L’ALBUM D’ESORDIO DI IRONICO

L’ALBUM D’ESORDIO DI IRONICO


30/01/2020 - News di desa-comunicazioni

IL VIAGGIO è il titolo del primo album di Ironico, al secolo Marco Sartina, il cui approccio con il grande pubblico ha inizio più di 20 anni fa…esattamente nel 199, quando Ironico partecipa al Festival di Castrocaro , arrivando in semifinale. Cantante, autore, compositore…Marco è artista a tutti gli effetti e lo dimostra in maniera inequivocabile in questo suo debutto;  9 tracce dove la canzone d’autore svela e disvela sensi comuni e non, facendoci intraprendere un vero viaggio e in diverse direzioni. 

 

Lieve e leggiadro l’Intro, nemmeno due minuti e già siamo immersi nel mondo di Ironico, 

non a caso la traccia d’apertura si intitola CERCAMI, quasi a suggerire all’ascoltatore un’azione…l’artista sembra insomma voler accanto a sé degli ascoltatori attivi, dei viaggiatori in cerca di avventure, non dei semplici passeggeri.  Fina dal primo brano infatti, si è costretti a mollare tutto, anche le valigie, fermi a carpire con mano anche il respiro tra le parole dell’artista: la sensazione è quella di  varcare la soglia di una casa altrui,  di perlustrarne ogni angolo, cogliendone ogni aspetto quotidiano, senza sentirsi  nemmeno per un attimo  fuori luogo ma accolti e ben voluti come degli amici di vecchia data. 

Già dalla seconda traccia, si evince lo stile di Ironico, intuendo quindi anche il legame con il nome d’arte: “Tu che fai il contadino, che sogni da una vita, quella villa ala mare a Portofino…ti si legge sopra il viso la fatica tra le rughe profonde di quei solchi nel terreno, ma non perdi mai il sorriso e sei sereno….” Sorge spontaneo   il collegamento con il miglior cantautorato italiano, da Bertoli a Venditti, passando ovviamente per De Gregori e da cui Marco deve aver preso delle lunghe e appassionate lezioni. “Questa vita è troppo breve per essere sprecata…capisci che se ti accontenti godi …che sei fai del bene, bene ne ricavi…”,  frasi che si inseriscono in una trama contrassegnata dal buon umore e dall’ironia, e che segnano i confini del linguaggio del cantautorato moderno , da cui  Ironico riesca ad imbastire fili molto sottili, facendo una presa diretta di questa EVOLUTA SOCIETA’.

 

Il nostro viaggiatore diviene poi un GUERRIERO, pronto ad affrontare  la vita, rivolgendo il sorriso al posto della spada “Ci sono giorni che staresti chiuso in casa,  ci sono sogni sprofondati nel cassetto che non hai avuto più il coraggio di riaprire ” Non c’è retorica nel cantautorato di Ironico, le cui parola sembrano emergere da un quaderno di appunti, da un diario lasciato accanto al comodino, dai cui cassetti emrgono anche quei sogni lasciati lì…persi di vista e poi ripresi tra le note di una canzone “E passi notti in compagnia del buio sperando di ricevere un sorriso dalla luna e quando il vento poi risolleverà le vele, tu troverai la forza per risalire ancora restando in equilibrio  perché sai conviene non rimanere a terra vittima della paura” parole dette tutte d’un fiato, e che ci proiettano in questo paesaggio dipinto a voce dall’artista che senza spazi bianchi, lascia il giusto spazio all’immaginazione.“Tu non sei nato per l’inutilità, tu fra tanta gente hai la tua identità…”: un vero Guerriero conosce i propri , le proprie paure, le circostanza avverse che lo possono far arretrare, ma non si arrende ed è consapevole del suo ruolo.

Nella canzone pensata per l’ESTATE, l’andamento spensierato enfatizza il senso del brano: suoni, odori, immagini…l’atmosfera è proprio quella della stagione più calda dell’anno, con i suoi ritmi e i suoi colori, con una parola chiave: Libertà.

 

Con su sfondo un suono remoto e placido, La title track disegna il tracciato di un VIAGGIO, compiuto dentro di sé e dentro i propri sentimenti. Il viaggio diventa metafora dell’amore: un luogo di incontro, di cambiamento, di scambio di emozioni : “Per ogni curva, ogni sentiero, ogni salita…serve un po’ di follia e il coraggio di tentare.. … è questo il senso del vagare senza meta, perché se vale anche la pena di provare a stare insieme, c’è sempre una ragione …” Il tempo scandisce le fasi di questo viaggio, erodendo talvolta alcuni passaggi…è un tempo inesorabile che scorre senza pietà e in chiusura, la strumentalità lasciata libera, fa scorrere davanti a noi le immagini di un film mai visto prima. E noi siamo lì seduti su accanto al finestrino, a cercare di riconoscere un po’ di noi stessi tra uno scorcio di paesaggio e l’altro che passa.

 

In “TUTTO PUO’ SUCCEDERE”con un riferimento  a quella smania di postare, di cliccare, l’artista descrive lo “sviluppo”  di un sistema che lungi dal migliorare la nostra qualità della vita, ci fa perdere momenti essenziali di questa, “Immortalati  da migliaia di obbiettivi” ma senza più un vero scopo,  se non quello di essere ovunque e di ostentare di esserci… ..questa diventa il vero modo “per sentirsi vivi”…. L’utilizzo dei fiati diventa qui, quasi il respiro tra una frase e  l’altra dove Ironico passa in rassegna vari quadri esistenziali dell’odierna “società cosmopolita” dove  si trovano “amici con il solo uso delle dita”:  nella realtà virtuale siamo circondati di persone, in quella vera, siamo soli e sopperiamo alle nostre mancanze con la tecnologia, connettendoci in ogni momento con il mondo, ma disconnettendoci da noi stessi,  da quella identità che in qualche traccia fa, Ironico ci faceva capire, ci rendeva unici. Evidente è la qualità degli arrangiamenti che tra poeticità ed ironia, assembla i pezzi di una società la quale, più che evoluta, sembra frantumarsi dietro assurde ipocrisie.

 

Altro titolo esemplificativo  del viaggio non può che essere CLOCHARD:  “Cerco notti stellate nel buio del cielo e non ne vedo più…cerco navi cerco stive piene di speranze e non ne trovo più e mi perdo talvolta anche nella mia stanza, di carta e vicoli….”  Ancora una volta l’ironia cede il testimone alla poesia , di nuovo il calore di una stanza diventa il rifugio per chi tra il buio, cerca sempre la luce. I pensieri che nascono sono quelli di chi si fa domande sulla vita, sull’esistenza, il disco stesso, sembra accostarsi per tutto il tempo a questa dimensione: l’artista si interroga sull’esistenzialismo , sul significato del nostro Esserci “Ma  non esisto più e non resisto più” Il ritornello sembra volgersi come una domanda, ad un interlocutore non specificato, forse inteso come la società …La risposta è vagante come il titolo e come il protagonista stesso del brano

Quasi un arretrarsi, un nascondersi dietro un’esistenza spesso travagliata da rischi e pericoli “Dietro l’esile fune, di un’assurda esistenza, può celarsi la trama, di una grande esperienza che trattiene il colore di un dipinto che parla…”.siamo tanto bravi a giudicare comportamenti e azioni altrui, da confondere magari un’ idea con la sua resa, un invito anche a comprendere chi ci è accanto, a capre il valore di ogni persona, cercando di trasmettergli tutto il bene possibile: “Un cuore che non chiede nient’altro, che un po’ di attenzione, perché non costa nulla, provare ad amare…” in fondo la solitudine non è tanto l’essere soli, ma l’essere incompresi.

 

La ritmica scanzonata di BUONA GIORNATA, si assiste ad una batteria  che a poco a poco  scalfisce i fiati, modellando un  pezzo accattivante, dove l’ironia è velata di malinconia, a ricoprire come una nuvola incerta il sereno di una buona giornata…ma come la luna…anche il vento gira, scostando le nubi nel cielo. 

 

Un arpeggio di chitarra ed ecco la traccia che chiude il disco, se il titolo di un brano di de gregari era “guarda che non sono io”, con uno stile musicale che lo richiama, qui Ironico afferma intrepido “SONO IO” Confidenziale e autentica, senza estromissioni e senza commiserazione, solo una dichiarazione di spontaneità e di coscienza: “Vedendo i successi altrui, ho trascorso giorni buii”, quanto volte, osservando negli occhi degli altri la felicità…ci accorgiamo che la nostra manca e immergiamo il nostro Io nella tristezza più profonda…? Allora affondiamo anche la nostra anima alla ricerca di un equilibrio, sempre precario: “Credendo di essere il migliore, ho commesso tanti errori, pensando di essere il peggiore, non riuscivo a starne fuori… “

 

Sonia Bellin