Motta

live report

Motta Roma, Monk

18/03/2017 di Arianna Marsico

Concerto del 18/03/2017

#Motta#Italiana#Alternative

Puro punk, a prescindere dalle sonorità. Un’energia vitale che da Motta e la sua band si irradia per tutto il Monk e sorprende. La fine dei vent’anni, opera prima solista di Francesco (dopo l’esperienza dei Criminal Jokers) incoronata dalla targa Tenco del 2016 come Miglior Album d'Esordio, è un disco meraviglioso, certo, ma presagirne la portata dal vivo non era affatto scontato, anche se lui ha affermato che il concerto deve sempre dare qualcosa in più rispetto ad un album.

L’inizio è affidato a Se continuiamo a correre. Istintualità a tutto campo, in un crescendo notturno che infiamma subito gli animi. Ma come il disco ha dimostrato di passare da animalità rock ad una cantautorialità intima e non banale nel narrare le odierne inquietudini, così è la scaletta della serata. Arriva infatti Del tempo che passa la felicità, intensa e bruciante.

Con i ringraziamenti alla band che nell’anno trascorso dall’uscita de La fine dei vent’anni lo ha accompagnato per circa 100 date, Motta mostra subito il valore aggiunto della serata, ossia una affinità vera, quasi fraterna, con i suoi musicisti, quella che rende un abbraccio autentico, un saltare sulle spalle del chitarrista Giorgio Maria Condemi una manifestazione di affetto.

Mio padre era un comunista diventa per Francesco l’occasione per un altro ringraziamento, stavolta ai  sui genitori, pronti a sostenerlo nella difficoltà degli esordi, a indebitarsi per acquistare gli strumenti. E subito dopo regalarci un brano in equilibrio tra rock steady, riverberi elettronici e ritratti di famiglia dolci ma non smielati.

Sei bella davvero, ipnotica e sensuale, precede un piccolo tributo ai Criminal Jokers, la maestosa Fango, prima della quale Francesco scherza chiedendo al pubblico dove fosse nei 10 anni precedenti in cui già suonava.

La fine dei vent’anni è cantata a squarciagola da tutti… e da un ospite inatteso. Sale infatti sul palco, iniziando a cantare alle spalle di Motta, Riccardo Sinigallia, produttore dell’esordio. Sorpresa riuscitta e assai gradita, a giudicare dall’abbraccio alla fine.

Dopo una brevissima pausa, la ripresa è tutta un crescendo. Roma stasera, sulfurea e penetrante. Abbiamo vinto un’altra guerra di una sincerità disarmante. Prenditi quello che vuoi viene dilatata in modo da abbracciare idealmente tutti i presenti prima della vicina fine del tour (1 aprile a Milano).

Francesco ha affermato che la scrittura de La fine dei vent’anni ha richiesto circa 5 anni. Sarebbe davvero un peccato aspettare tanto per un secondo disco altrettanto intenso, se non di più (perché accontentarsi?) ed un altro tour che dia nuove emozioni.

Non resta che sperare che il saluto al pubblico della sua città di adozione sia solo un arrivederci non prolungato, una promessa mantenuta di rivedersi presto.

“La fine dei vent'anni

É un po' come essere in ritardo

Non devi sbagliare strada

Non farti del male

E trovare parcheggio”.

 

Setlist

Se continuiamo a correre

Del tempo che passa la felicità

Prima o poi ci passerà

Mio padre era un comunista

Una maternità

Sei bella davvero

Fango

La fine dei vent’anni

Cambio la faccia

 

Encore

Roma stasera

Abbiamo vinto un’altra guerra

Prenditi quello che vuoi

 

Foto: Daniele Di Mauro