Bruce Springsteen and The E Street Band

live report

Bruce Springsteen and The E Street Band Monza / Prato della Gerascia

25/07/2023 di Laura Bianchi

Concerto del 25/07/2023

#Bruce Springsteen and The E Street Band#Rock Internazionale#Songwriting

DISCLAIMER: questo non è un live report, non è una recensione. Sono emozioni diventati parole, insufficienti a dirle tutte.

E le foto sono soprattutto della gente. Protagonista dei maxischermi. Com'è giusto che sia.

Grazie.

 

La Gente. Il Boss. La Band. 

Le mani alzate al cielo, quel cielo di Monza così duro e arrabbiato ieri, stasera così dolce, leggero vento a mettere in fuga le zanzare e a dare aria ai pensieri, facendoli levitare alti, verso le nuvole che fanno da cornice lontana alla luna che sta sorgendo.

La gente. Che, paziente, docile, attende l'inizio del rito. Chi per la prima volta, chi per la centesima, chi venuto da lontano, chi da vicino, chi coetaneo di chi sta salendo sul palco, chi suo ipotetico nipote. Donne, uomini, ciascuno con il proprio fardello di dolori, rimpianti, sogni, ricordi, speranze, pronti a posarlo per due ore e mezza, e scoprire, dopo, che è diventato più leggero.

Sale tutta la E Street Band, la last band standing, anche se, nel corso dei decenni, ha perso qualche pezzo importante. Poi, sale Bruce Springsteen, e l'attesa diventa boato, settantamila voci che salutano il Boss per il suo ultimo concerto del tour europeo. A questo punto, sul palco saliamo anche tutti noi, settantamila persone, ormai libere del fardello. Gli occhi si accendono, le labbra, prima serrate, si aprono al sorriso, e con le labbra esce la voce, che diventa ora urlo, ora canto, ora sussurro.

Dietro a me ci sono tre ragazzi, che non erano ancora nati quando uscì The Ghost of Tom Joad, ma che cantano, senza sbagliare, un pezzo dopo l'altro. Vicino a me, una coppia di sessantenni balla su Darlington County, come se seguissero passi che conoscono da una vita. Sullo schermo, sfilano volti molto diversi fra loro per età e genere, ma tutti esprimono un sentimento solo: la gioia. Incredibile che un sentimento tanto semplice assuma tante sfumature: i volti, le mani alzate al cielo, le voci, danno la misura di quanto l'esperienza di un live di Springsteen sia quanto di più lontano dall'evento di massa, in questo senso.

Ognuno vive la propria serata da protagonista, e il concerto rende esattamente questa unicità: niente pyro, né fumi, né visual d'autore, tantomeno cambi di costume o di scena o effetti speciali, ma i maxischermi riproducono primi piani dei musicisti, e soprattutto i volti gioiosi della gente. E naturalmente i protagonisti siamo noi, insieme a loro, a rendere omaggio alla musica, suonata con passione, in una palette di generi e timbri e sfumature che stupisce, dall'enciclopedia del jazz, dello swing, del soul di Kitty's Back alla ballad conclusiva, chitarra, armonica e voce, di I'll See You In My Dreams, fino al rock sinfonico col piano da protagonista dell'inno Born To Run

Ma tutta questa splendida gente non è capace solo di scuotere con canti, balli e applausi l'immenso prato graziato dalle nuvole, bensì anche di tacere in un silenzio religioso, mentre Springsteen racconta della perdita di George Theiss, l'ultimo membro della sua prima band, The Castiles, che gli ha fatto capire non solo di essere davvero Last Man Standing, ma di spendere amando il tempo che gli resta:



E il Boss sa che questa gente è approdata qui dopo un lungo viaggio (non solo - ahimé - metaforico), che ha le stesse sue ferite nell'anima, e che desidera una musicamedicina, che le lenisca, pur senza guarirle. Ne è prova il lungo discorso durante Backstreets, logica conseguenza di Last Man Standing, dedicato non solo a Theiss, ma anche a tutti noi: "...ho tutti i tuoi libri, la tua chitarra...la foto di noi due nel portico di casa tua, nel giorno del tuo matrimonio, c'era un bambino in arrivo...e tutto il resto di te, lo porterò proprio qui (e indica il cuore, prendendosi un lungo, commosso applauso), fino alla fine...":



Un'altalena di emozioni, questo prova la gente: occhi umidi di lacrime, e subito dopo urla liberatorie, salti, sorrisi. Perché questo live è proprio quello che vuol dire la parola: vita, che dobbiamo vivere tutta, col pacchetto completo, nell'escursione a volte dolce, altre iperbolica, fra gioia e dolore.

Sull'ultimo pezzo, dopo un'esaltante, estenuante Twist And Shout, e una promessa da parte del Boss: "We'll Be Back!", viene fatta scorrere una scritta: OUR LETTER TO YOU: THANKS! COME BACK SOON. La gente la vede, spera, si commuove. Perché, alla fine, è la speranza il propulsore delle nostre piccole grandi macchine.

Del resto, del deflusso che rende onore al titolo del tour, Only The Strong Survive, del caos, dell'inettitudine degli addetti, della marcia notturna sulla pista di Monza, saggiamente illuminato a giorno,

marcia nel parco

delle ore per uscire dal parco, è stato scritto e detto. Ma questo, come da disclaimer, non è un live report. E nei ricordi trovano posto solo le emozioni positive, come ci era stato detto, alla fine dell'introduzione a Last Man Standing: "Quindi siate buoni con voi stessi, con coloro che amate e con questo mondo intorno a voi"

Springsteen aveva detto, esattamente vent'anni fa, in una sede più adatta per i suoi concerti: «Amici italiani, voi siete pazzi. È sempre bello tornare qui, perché siamo cresciuti insieme». Il Boss, in questi vent'anni, è cresciuto ancora, e con lui la sua gente. Ed è sempre bello tornare qui, ovunque sia.

 


SETLIST

No Surrender

Ghosts

Prove It All Night

Letter to You

The Promised Land

Out in the Street

Darlington County

Kitty's Back

Nightshift (Commodores cover)

Mary's Place

Johnny 99

The River

Last Man Standing (Acoustic with Barry Danielian on trumpet)

Backstreets

Because the Night

She's the One

Wrecking Ball

The Rising

Badlands

 

Encore:

Born to Run

Bobby Jean

Glory Days

Dancing in the Dark

Tenth Avenue Freeze-Out 

Twist and Shout (The Top Notes cover) (with “La bamba” interlude; crowd request)

 

Encore 2:

I'll See You in My Dreams (Solo, acoustic)