A Silent Song<small></small>
World • Folk • traditional

Archie Fisher A Silent Song

2015 - Red House Records / IRD

07/02/2016 di Fausto Gori

#Archie Fisher#World#Folk #Folk #Archie Fisher #Isaac Anderson #Luna Skye #Rob Norris #Joel Sayles #Linda Richards

Un nuovo disco da ascoltare, un’immagine di copertina, un volto riflessivo con lo sguardo rivolto verso il basso, le mani appoggiate sulla chitarra,  un intenso quadro marino, una parete bianca;  una foto quasi timida, velata di fatalità e d’animo gentile, tipicamente britannica, tradizionale, come tradizionale è la musica che contiene, musica folk che ti prende per mano e ti fa camminare con il suo mistero, dopo ripetuti ascolti riconosci qualcosa che ti appartiene da sempre  e  proprio in quel momento  ti senti avvolto dalla sua profonda, limpida bellezza .

Questa introduzione, che in realtà è uno slogan volutamente “posto in alto” legato alle considerazioni finali sul nuovo (A Silent Song) e settimo album solista di Archie Fisher (terzo per l’etichetta statunitense Red House Records), è figlia di quella stima destinata a chi cela la propria grandezza nella sobrietà, nell’essenza e nella dimessa semplicità di chi ha scelto di vivere al riparo dei riflettori.

Figura di culto del folk revival e chitarrista acustico di magnifica espressività,  Archie Fisher è un musicista scozzese non  molto conosciuto nel music business internazionale, ma nel proprio paese è una vera e propria leggenda musicale (e filosofica).  Nato nel 1939 a Glasgow in una famiglia di musicisti, si interessò inizialmente alla corrente Skiffle di Lonnie Donegan, poi iniziò a dedicarsi alla musica tradizionale scozzese, nei primi anni sessanta  collaborò a due dischi con la Fisher Family  ma il suo vero esordio solista arrivo solo nel 1968 con il disco omonimo.  Fu però lo splendido The Man With a Ryme del 1976, sempre legato  alle radici e alla tradizione delle sue terre,  a dargli maggiore visibilità.

Sette anni dopo il suo ultimo lavoro discografico, registrato nel Catskills e mixato a Minneapolis,  A Silent Song  porta avanti il credo folk del suo autore con immutata personalità, candore e genuinità.  Ovviamente,  vista l’aggiunta sporadica di flauto (Isaac Anderson) , violoncello (Luna Skye) e contrabbasso (Rob Norris, Joel Sayles), il protagonista assoluto del disco è Archie Fisher , voce espressiva  e maestro di indiscussa qualità della sei corde. Tutto è essenziale, nessun artificio, tutto è in funzione della composizione e della sua parte espressiva; infatti, ascoltando i suoi incantatori arpeggi di chitarra acustica non è difficile collegarsi idealmente alla grazia espressiva di altri colleghi prestigiosi come John Renbourn e Bert Jansch (con cui ha collaborato).

Il disco ha il pregio di essere molto unitario, ha belle melodie,  i brani hanno origini diverse e c’è ben poco  da trascurare.  Le liriche riprendono molto dalla tradizione locale: canzoni che parlano di perdita, dello scorrere del tempo , di amicizia e di malinconici paesaggi.  Ci sono alcune ispirate cover  romantiche come A River Like You (Ian Davison) arricchita dai controcanti angelici di Linda Richards, e dall’atmosfera magica come Bonnie Annie Laurie (Alicia Scott), tanto sobria quanto autentica, sospesa  lungo le verdi colline scozzesi, tra luci flebili e folte nebbie avvolte di onirica nostalgia. Ma c’è anche l’aspetto curioso:  l’espressività  baritonale ed emozionale di Archie rimanda in parte a quella di Fabrizio De André (ascoltare per credere).  Non mancano ottimi brani tradizionali, Mary Ann e Lord of The May  sono espresse magistralmente ,  interpretate nei modi esclusivi di chi “conosce” veramente . Infine la parte più interessante del disco: i suoi nuovi pezzi.  Lo splendido brano d’apertura,  Waltz into Winter , descrive la natura che lo circonda con una gentilezza d’altri tempi espressa da una voce elegante e distesa che scalda il cuore (quasi fosse un Gordon Lightfoot britannico), schegge di saggezza  al servizio di una melodia che profuma di Caledonia. Suggestive anche  Half The World Away , Song for a Friend mentre la bellissima pagina finale di The Parting Glass (Fisher/Goodenough) va oltre,  qui la fine sensibilità di Archie si sublima  tra le corde lievemente arpeggiate della chitarra, note carezzate al servizio  di parole sommesse e intense, intarsiate dal flauto romantico di Isaac Anderson che contribuisce a trasformare il pezzo in qualcosa di onirico e magico.

La dimensione poetica e spirituale del disco è udibile fin dalle prime note,  non cercate di violentarlo con umorali pretese  adrenaliniche,  A Silent Song ricambia in vibrante florida bellezza  solo con chi ne condivide i suoi colori gentili e ben definiti.  Chi ama il folk e la tradizione scozzese/celtica non si perda questo grande  musicista, da questa voce baritonale così cortese e fiera potreste scoprire che il vostro cuore ha ancora sentieri importanti e luminosi da percorrere.

Track List

  • Waltz into Winter
  • Bonnie Annie Laurie
  • Half the World Away
  • Lass From the Low Country
  • Lord of the May
  • Mary Ann
  • No Way To Treat Friend
  • A River Like You
  • Song For a Friend
  • The Gifts
  • You Took The Day (silent song)
  • The Parting Glass