produzione in maniera efficace.
Il disco termina con Colpa mia, in cui esprime gli sforzi fatti per arrivare fino a questo punto. Un dolce riassunto sui tasti del pianoforte.
Colpa Nostra è una raccolta di attimi vissuti, preghiere e riflessioni che colgono quella fatica, anche emotiva, di chi non riesce trovare un posto nella società, perché deve comprendere a fondo i dissidi interiori.
Si parte con Colpa tua, un breve, ma intenso incipit in cui prende atto di tutta la difficoltà che può scaturire quando si devono ammettere le proprie responsabilità. Paragonando la verità a una bella donna, rivela la difficoltà di rimanere deluso dalla sua bocca. La sua arte viene sprecata come sangue e adesso sta per morire dissanguato. Come tappeto sonoro vi è un delicato piano distorto che in seguito lascia spazio al beat cadenzato. L’ascoltatore può anche stringergli la mano e complimentarsi, ma in fondo non si vuole prendere la sua parte di colpa.
Delle corde di chitarra sono le protagoniste di Pazzo, testo che vuole ripercorrere la storia di una reazione tossica. In un mondo di ombre vince chi risulta più forte e sopporta meglio il dolore, le due parti confondono ciò che meritano e, con gli occhi lucidi, sono costrette a guardare in faccia la realtà. Nel ritornello esplode il pianto: pur riuscendo il personaggio a gridare in faccia che è fuori di testa, comunque gli fa più paura fare a meno dell'altra persona.
Ne La ballata della fortuna il genovese si rivolge direttamente alla dea bendata, che a volte gli sorride e invece altre lo prende a schiaffi. Con un arrangiamento essenziale in cui emerge la chitarra, è alla costante ricerca di un pizzico di buona sorte sulla sua strada.
Con Gabri e Chiara vuole evidenziare tutte le problematiche importanti a cui le nuove generazioni sembrano essere ormai abbonate, dall’insonnia all’alcolismo, dalla violenza al dover rincorrere i sogni di altri. Non parlando con nessuno di tutto questo, rischia di esplodere. Così si passa a Chiara, un' autolesionista innamorata della sua immagine, che, prima di uscire, prova mille jeans. Sarà proprio dall’incontro di questi due personaggi che nascerà un amore che però non riuscirà a far dimenticare il caos che si portano dentro, separandosi presto. Chitarra, batteria e synth sono molto spensierati, così da contrastare le tematiche cupe del testo. Sul finale si prende atto che l’amore è diventato come una droga e che sarebbe bello ritornare bambini per non avere troppe complicazioni.
Ne Il mio riflesso l’artista si trova a fare i conti con ciò che è diventato, non trovando una corrispondenza. Si incolpa delle scelte fatte, accorgendosi di essere solo e calpestato. Anche in questo caso il suono della chitarra è preponderante e si unisce al resto della produzione in maniera efficace.
Il disco termina con Colpa mia, in cui esprime gli sforzi fatti per arrivare fino a questo punto. Un dolce riassunto sui tasti del pianoforte.
Colpa Nostra è una raccolta di attimi vissuti, preghiere e riflessioni che colgono quella fatica, anche emotiva, di chi non riesce trovare un posto nella società, perché deve comprendere a fondo i dissidi interiori.
