Lament<small></small>
Derive • Avantgarde • Industrial

Einstürzende Neubauten Lament

2014 - Bmg

19/12/2014 di Nadia Merlo Fiorillo

# Einstürzende Neubauten#Derive#Avantgarde #Industrial

Opera colossale, Lament è stata commissionata agli Einstürzende Neubauten per celebrare il centenario della Prima Guerra Mondiale e occasionalmente incisa su disco, come a darne parziale testimonianza e sancire quel principio di documentalità alla base delle stesse registrazioni audio di repertorio che ne fanno parte, recuperate grazie a una ricerca condotta tra gli archivi sonori della Humboldt-Universität di Berlino e del Deutsche Rundfunkarchiv (Archivio Tedesco della Radiodiffusione) di Francoforte (sebbene pare siano, a detta dello stesso Bargeld, registrazioni su disco successive agli anni ’14 -’16). Descrivere Lament, quindi, che nasce ed è presentato come teatralizzazione sonora della Grande Guerra diventa quasi impossibile, se non addirittura senza senso, ma la monumentalità avanguardista di tutta l’operazione impone quanto meno che se ne dia conto in sede di recensione.

Da sempre pionieri nell’alterazione delle gerarchie tradizionali degli strumenti sonori, entrando a pieno titolo fra gli artefici dell’ampliamento del campo dei suoni attraverso l’uso di oggetti destinati a funzioni industriali, gli Einstürzende Neubauten  hanno probabilmente chiuso il cerchio delle loro sperimentazioni proprio con questo Lament, aprendo uno spazio di manifestazione del rumore e del silenzio non più rappresentativo/riproduttivo ma autogeno, in un tentativo riuscito di dare voce alla guerra con la sua stessa carica fonetica.
Se un passo indietro ai loro esordi iper-noise è dovuto, fino a lambirne gli inizi nella loro fisionomia di iconoclasti industrial, allora Lament chiude il cerchio proprio nelle frequenze dell’industria bellica, che manifesta se stessa come suono nella guerra e della guerra. La finzione strumentale solo apparente di Kriegsmachinerie, che apre l’evento-spettacolo Lament, mette in realtà sulla scena un concretismo musicale che è l’esatta cifra della fabbricazione del Leviatano militare con cui gli Einstürzende hanno scelto di iniziare la loro storia del primo conflitto mondiale.
La cupa e stridente acustica del ferro, che prepara la successiva comparsa dell’artiglieria e dei primi cingolati della Schlacht an der Somme, parla infatti nella lingua dell’incubo tecnologico e guerresco messo in atto dalle nazioni entrate nel conflitto e presentate da Blixa e compagni quasi schernendole in Der 1. Weltkrieg (Percussion Version)e in Hymnen.  Quest’ultimo, scritto sulla base dell’inno nazionale britannico e di quello dell’impero tedesco da Henry Carey e divenuto poi inno di molte colonie, comprese Canada e Australia, viene usato da Blixa proprio come parodia di ogni inno nazionale possibile.

Ma il metallo fa la sua comparsa anche nella inaspettatamente dance The Willy-Nicky Telegrams, in cui Bargeld e Hacke mimano la corrispondenza tra il Kaizer Wilhelm e lo zar di Russia Nicola avvenuta alla vigilia dello scoppio del conflitto, caricandola di venature ridicole e beffarde.
Le atmosfere cambiano in parte nel toccante trittico del Lamento (Lament, Abwärtsspirale e Pater Pecavi) ricalcato sul modello del mottetto fiammingo ma smisuratamente dilatato negli echi sonori e nei vocalizzi di un Bargeld al massimo della sua intensità, immenso interprete soprattutto quando scandisce la crudezza del tedesco in un funereo parlato. Le percosse d’acciaio di Abwärtsspirale sono il preludio al raccoglimento commosso provocato dagli archi e dalle voci di repertorio registrate negli anni della guerra, mentre il gelo morde la coscienza e quel Pater Pecavi diventa il lamento di dolore per chiunque si confronti con quest’opera di puro genio creativo.

Nelle intenzioni degli Einstürzende Neubauten Lament termina con How Did I Die e le tre tracce seguenti diventano solo dei bis, nonostante il paradosso di un pezzo come Der Beginn Des Weltkrieges 1914: leggendo il titolo, e a voler rispettare la cronologia degli eventi, ci si aspetterebbe di trovarlo all’inizio, invece compare sul finire del disco. Ma prendendo in prestito l’opera di Joseph Plaut, Bargeld insiste con la sua irriverenza e il suo sarcasmo per raccontare gli inizi della Prima Guerra Mondiale, presentandoli attraverso un audace uso onomatopeico della lingua che trasla le parole in versi animali, arrivando a pronunciare in un estenuato e derisorio raglio d’asino il nome di Hitler, allora volontario al fronte di guerra e già preannuncio profetico del corso della storia del mondo.  

Superbo e maestoso metronomo storico, Lament testimonia la vitalità di una band che continua a sovvertire i canoni della prevedibilità artistica, fondendo nella loro personalissima ricerca sonora avanguardia, spunti pop e polifonia, fino a riattualizzare la politestualità del mottetto e la matrice imitativa del “lamento” per dare corpo ad uno straordinario esperimento di retorica musicale del terzo millennio.
Pur nella consapevolezza della sua presunzione, bisogna dare atto a Blixa Bargeld che la musica sperimentale, almeno ad un livello di relativo mainstream, arriva fino agli Einstürzende 
Neubauten e lì si ferma.
Per quanto ci riguarda, disco dell’anno per questo 2014 ormai agli sgoccioli.

 

Track List

  • Kriegsmaschinerie
  • Hymnen
  • The Willy-Nicky Telegrams
  • In De Loopgraaf
  • Der 1. Weltkrieg (Percussion Version)
  • On Patrol In No Man`s Land
  • Achterland
  • Lament (Lament)
  • Abwärtsspirale (Lament)
  • Pater Pecavi (Lament)
  • How Did I Die
  • Sag Mir Wo Die Blumen Sind
  • Der Beginn Des Weltkriegs 1914
  • All Of No Man`s Land Is Ours