Orpheus in the Underground<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Cameristico contemporaneo

Barba Negri Ziliani Orpheus in the Underground

2022 - EMME Record Label

15/07/2022 di Vittorio Formenti

#Barba Negri Ziliani#Jazz Blues Black#Jazz

Secondo lavoro per il trio di Riccardo Barba (piano, organo Farfisa, sintetizzatori), Nicola Ziliani (contrabbasso) e Federico Negri (batteria), questo Orpheus in the Underground stabilizza l’approccio che il combo aveva già sperimentato nell’esordio di Too Many Keys (2020) incrociando linguaggi classici, contemporanei, elettronici, rock e jazz.

Le composizioni sono generalmente incardinate su impianto tonale chiaro che in questo caso si trasferisce in una leggibilità immediata dei temi; il tutto con una prevalenza delle parti scritte su quelle improvvisate e una predisposizione, aggiungeremmo, ad un certo minimalismo moderno che potrebbe richiamare Glass nella sua fruibilità.

L’ascolto risulta molto agevole anche in quei passaggi più “underground” o classici che risultano assai espressivi, sovente risolvendosi l’uno nell’altro con uno spirito non di rado cinematico. In diversi momenti il lavoro potrebbe essere adatto ad un commento sonoro di film d’essay in cui i movimenti della narrazione vengono sottolineati senza enfasi roboanti ma con attenzione ai segnali deboli.

Le dinamiche infatti sono sempre controllate, fatti salvi alcuni brevi momenti di slancio verso il progr rock in stile Selling England By The Pound dei Genesis, e anche laddove si evoca un valzer la cornice è quasi da notturno. Quando emerge l’elemento jazz, in non più di due o tre episodi, lo fa con richiamo allo swing ed alla sincope tradizionale.

Molto interessante e fuori schema medio è Maida Vale Night Rhyme, eseguito con un organico aggiunto di dieci elementi tra archi, fiati e timpani e con in evidenza la tromba evocativa di Flavio Sigurtà; un brano decisamente impostato su di un approccio cameristico, vagamente concertante su tromba e piano, a cavallo tra cinema e pastorale, ricco di ricami raffinati, delicati ed affascinanti.

La geometria del trio richiama approcci che da Evans passano per Mehldau e arrivano ad alcune esperienze scandinave, col piano che ascolta molto il basso con cui intesse intrecci e giochi di staffetta a vantaggio di una vivacità timbrica notevole.

Dovessimo selezionare un brano simbolo indicheremmo A Violet Yet Flammable World che, al di là del suo incipit alla Renzo Arbore di Ma la notte no (fortunatamente limitatissimo e  auspicabilmente incidentale), si sviluppa con un interessante ruolo del basso che tiene il tema, fatto questo non usuale, mentre il piano evolve e la batteria tiene il ritmo. Il pezzo ben rappresenta quegli aspetti cinematici, quelle geometrie del gruppo e quell’impostazione tonale sopra evidenziate; eterodossa poi la conclusione troncata che sfugge ad ogni retorica.

Lavoro con apertura ad ampio spettro, pregevole per la cura degli equilibri nelle parti e decisamente piacevole, in grado di offrire stimoli anche con ascolti ripetuti.

Track List

  • Orpheus in the Underground
  • A Violet Yet Flammable World
  • Ricercare (Tema, Fuga a 4, Ripresa)
  • Three Pipe Problem (Intellectual Three - Way Speculation with a Waltz)
  • Maida Vale Night Rhyme
  • Sunday Off (Where Shall We Go)
  • Things Indifferent
  • Nimrod
  • Toccata (At the Close)