Chiari Music Festival

live report

Chiari Music Festival Chiari / Istituto S. Bernardino

30/06/2024 di Aldo Pedron

Concerto del 30/06/2024

#Chiari Music Festival#Rock Internazionale#Rock

L’estate è finalmente arrivata e con lei il caldo torrido per la giornata e serata finale del super collaudato Chiari Music Festival, organizzato dalla ADMR Music Events, da Maurizio Mazzotti e i suoi prodi e una serie di grandi appassionati di musica a dare man forte. Festival decisamente elettrico con ben 5 band in questa domenica di fine giugno.

Ore 17.00 – EGIDIO INGALA & THE JACKNIVES - S’incomincia con Egidio Ingala & The Jacknives, artista assai conosciuto in tutta Europa (meno nel nostro bel paese) con la sua partecipazione da decenni sui palchi dei maggiori e più importanti festival europei! (Svizzera, Francia, Germania, Norvegia, Scandinavia). Armonicista sopraffino, attivo sulla scena blues dalla metà degli anni ’80 (dapprima nei Dirty Hands, 1990-1997).  Suona l’armonica diatonica in possesso di un feeling innato, da sempre rivolto con particolare attenzione alla cura del suono e alle potenzialità espressive dell’armonica. Con riferimento ad armonicisti come Little Walter, George “Harmonica” Smith e Big Walter Horton, ha oramai sviluppato da tempo in maniera originale una sua proposta di blues, guadagnandosi in Europa una grande reputazione come innovatore della armonica diatonica blues e con tocchi magici di puro virtuosismo. Con Egidio “Juke” Ingala (voce, armonica) ci sono Marco Gisfredi alla chitarra, Max Pitardi al basso e Enrico Soverini alla batteria.

I brani proposti sono soprattutto da un nuovo album da lui appena inciso e che uscirà a settembre per una etichetta tedesca. Quel che piace particolarmente è quel suono sornione, ritmico e danzante boogaloo (rhythm and blues e musica latina), Louisiana blues sound e West-coast blues. A qualche pezzo composto da Egidio Ingala stesso, come I Don’t Mind, So Deep e Juicy Harmonica, hanno alternato cover come I Don’t Want No One di Slim Harpo, Ooopin’ Doopin di George Smith e Rocker di Little Walter, come sempre fieri e fedeli alla causa.  Una certezza nel panorama italiano e internazionale. 

Ore 18.00 -  The BLACK SORROWS - Sono la band australiana di Melbourne del geniale Joe Camilleri in auge dal 1984 (dopo lo scioglimento dei suoi Jo Jo Zep And the Falcons, attivi dal 1975 al 1983). Camilleri, nato a Malta, poi trasferitosi fin da piccolo con la famiglia in Australia, è indubbiamente uno dei miei artisti preferiti in assoluto, una delle figure più autentiche e talentuose dell’intero panorama di musica australiana e tuttora al top della sua carriera (iniziata a metà anni ’60). I Black Sorrows (già visti in Italia nel settembre 2022) sono una delle band più sofisticate e pulsanti del loro Paese con numerosi dischi al loro attivo (Camilleri ha oltre 50 album incisi con varie formazioni da lui capitanate).

La nuova formidabile versione del gruppo vede Joe Camilleri (voce solista, chitarra) accompagnato da Claude Carranza (chitarra, voce), Mark Gray (basso, voce), James Black (tastiere, voce) e Tony Floyd (batteria). Una formazione capace di coniugare e saper attingere il meglio della musica blues, rock, R&B e con influenze, accenni e disgressioni nel reggae, nel country, nello zydeco e nel soul, e Camilleri è abilissimo nello scrivere e interpretare brani propri, così come è eccelso nel proporre cover con la band The Revelators. Una musica caratterizzata da melodie coinvolgenti, ritmi accattivanti, testi riflessivi e una performance esaltante, incandescente e trascinante con in apertura la splendida Daughters Of Glory, Silvio di Bob Dylan, l’eccellente Hold on To Me con un assolo di sax dello stesso Joe Camilleri e Saint George Road (dal loro ultimo album in studio) un lentone fenomenale in cui sembra a tratti Into The Mystic di Van Morrison con la voce di Joe Camilleri a eguagliare, se non a superare come estensione vocale, l’irlandese Van “The Man”.  Un repertorio notevole, grazie alla penna e scrittura assai prolifica. La band pesca alcuni pezzi d’altri tempi, da Chosen Ones al classico blues di Since I Met You Baby e a seguire Down Home Girl.  Joe Camilleri incita tutti a battere le mani, alzarsi dalle sedie (Let’s Get Up And Dance) e ballare con Change The Wheels dal nuovo disco (sarà il suo 56° album!) in uscita ad ottobre ed intitolato The Way We Do Business.  F E N O M E NA L I.

Ore 19.00 -  GENNARO PORCELLI & RR BLUES BAND - Indiavolato chitarrista partenopeo (tuttora e da tempo nella band di Edoardo Bennato) Gennaro Porcelli (chitarra e voce solista) si presenta in quartetto con Renato Marcianò al basso, Paolo Pee Wee Durante all’organo Hammond e piano elettrico e Enrico Cecconi alla batteria.  RR (Blues Band) sta per i musicisti che in precedenza sono stati nella formazione del mai dimenticato Rudy Rotta.

Il grande blues non mente, dalle rive del Mississippi all’ombra del Vesuvio, dalla chitarra di Eric Clapton (il suo sogno è suonare al Crossroads Festival) a quella di Johnny Winter nonché alle note di Pino Daniele, Edoardo Bennato, il blues trova fermento da decenni anche a Napoli dove vige una lunga tradizione e Gennaro Porcelli è la punta di diamante. Il repertorio da lui proposto pesca naturalmente soprattutto dal suo terzo album solista Me, You And The Blues e non solo, ecco la scaletta: Cold Sweat, Shuffling Back To Memphis, Don’t You Lie To Me, Stranger Blues, I’ll Drown In My Own Tears, I’m Gonna Send You Back To Georgia (di Hound Dog Taylor), Smiling Eyes (G. Porcelli), Johnny (G. Porcelli, Mario Insenga) e Highway 61 Revisited (di Bob Dylan) e dal secondo album solista di Gennaro Porcelli And The Highway 61 Revisiting.….! (Cheyenne Records del 2008). Oramai da decenni il miglior chitarrista blues italiano (o nei top 5 di sempre sul suolo italico). 

20.15 - BAND OF FRIENDS . Rory Gallagher (ex Taste) è l’uomo, l’artista e il chitarrista che, senza ombra di dubbio, ha guidato e influenzato tutto il movimento rock irlandese, uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi. Musicisti di grande spessore come Gerry McAvoy (basso, voce), già con Rory Gallagher dal 1970 al 1991 e in seguito nei Nine Below Zero fino al 2011, Brendan O’Neill alla batteria e voce (già con Gallagher dal 1981 al 1991) e i due chitarristi Paul Rose e Jim Kirkpatrick costituiscono l’attuale Band Of Friends. Non un tributo, ma una celebrazione alla vita e alla musica del mitico chitarrista irlandese, scomparso nel 1995 a soli 47 anni. Un’ora o quasi di blues, d’intenso groove e Gerry McAvoy e soci davvero scatenati e dal tiro giusto.

 

21.30 -  ERIC BIBB AND BAND - Headliner della serata, Eric Bibb è una vecchia conoscenza per Chiari dove si è esibito nel 2001 e il 7 luglio del 2019 e di cui è disponibile un compact-disc della sua memorabile performance (Route 61 Music). Afro-americano nato a New York, vive ora nella sua patria acquisita, la Svezia.   Con oltre cinque decenni di maestria musicale, una quarantina di album a suo nome, una lunga e prolifica carriera con tre nomination ai Grammy e un’eredità profondamente radicata nel movimento per i diritti civili, Eric Bibb (chitarra e voce) colpisce direttamente al cuore con le sue canzoni in cui esprime al meglio il suo desiderio di cambiamento, unità e speranza. Un bluesman e trobadour con i fiocchi, che dimostra di possedere uno spiccato talento per il racconto e la scrittura in versi e che incorpora in sé elementi di Folk, Soul, Blues, Gospel e Jazz con uno stile personale, una voce calda e coinvolgente e una raffinata tecnica chitarristica.  Blues transatlantici con un filo diretto e sulla strada tra Chicago, Memphis, New York, la Svezia e Bamako (Mali).

Nelle sue canzoni ci racconta le sue differenti anime, le sue debolezze, i suoi viaggi e la sua grande capacità di mescolare culture diverse. Sono con lui Staffan Astner (chitarra elettrica, kora), Desmond Foster al basso, Paul Robinson alla batteria e special guest la moglie Ulrika Bibb alla voce. Un vero signore, persona eccezionale, gentile, profondo e comunicativo, pacato, dal grande carisma e umile almeno quanto la sua grandezza d’artista. Il suono della sua chitarra esce pulito, candido, esemplare per un bluesman che trasmette serenità con la sua arte. Bibb inizia con l’intera band, dedica un pezzo ai bambini di tutto il mondo, To My Neighbors, segue un brano a-cappella Refugee Moan dal suo album Migration Blues del 2017, con lui da solo a brillare sul palco, e i brividi scendono giù dalla schiena…"Send A Prayer To Provide Protection. For All The People In The World Just Like Me. Lord I’ll Pray Each And Every Day. Charge My Connection, Lord, Help Me Pray… Send Us A Song To Keep Us Strong. Lord Keep Us Singin’ As We Carry On."     

500 Miles, sempre con lui solo sul palco a luci spente, è un altro pezzo meraviglioso, originariamente composto nel 1961 con il copyright di Hedy West (con l’arrangiamento di John Phillips) ma da noi conosciuto in molte versioni. Il pubblico è estasiato, e Bibb, dopo alcuni pezzi da solo, richiama il suo chitarrista e in duo propongono un paio di canzoni. La band ritorna sul palco al completo ed Eric invita la moglie Ulrika Bibb che con lui duetta in Send Us Brighter Days, brano tratto dall’album Brothers In Bamako del 2012 con Habib Koité (polistrumentista maliano). Eric crede fermamente sulle origini del blues e della kora music (strumento africano) del Mali da lui scoperta ancora quattordicenne. Musica che fa pace con il mondo intero e con l'attenta platea del Chiari Music Festival.

 

GRAZIE A CARLO CARUGO PER LE SPLENDIDE FOTO ON E OFF STAGE!