Natalie Merchant

live report

Natalie Merchant Milano / Teatro Dal Verme

17/11/2023 di Laura Bianchi

Concerto del 17/11/2023

#Natalie Merchant#Rock Internazionale#Songwriting

Welcome, Natalie Anne. Natalie Merchant è finalmente in Italia, e non è possibile immaginare un altro posto degno come il Teatro Dal Verme di Milano, per accoglierla e tributare il riconoscimento che merita, a un'artista che ha fatto dell'impegno, dell'armonia e del coraggio la propria costellazione artistica. 

E anche il suo ultimo album ha un titolo significativo, in tal senso: Keep your courageun incoraggiamento nel senso etimologico del termine, un invito a tenersi stretto il cuore, per danzare con esso attraverso le difficoltà della vita, e superarle grazie alla propria forza d'animo.

Scritto durante la pandemia, dopo un grave intervento alla schiena (e non si direbbe, vista l'energia che dimostra), il disco esprime tutto l'affetto per quanto, durante quel periodo, temevamo di aver perso per sempre, e che per questo ci è stato ancora più caro, quando l'abbiamo recuperato: l'amicizia, l'amore, il contatto umano. Ogni traccia del lavoro, ogni canzone di stasera, ci fa respirare la stessa atmosfera, come gioielli persi e ritrovati, di bellezza e di angeli, di vibrazioni positive, capaci di superare, senza nasconderla, l'angoscia per il dolore nel mondo.

Fin dai suoi esordi con i 10,000 Maniacs, con cui ha dato vita a una delle band di Alt-rock più eleganti e profonde degli anni Ottanta, Merchant è sempre stata una cantautrice attenta alla contemporaneità, e nemmeno questa sera fa eccezione.

Regale, accolta da un parterre di firme del giornalismo musicale e della cultura, milanese e non solo, vestita di rosso sopra un lungo abito nero a ruota, incanta fin da subito con una Motherland, che delinea quello che sarà il concerto: una veglia di arte e passione, scolpita da una fisicità definita, che sia sulle suadenti note latin jazz di The worst thing, o sulla struggente, indimenticabile, Beloved Wife, o su King of May, scritta in occasione della scomparsa di Allen Ginsberg, di cui l'artista ricorda la morte come "la fine di un'era", o ancora su Ophelia, che dà modo al quartetto che l'accompagna di esprimersi in tutta la sua bravura. 

La formazione è ridotta rispetto ad altre date, non ci sono gli archi e nemmeno la corista che le fa da controcanto, ma la performance è oltre tutte le aspettative; merito di quattro veri professionisti, che la assecondano in ogni sua sfumatura. Del resto, lei si volta spesso verso i suoi musicisti, a sottolinearne l'importanza, e ha ragione: l'assolo di chitarra su Ladybird è un gioiello, il piano regge ottimamente il dialogo con la voce, e la sezione ritmica è versatile ed efficace.

Volteggi sinuosi, lenti movimenti delle lunghe braccia, mentre i capelli orgogliosamente grigi seguono come un'onda il mare della musica, Merchant si trova a proprio agio in un Dal Verme dall'acustica perfetta e dall'atmosfera incantata, grazie a luci di scena particolarmente azzeccate. La dimensione teatrale esalta l'impatto della performance sul pubblico, mai tanto compreso, assorto totalmente dal cerchio, rosso e magico, creato dalla sua presenza.

Il timbro della voce, un contralto inconfondibile, flessuoso e cangiante, fa il resto, e ci trasporta in una dimensione in cui possiamo gustare l'universo creativo di una cantautrice che dona tutta se stessa, sempre, ma che stasera si sente ispirata a spingere ancor più sull'emotività e il coinvolgimento. E, a dimostrare che l'energia, dopo oltre otto mesi di tour, è intatta, eccola ballare su Break your heart, scalza, esclamando, mentre si toglie le scarpe: "fuck your fashion capital!". Già, a lei non importa della moda. Lei FA la moda...

Milano è una città cara alla cantautrice: lei stessa ricorda di aver suonato qui vent'anni fa ("and we are still all alive!"), ma che ci è tornata sei volte, in questo lasso di tempo, e ci tornerà presto: infatti c'è una sorpresa. "Sono venuti a suonare con noi degli amici italiani!", esclama, piena di gioia. Ed entrano sul palco i quattro musicisti di Domo Emigrantes, giovane formazione nata nel 2009 con lo scopo di proporre musiche popolari e composizioni originali ispirate al Sud Italia e Mediterraneo, che sta lavorando, con Merchant, a un progetto di Fondazione Prada, un laboratorio musicale, in cui assumono forma di canzone le poesie dell'educatrice e poetessa ebrea italiana Lina Schwarz.

Proprio da questo progetto Merchant, palesemente coinvolta, ha deciso di trarre alcune canzoni, cantandole in italiano con il gruppo, così che lei si trova sola con otto musicisti, che riempiono di suoni e sfumature il breve, ma intenso set, in un interplay esaltante.
Il pubblico scopre così, affascinato, il dolce valzer di Piero,  l'emozionante Luna bella, la giocosa tarantella Bolli bolli pentolino con tanto di tammora, piffero e scacciapensieri, e apprezza le composizioni originali del gruppo, come la rumba calabrese di Spagna e il sapore esotico con tocchi di sirtaki di Leukade, cantato e ballato da Merchant con grande maestria, mentre volteggia e sprizza gioia come una ragazza alla sua prima festa.

Ma è tempo di volare verso il finale: da Wonder a Come On, Aphrodite, è un turbinio di emozioni, con le sue lacrime su Life is Sweet e un'intera strofa de La collina dei ciliegi, cantata a cappella in un italiano perfetto e nel silenzio stupefatto del pubblico, che poi non resiste a cantare con lei, che dimostra una voce, se possibile, ancora più scintillante, dopo oltre due ore di concerto.

Tutti in piedi, a reclamare a gran voce un bis, che la Regina concede con generosità, ringraziandoci tutti. Ma siamo noi a ringraziare, in coro, cantando "Thank You", per esser stata, ed essere, così Kind and Generous. Una Giovanna d'Arco dei nostri giorni, appassionata e sensibile, a tenersi stretto il proprio cuore, coraggioso, accorato, e insegnarci la strada.

Ecco la setlist del batterista...



 
Goodbye, Natalie. Non passeranno altri vent'anni, stavolta. E " Thank You for your generosity, the love and the honesty that you gave..."
 


FOTO DI VITTORIO PUGLIA