Exploring New Boundaries<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Contemporaneo

Blewitt Exploring New Boundaries

2023 - Neuklang / ADA Music (Warner Music Group) / Verlag

13/02/2024 di Edoardo Mazzilli

#Blewitt#Jazz Blues Black#Jazz

È un esordio decisamente degno di lode quello del trio laziale Blewitt, che lo scorso 6 ottobre ha pubblicato Exploring New Boundaries, disco contenente dodici tracce – dieci originali e due omaggi a Footprints di Wayne Shorter e Passion Dance di McCoy Tyner – pubblicato da Neuklang, ADA Music (Warner Music Group) e Verlang, in scia con il primo EP Ouverture, uscito nel 2022. Con una solida formazione accademica alle spalle, energia e soprattutto con l’intuizione che il futuro della musica potrebbe essere sempre più la fusione di generi e la rottura degli schemi tradizionali, il pianista Stefano Proietti, il bassista Oscar Cherici e il percussionista Gian Marco De Nisi (30 anni i primi due e 26 il terzo) hanno realizzato della musica non convenzionale e sorprendente per le orecchie di chi la ascolta.

La loro visione condivisa sul da farsi con gli strumenti è tutt’altro che celata, anzi, è dichiarata nel titolo stesso del disco: “esplorare nuovi confini”. Ed è sui confini del jazz, della musica classica e persino del rock che i tre hanno lavorato ed esplorato sfruttando il magico interplay che scorre tra loro. Il risultato è un disco contente pezzi talvolta anche piuttosto lunghi e articolati, ma che già vantano un marchio di fabbrica immediatamente percepibile dopo un solo ascolto. Il trio ha dichiarato che con il progetto Exploring New Boundaries ha cercato di fondere la tradizione e la letteratura pianistica con le ritmiche contemporanee, dal neo soul alla musica etnica mediterranea, dall’avantgarde music al jazz tradizionale, e la verità è che ci è riuscito. Ascoltare per credere.

Ad aprire il disco è l’energica Inner Struggle, pezzo in cui le abili mani di Proietti – la cui tecnica pianistica è stata definita impressionante, non tanto da chi scrive, ma dalla Royal Academy of Music di Londra – dicono “musica classica”,  mentre le percussioni di De Nisi scandiscono il tempo e il basso di Cherici interpreta un ruolo solista che ben gli riesce. Dopo aver creato in pochi secondi una tensione crescente che rapisce l’attenzione dell’ascoltatore alla velocità di uno schiocco di dita, i tre convergono – trainati da Proietti – in un panorama limpido e rassicurante. Suoni sereni. È qui che si capisce il “trucco” dei ragazzi e la loro abilità. Il brano però non è finito, è articolato in più sezioni. Arriva anche un dolce assolo di basso travestito da chitarra.

Basta passare al brano successivo, Verso lAtman, per cogliere la versatilità dei tre musicisti. Il basso si scansa di dosso la dolcezza per caricare la partenza della canzone con una linea serrata che sfuma poi in scenari “tetri”– roba da intro di N.I.B. dei Black Sabbath, per esagerare – che si vanno a contrapporre alla sonata angelica del piano di Proietti.

È il bello dei Blewitt, ed è il bello di ascoltare musica imprevedibile, che se per un secondo chiami “classica”, poco dopo la devi ridefinire “jazz”, ma poi ti accorgi che la linea che stai sentendo potrebbe benissimo essere rock, persino dalle venature un po’ indie, come la parte di basso della prima metà di Pace Nel Mediterraneo.

Il disco prosegue con Tormenta, pezzo piuttosto lungo e – contrariamente da quello che lascia pensare il titolo – con sonorità morbide. La batteria di De Nisi traina in modo interessante mentre piano e basso si avvolgono, si rincorrono, si perdono e si ritrovano. Intriganti l’evoluzione e la conclusione del pezzo. È invece in Embrace Your Destiny che Proietti e Cherici lasciano maggiore spazio a De Nisi, il quale, come in Arcturus, si abbandona a un ottimo assolo di batteria. Il brano però si contraddistingue anche per il bel groove di Cherici e i virtuosismi di Proietti, che lo rendono frizzante. Come sempre, il finale è imprevedibile. Si passa poi a Red Sun, che vanta una linea melodica marcata, e Bach to the Future, pezzo in cui la linea di basso e quella di piano danzano insieme creando una calda atmosfera. A impreziosire ulteriormente la composizione sono gli arresti e le ripartenze, applicati con cognizione.

Dopo le citate Pace Nel Mediterraneo e Arcturus il debutto dei Blewitt procede con Una volta ancora, brano tranquillo che anticipa la rivisitazione, altrettanto pacata, di Footprints. A chiudere il disco sono Il Fuoco di Lauridsen, che si contraddistingue per composizione calma che va a fondersi invece con percussioni tutt’altro che banali di De Nisi, e Passion Dance, tributo a McCoy Tyner che i Blewitt decidono di interpretare e arrangiare in poco più di un minuto e mezzo, mantenendone l’efficace intensità.

Che dire, i tre giovani musicisti con il loro debutto si sono tracciati la strada da soli. Hanno trovato una direzione e si sono messi in cammino. Come si diceva all’inizio, Exploring New Boundaries è degno di lode per la sua originalità. Non è necessariamente un disco assimilabile di primo acchito da tutti gli ascoltatori, ma quello che non può essere messo in discussione è il talento dei tre giovani e la loro vasta fantasia musicale diretta dalla conoscenza.

 

Track List

  • Inner Struggle
  • Verso l&rsquo;Atman
  • Tormenta
  • Embrace Your Destiny
  • Red Sun
  • Bach to the Future
  • Pace Nel Mediterraneo
  • Arcturus
  • Una volta ancora
  • Footprints
  • Il Fuoco di Lauridsen
  • Passion Dance