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Jazz Blues Black • Jazz • Hard bop

Claudio Giambruno Overseas

2023 - Via Veneto Jazz

11/10/2023 di Vittorio Formenti

#Claudio Giambruno#Jazz Blues Black#Jazz

Claudio Giambruno è un sassofonista (tenore) palermitano che ha intensamente assorbito la lezione hard-bop unendola alla sua cultura mediterranea e, più in generale, all’apertura quasi consequenziale al mondo latino. Il suo curriculum è di notevole spessore; l’artista vanta collaborazioni con gente quale Ron Carter, Kurt Elling, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Dave Holland, Manhattan Transfer, Enrico Pieranunzi e numerosi altri.

In compagnia di Andrea Rea (piano), Dario Rosciglione (contrabbasso) e Amedeo Ariano (batteria) dà vita a un combo e a un quartetto perfettamente sincronizzato nel quale l’organizzazione ha il merito di non replicare esattamente gli schemi tradizionali. Gli intrecci e i passaggi solisti non applicano la rigida alternanza dei chorus, aprendo all’ascolto un’offerta non scontata con strutture ragionevolmente flessibili.

Il disco alterna brani di altri compositori a pagine originali scritte da Giambruno stesso, in perfetta sintonia col patrimonio di riferimento.

In linea generale il lavoro risulta piacevolissimo, coinvolgente e accessibile anche ai non specialisti per via del senso melodico e per la fluidità ritmica; l’inflessione “selvaggia” del classico hard-bop di stampo afro-americano è stemperata da un approccio solare, narrativo anche se non banalmente aneddotico. Volendo sintetizzare potremmo riportare il paragone alla logica di discografiche quali la High Note con però una certa distanza dal mood statunitense.

Più specificamente spicca il legato dei fraseggi del sax su scale o arpeggi che trasportano quasi cullando l’ascoltatore; funzionali a questo effetto sono l’accompagnamento del piano, che sa poi proporre momenti solisti come intermezzi non invasivi, e l’accoppiata basso / batteria che crea una piattaforma chiara ma non sovrastante. Morale, nessuna retorica o nostalgia del tempo che fu ma piuttosto una rielaborazione che non marca alcuna obsolescenza.

Altro ingrediente fondamentale è la vivacità della scaletta che va dal bop alla samba, dal blues alla canzone napoletana (fortunatamente non ripresa con l’usuale e insopportabile venatura nazional popolare), il tutto avente come comun denominatore un’evidente sensibilità mediterranea.

Il brano di esordio, composizione del pianista americano Dan Nimmer, mantiene l’impostazione originale con un andamento meno da “show”, in qualche modo meno swingante, lasciando più spazio alla corposità e alla rotondità sonica dell’ancia, il tutto a favore della parafrasi verso i nostri lidi. Il walking del basso, il controtempo del piano e i piatti della batteria seguono l’impostazione tradizionale. Il bellissimo intervento solista di Rea propone invece una fluidità decisamente in antitesi allo staccato quasi nervoso dell’originale. Un arrangiamento davvero interessante.

I diversi riferimenti alla musica latina, specie alla bossa nova, brillano per il fraseggio prolungato e anche per una certa sobrietà armonica rispetto a certe caramellose varianti del genere.

Tra i brani originali citeremmo Sea Muse sia per il riferimento al mare, probabilmente quello siciliano del tutto compatibile con le origini di Claudio, che per la briosità del fraseggio impostato su note alte e quindi agili e movimentate.

Ottimo lavoro, senza se e senza ma, adatto soprattutto a chi quando si dice jazz si aspetta certi schemi che non hanno mai perso vigore e validità.

Track List

  • Lu&rsquo;s Bounce
  • First Time I Heard Jobim
  • Gouvy
  • &lsquo;Na voce &lsquo;na chitarra e &lsquo;o poco &lsquo;e luna
  • Sea Muse
  • You Make Me Feel Brand New
  • Thinkin&rsquo; Before Swingin&rsquo;
  • Ginza Samba
  • Pure Imagination