Brussels Jazz Orchestra & Tutu Puoane Mama Africa

Tutu Puoane é ormai una realtà affermata della musica sudafricana, la Brussels Jazz Orchestra è uno dei più noti ensemble europei con all’attivo collaborazioni con parecchi compositori e solisti di rilievo. Questo ´Mama Africa´ è un tributo a Miriam Makeba, autentico simbolo della propria terra, qui celebrata con arrangiamenti ed esecuzioni di alcuni suoi classici. Il mix si rivela felice anche perché coerente con lo spirito della musica di Miriam, mai strettamente africana ed aperta ad influenze pop ed americane. Non siamo davanti ad un lavoro world ed anche il drive jazz è quello di un’orchestra aperta alla comunicazione,. Gli spunti etnici non sono prevalenti; troviamo il bellissimo incipit vocale in ´The House in Midrand´ , che però rapidamente lascia il terreno all’europeismo dell’ensemble per poi ritornare in conclusione solo all’ottavo minuto del brano; in ´Umqokozo´ il timbro africano segue invece l’attacco orchestrale ma anche in questo caso il mood complessivo è più occidentale che da continente nero. Il jazz è evidente nel senso dello swing e nei momenti solisti soprattutto degli ottoni; ad essi quasi tutti i brani riservano chorus anche prolungati in cui l’improvvisazione prende il sopravvento. Frequenti sono anche i momenti pop come ´Africa is Where My Heart Lies´ in cui il canovaccio ritmico e melodico ha un approccio alla ´We Are The Children´; ´What More Can Be Right´ potrebbe appartenere al patrimonio americano dei musical o dei pur bellissimi temi di Walt Disney. Il momento potenzialmente migliore è ´When I’ve Passed On´, composizione in cui la Makeba si domandava chi l’avrebbe ricordata dopo la morte; il brano non ha nulla di sud africano ma è piuttosto ammaliante nei suoi momenti tematici anche se diluiti da interventi orchestrali e solisti non sempre coerenti con lo spirito del brano. Fuori discussione le doti vocali di Tutu che costituiscono l’elemento di rilievo del lavoro, capaci di ricordare anche Grace Slick all’inizio di ´West Wind´. Un lavoro di pop jazz con spruzzate di world ottimamente eseguito ma con qualche patina di troppo. Una piacevolezza che però non sempre lascia il segno.