Can´t quit the blues<small></small>

Buddy Guy Can´t quit the blues

2006 - Silvertone / legacy

30/08/2007 di Antonio Avalle

#Buddy Guy

Sulla scena da oltre un cinquantennio, Buddy Guy resta il più famoso chitarrista blues ancora in vita, con tutto il rispetto per lo sfinito B.B. King, vendendo oltre 2 milioni di album, vincendo 5 Grammy Award e 24 W.C. Handy Blues Award, più di qualunque altro artista.
Esperto del tradizionale blues elettrico della scena postbellica di Chicago, è stato un importante riferimento per Jimi Hendrix (che lo definiva suo maestro) ed Eric Clapton. Tanto estro, virtuosismi e passione con una carriera edificata su una produzione frammentaria e discontinua, lodata attraverso le sessioni con Muddy Waters e Junior Wells e attraverso trascinanti esibizioni dal vivo. La recente pubblicazione di “Bring ‘em in” (2005), album di poco interesse, ha affievolito il buon cammino segnato negli ultimi anni attraverso l’elettrico “Sweet Tea” e l’acustico “Blues Singer”.
Questo cofanetto di tre cd e un dvd traccia cronologicamente il percorso artistico di questo chitarrista della Louisiana fornendo una chiara idea dell’evoluzione del suo suono.
Il primo cd (1957-1981) spazia dalla sue prime incisioni da solista, memorabile il demo “The Way You Been Treating Me”, crudo slow registrato a Baton Rouge in cui si mettono a nudo le forti potenzialità di Guy, confermate in “Sit And Cry” (’58) suonata a braccetto con Otis Rush, per poi imbracciare tutto il periodo di rinnovamento del Chicago blues a partire dal ’57 in poi, periodo magico in cui incontrò Muddy Waters. Si passa dalle incisioni Chess dell’album “I Left My Blues In San Francisco” a quelle condivise con l’armonicista Junior Wells, dall’album “Hoodoo Man Blues” (’65) per l’etichetta Delmark Records, inserito anche l’omaggio a T-Bone Walker “T-Bone Shuffle” (’70), con Eric Clapton alla chitarra e Dr. John al piano, per giungere al periodo più critico sul finire degli anni settanta con la lunga suite elettrica di “I Smell A Rat”, prima di perdersi in un buio artistico di diversi anni. Il primo cd è sicuramente il più importante dei tre, in diciotto tracce si definisce lo stile e la tecnica di Buddy Guy.
Il secondo cd (1991-1998) estrae dalla produzione Silvertone il “rifiorimento” artistico di Guy, ingaggio scaturito dal successo della sua esibizione ad un concerto di Eric Clapton nel ’91, presso la “Royal Albert Hall”: si parte dall’osannato album “Damn Right,I’ve Got The Blues” fino ad “Heavy Love”, da cui viene considerata “Midnight Train” duettata con Johnny Lang. Interessante l’inserimento della versione di “Miss Ida B” (di Roosevelt Sykes), slow inedito tratto da “Buddy’s Baddest”, brano carico di suggestivi fraseggi e battenti assolo, che da solo può bastare a sintetizzare il contenuto di questo cd che, seppur relativo a una produzione molto celebrata, non brilla per qualità e contenuti.
Il terzo cd (1998-2005) riporta una produzione più ispirata attraverso una selezione dell’innovativo “Sweet Tea” (’01), una sorta di tributo al North Mississippi Blues di Junior Kimbrough & Co., e l’acustico “Blues Singer” (’03), lavori di spessore in cui compare il contributo alla chitarra di Jimbo Mathus. Interessante è l’inclusione di una rivitalizzata “Honey Bee” (esclusa da “Sweet Tea”) e di una rispolverata versione live di “I Can’t Be Satisfield”, in puro stile Waters con Larry Taylor al basso e Steve Jordan alla batteria (tratta da live “Lithtning In A Bottle”). Chiudono il cd i brani commerciali tratti da “Bring ‘em in”, tirando in ballo la torrenziale “Cut You Loose”.
Il dvd invece presenta in novanta minuti una parte che documenta la storia di Buddy Guy attraverso immagini, interviste, vari filmati recuperati e una parte dedicata all’esibizioni dal vivo privilegiando diverse edizioni del Montreaux Jazz Festival (dal ’74 al 2002).
Un cofanetto valido, tra l’altro anche ben confezionato tra dettagli storici e foto, magari l’inserimento di qualche altro inedito con una maggior attenzione per il Guy acustico avrebbe reso più ghiotta e completa l’operazione, per migliorare il profilo di un chitarrista fondamentale dei nostri tempi.

Track List

  • Cd triplo

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