As Far As I Know<small></small>
Emergenti • Alternative • psichedelia, folk

Dead Bouquet As Far As I Know

2014 - Seahorse Recordings/Audioglobe/The Orchard/NML

26/01/2015 di Augusto Pallocca

#Dead Bouquet#Emergenti#Alternative #Folk



As Far as I Know è il nuovo lavoro dei Dead Bouquet, trio romano di estrazione folk rock e di indole vagamente psichedelica. La strumentazione è tradizionale, con le chitarre del cantante Carlo Mazzoli a intessere trame acustiche e la sezione ritmica composta dal bassista Daniele Toti e dal batterista Alberto Croce a sostenere il dipanarsi dei brani con buona capacità tecnica e dinamica. Un gruppo all’antica, senza orpelli elettronici e diavolerie digitali, ma che ha al suo arco inattese frecce espressive che rendono vivo e maggiormente interessante  l’impianto sul quale sono strutturati la quasi totalità dei pezzi. 

Non ci troviamo di fronte a un prodotto elaborato senza perizia compositiva, qualità che è già chiara dal pezzo d’apertura. The Dam -- cassa dritta e linea vocale cantilenante -- sembra non riservare particolare brividi, se non fosse per il graffiante inciso dal sapore grunge che conferisce senso e mordente all’intero brano; l’eco dei Creedence Clearwater in Curse è astutamente miscelata con spunti strumentali che ricordano il rock arioso degli U2, a stemperare e circoscrivere la momentanea divagazione country.

Barking At My Gate è più aspra e tagliente, armonicamente spigolosa, ricca di suggestioni seventies e di apparentamenti vocali e sonori con i Doors e i Jefferson Airplane. A Night On a Red Sofa sposta il focus musicale un decennio più avanti, ballad d’atmosfera  in cui è evidente la personalità da sound engineer di Paul Kimble, che caratterizza il mix di questo pezzo con batteria e voce carichi d’ambiente, vicino in alcuni frangenti al suono di Mark Knopfler e dei suoi Dire Straits. Nobody’s Sky è il pezzo scelto come singolo ma probabilmente uno dei meno interessanti e centrati, con un’anima pop ispirata al rock dei Novanta che per alcuni è già feticcio, nostalgia di musica da cantina surclassata presto dall’arroganza dei suoni del nuovo millennio. 

In chiusura è degna di nota Stories, inno solenne e austero dal finale strumentale trascinante e intenso, a cui Gilmour e Waters sorriderebbero con plauso. Un disco vero,  come un discorso interessante e senza formalità.  

 

Track List

  • THE DAM
  • LITTLE THING
  • MY BABY AND I
  • CURSE
  • AS FAR AS I KNOW
  • BARKING AT MY GATE
  • HAVEN`T YOU SAID IT?
  • A NIGHT ON A RED SOFA
  • AND IT FLOWS
  • NOBODY`S SKY
  • SUR LA GARONNE
  • WAY BACK THEN
  • STORIES