Doug Macleod A Soul To Claim
2022 - Reference Recordings
Doug MacLeod ha vissuto gran parte della sua vita a Los Angeles, e da poco tempo è andato a vivere a Memphis nelle vicinanze del fiume Mississippi. Charlie Musselwhite ha vissuto gran parte della sua vita a San Francisco e da poco tempo è andato a vivere a Clarksdale (Mississippi). Per due motivi diversi, due amici e straordinari musicisti hanno lasciato la California e sono andati a vivere nel sud degli Stati Uniti.
Ha dichiarato Doug MacLeod: "questo disco è stato ispirato dalla città di Memphis, dove per anni sono stato per i Blues Music Award e dove mi sono ritrovato attratto dalla città, dalla sua storia, dall’amore per la musica, dalla sua anima e dalla sua grinta. Già, perché da quelle parti si continua a respirare una magia che è parte integrante di quel tessuto musicale impregnato di blues e dintorni".
Doug MacLeod quel tessuto lo conosce molto bene, lo ha sempre esposto con inattaccabile credibilità e professionalità nella sua ampia discografia, come bluesman, come storytelling, come autore, come solista, come musicista di gruppo, la sua lunga carriera è diventata gloriosa da portavoce della tradizione acustica, a chitarrista della band di Big Mama Thornton insieme a Pee Wee Crayton, all’amicizia con il leggendario armonicista George Harmonica Smith (che chiamava MacLeod, Dubb), a suoi pezzi eseguiti da, Albert King, Albert Collins, Eva Cassidy, Papa John Creach, Joe Louis Walker e altri, a collaboratore per parecchio tempo della rivista Blues Revue, a co-autore con Debra B. Schiff del libro, Murder At The Crossroads: A Blues Mistery uscito quest’anno.
L’ultima volta che Doug MacLeod è venuto in Italia è stato il 2016, era nel programma dell’Ameno Blues Festival, solo con la chitarra acustica ha fatto un gran bel concerto in una piccola chiesa, appena dopo abbiamo passato del tempo con lui, dunque possiamo testimoniare quanto sia una persona dai modi educati, eleganti, seducente quando parla con voce pacata dei tanti episodi della sua vita e non solo, ma è altresì determinato e sicuro di sé anche quando canta e suona le chitarre. Per registrare questo disco non è andato lontano da casa, perché giù nel sud degli Stati Uniti ha casa e bottega anche il noto produttore e tecnico del suono Jim Gaines, il suo studio si chiama, Bessie Blue. Con una alternanza di situazioni acustiche ed elettriche e con sempre una attenzione ai testi, MacLeod ha realizzato un altro bel disco, parentesi, difficile trovare un suo disco che non ha convinto, chiusa parentesi.
Con la title track inizia l’ascolto, il suo canto profondo e caldo è ottimamente supportato da un essenziale accompagnamento di basso Dave Smith, tastiere Rick Steff, batteria Steve Potts (quest’ultimo per chi c’era, se lo ricorderà nella ex house band del Porretta Soul e R&B Festival). Il testo è una sollecitazione a sconfiggere ogni tipo di abuso e dipendenza. Anche la successiva, Be What You Is, è eseguita con i musicisti per un blues uptempo elettroacustico. Eccolo da solo con la sua chitarra acustica, Money Talks, lui il blues della tradizione lo rende sempre contagioso, per poi farsi accompagnare di nuovo dai musicisti per una toccante storia riguardo le drammatiche condizioni dei veterani della guerra del Vietnam una volta tornati a casa, Where Are You?
Con il sobrio battito elettrico di blues, in Smokey Nights And Faded Blues, MacLeod ha sfogliato l’album dei ricordi dei primi anni ottanta quando con una sua ex blues band suonava in un club di Redondo Beach dove spesso ad ascoltare c’erano George Harmonica Smith e Pee Wee Crayton. La sua anima da storytelling posseduta sempre dal blues, prende consistenza nelle attraenti storie in acustico, Only Porter At The Station, Dubb’s Talking Disappointment Blues, Somewhere On A MississippiHighway, There Is Always Love.
Decisamente consigliato.
Ha dichiarato Doug MacLeod: "questo disco è stato ispirato dalla città di Memphis, dove per anni sono stato per i Blues Music Award e dove mi sono ritrovato attratto dalla città, dalla sua storia, dall’amore per la musica, dalla sua anima e dalla sua grinta. Già, perché da quelle parti si continua a respirare una magia che è parte integrante di quel tessuto musicale impregnato di blues e dintorni".
Doug MacLeod quel tessuto lo conosce molto bene, lo ha sempre esposto con inattaccabile credibilità e professionalità nella sua ampia discografia, come bluesman, come storytelling, come autore, come solista, come musicista di gruppo, la sua lunga carriera è diventata gloriosa da portavoce della tradizione acustica, a chitarrista della band di Big Mama Thornton insieme a Pee Wee Crayton, all’amicizia con il leggendario armonicista George Harmonica Smith (che chiamava MacLeod, Dubb), a suoi pezzi eseguiti da, Albert King, Albert Collins, Eva Cassidy, Papa John Creach, Joe Louis Walker e altri, a collaboratore per parecchio tempo della rivista Blues Revue, a co-autore con Debra B. Schiff del libro, Murder At The Crossroads: A Blues Mistery uscito quest’anno.
L’ultima volta che Doug MacLeod è venuto in Italia è stato il 2016, era nel programma dell’Ameno Blues Festival, solo con la chitarra acustica ha fatto un gran bel concerto in una piccola chiesa, appena dopo abbiamo passato del tempo con lui, dunque possiamo testimoniare quanto sia una persona dai modi educati, eleganti, seducente quando parla con voce pacata dei tanti episodi della sua vita e non solo, ma è altresì determinato e sicuro di sé anche quando canta e suona le chitarre. Per registrare questo disco non è andato lontano da casa, perché giù nel sud degli Stati Uniti ha casa e bottega anche il noto produttore e tecnico del suono Jim Gaines, il suo studio si chiama, Bessie Blue. Con una alternanza di situazioni acustiche ed elettriche e con sempre una attenzione ai testi, MacLeod ha realizzato un altro bel disco, parentesi, difficile trovare un suo disco che non ha convinto, chiusa parentesi.
Con la title track inizia l’ascolto, il suo canto profondo e caldo è ottimamente supportato da un essenziale accompagnamento di basso Dave Smith, tastiere Rick Steff, batteria Steve Potts (quest’ultimo per chi c’era, se lo ricorderà nella ex house band del Porretta Soul e R&B Festival). Il testo è una sollecitazione a sconfiggere ogni tipo di abuso e dipendenza. Anche la successiva, Be What You Is, è eseguita con i musicisti per un blues uptempo elettroacustico. Eccolo da solo con la sua chitarra acustica, Money Talks, lui il blues della tradizione lo rende sempre contagioso, per poi farsi accompagnare di nuovo dai musicisti per una toccante storia riguardo le drammatiche condizioni dei veterani della guerra del Vietnam una volta tornati a casa, Where Are You?
Con il sobrio battito elettrico di blues, in Smokey Nights And Faded Blues, MacLeod ha sfogliato l’album dei ricordi dei primi anni ottanta quando con una sua ex blues band suonava in un club di Redondo Beach dove spesso ad ascoltare c’erano George Harmonica Smith e Pee Wee Crayton. La sua anima da storytelling posseduta sempre dal blues, prende consistenza nelle attraenti storie in acustico, Only Porter At The Station, Dubb’s Talking Disappointment Blues, Somewhere On A MississippiHighway, There Is Always Love.
Decisamente consigliato.
