Orizzonte<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Jazz-rock, fusion

Carmelo Venuto Orizzonte

2023 - GleAM Records

20/12/2023 di Vittorio Formenti

#Carmelo Venuto#Jazz Blues Black#Jazz

Chitarrista e compositore di Catania, Carmelo Venuto esordisce come leader in questo lavoro eseguito in quartetto; sono con lui Rosario Di Leo (piano), Riccardo Grosso (contrabbasso) e Giuseppe Tringali (batteria), suoi conterranei, amici e sodali nella qualità di artisti. 

Il disco è di chiara matrice jazz con verve da post-bop contemporaneo, da intendersi questa come base tecnica più che come estetica complessiva. In quanto alle sensibilità, infatti, si nota un’attenzione tutta mediterranea alle melodie, a conferma delle origini del combo; a questa si aggiungono sprazzi di prog e di blues, virando quindi a volte al jazz-rock piuttosto che alla fusion o un’ethno (saltuaria), accennata questa come riflesso più che come vera e propria contaminazione.

La rilevanza ritmica del gruppo è l’elemento che risalta fin dal primo ascolto; peraltro visto l’impianto strumentale in gioco la cosa non coglie di sopresa. Venuto resta la principale voce solista, attiva soprattutto con linee orizzontali, che si dipanano su una base sovente modale; quando la staffetta passa al piano, si mantiene comunque una sostanziale continuità anche della timbrica. La struttura non è a chorus e gli special sono ridotti al minimo.
L’esecuzione appare quindi molto compatta, con, in generale, la sei corde che canta e il resto impegnato nella scansione dei tempi e della metrica, beneficiandosi anche dell’attitudine ritmica di Di Leo.
L’ascolto non subisce scossoni, ma può concentrarsi sui dettagli dei pezzi, che, non divergendo mai da una rotta principale, offrono sfumature, preferendo l’organicità alle sorprese.

I richiami vanno a un certo chitarrismo jazz basato sulla precisione, sull’eleganza e sulla fluidità; tra Scofield e Green, con escursioni alla Bergson, quando ci si avvicina alla fusion; la pronuncia delle corde arriva a ricordare, quando il ritmo si distende, una certa psichedelia prog inglese. Pregevole l’assenza di inutili acrobazie e prolissi solisti, l’adozione di strutture a sviluppo lineare piuttosto che fondate su un’articolazione motivica (che rischierebbe di essere un po’ scontata), il concetto di un interplay con sincronie strette tenute con molta precisione.

A titolo di esempio si possono citare un paio di brani.

Il primo è Giulia NS, con un incipit vagamente alla Pink Floyd mixato a una verve blues, successivamente irrobustito con intrecci alla John Cipollina e poi portato in via definitiva su di una linea più jazz-rock grazie all’intervento del piano, energico e in sintonia col beat delle pelli. Non scontata è la decisione di chiudere il brano in modo sfumato e con con cadenza finale.
Se si tiene presente che il titolo è dedicato alla storica Giulia Nuova Super, vettura Alfa Romeo simbolo degli anni ’70, lo sviluppo del brano pare ne evochi l’arrivo da lontano su strada, il passaggio davanti a il successivo allontanamento. Questa è un’interpretazione del tutto soggettiva, basata sull’impressione e non su dati confermati dagli artisti.

Il secondo brano potrebbe essere Empedocle, che ha un intreccio quasi contrario al precedente. Si inizia in modo energico, per poi attenuare le dinamiche e quindi riprenderle. Un effetto più ad elastico, in questo caso con una struttura più squadrata, ma con una base del basso che merita attenzione per via della flessibilità metrica, in opposizione al drumming più secco. Un gran bell’intreccio. A ricordo della ricca sintesi che l’omonimo filosofo offrì prima dell’arrivo di Socrate?

In definitiva, un esordio a cui plaudire senza esitazioni, soprattutto per la ricchezza degli spunti e la  maturità dimostrata, non così frequente nei casi di primi lavori.

Track List

  • Rumble
  • Giulia NS
  • Calma
  • Snow Song
  • Empedocle
  • Sicca Ranni
  • Human Turtle
  • Onde