Stripped Down In Memphis<small></small>
Jazz Blues Black • Blues

Big Jack Johnson Stripped Down In Memphis

2022 - M.C.Records

05/07/2022 di Silvano Brambilla

#Big Jack Johnson#Jazz Blues Black#Blues

Fra il 1998 e il 2000 il bluesman del Mississippi Big Jack Johnson, negli studi Memphis Sound Works, ha registrato un buon numero di materiale, finito in parte nel disco The Memphis Barbecue Sessions pubblicato dalla M.C. Records nel 2002. Con lui c’era l’armonicista Kim Wilson e qua e là il pianista Pinetop Perkins e il boss dell’etichetta, Mark Carpentieri alla batteria. Esattamente vent’anni dopo ecco che Mark ha preso in mano le rimanenti registrazioni e le ha rese pubbliche con il titolo, Stripped Down In Memphis, dove il bluesman neroamericano questa volta è accompagnato solo da due armonicisti, sempre Kim Wilson più George “Wild Child” Butler.

Big Jack Johnson con chitarra acustica e mandolino, in duo o in trio è come se avesse voluto ritrovare quella genuina essenzialità delle origini che con efficacia amalgamò ai ritmi urbani forgiando un suo stile che ha fatto presa sia nei blues festival, che nei juke joint, luoghi quest’ultimi ubicati in alcune regioni meridionali degli Stati Uniti che fanno parte della storia del blues, celebrati in dischi, libri, documentari, perché lì musicisti e frequentatori perlopiù neroamericani, in una sorta di rito collettivo, si fanno catturare dal più autentico down home blues, i primi a suonarlo con schiettezza, e i secondi a ballarlo con serrati ritmi o a dondolarsi con gli slow.  Bene ha fatto dunque Mark Carpentieri a riportare interesse verso un blues genuino con un pregevole portavoce come Big Jack Johnson che, grazie a questo disco aumenta la sua discografia non certo fitta, perché preferiva sempre un palco ad una sala di registrazione, in una intervista disse di essere “the hardest working bluesman around”, ma purtroppo nel 2011 finì di “lavorare duro”,  causa la sopraggiunta morte.

Sono rari i casi in cui si proponeva da solo, era sempre dentro a piccoli combo, all’inizio della sua carriera con i Nighthawks di Frank Frost e Sam Carr, divenuti in seguito Jelly Roll Kings, poi come Big Jack Johnson & The Oiler. Anche queste tracce sono nel segno dell’essenzialità e di un naturale blues feeling, ascoltate Aching All Over, dove il pathos è tangibile sia nel canto e nell’armonica di  Wild “Child” Butler, che nel minimale accompagnamento con la chitarra acustica di Big Jack Johnson, per poi ritrovarli in gran spolvero nello strumentale, See Me Coming e nella baldanzosa Going To Norway. La condizione non cambia dove c’è Kim Wilson all’armonica ad iniziare da un altro strumentale, The Hucklebuck con Big Jack che delicatamente suona l’elettrica, per poi passare al mandolino e rivisitare in acustico uno dei più noti pezzi soul, Part Time Love del sottovalutato soulman Clay Hammond e chiudere con The Hully Gully Twist dove riferimenti del noto ballo sono nei fraseggi di chitarra elettrica del bluesman del Mississippi.

Grazie, Mister Johnson, Mister Butler, Mister Wilson e Mister Carpentieri.

 

Track List

  • Baby What You Want Me To Do
  • Run Blues Run
  • The Hucklebuck
  • Aching All Over
  • Part Time Love
  • Alcohol
  • See Me Coming
  • Going To Norway
  • The Hully Gully Twist